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«LA LOGICA della sola economia portuale è pericolosa per
Savona. E se comunque si deve parlare di spazi portuali,
perché aver concesso l'ex Ilva alle case del Crescent invece
che ad attività portuali. E poi cosa c'entra un grattacielo
di lusso in mezzo al mare? E perché progettare 800 posti
barca davanti al porto ovvero in un punto in cui potranno
creare problemi alle manovre delle grandi navi?». Sono
alcuni dei dubbi sollevati dal magistrato ed ex sindaco di
Genova Adriano Sansa nel suo apprezzato intervento in
Provincia al convegno "Territorio e ambiente: un progetto
oltre il cemento, la difesa della linea di costa della
Liguria" organizzato dal circolo Chico Mendes di Legambiente.
Prima di Sansa erano intervenuti i vertici regionali e
locali di Legambiente, gli architetti Cinzia Pennestri e
Luigi Lagomarsino, il biologo Maurizio Wurtz. A seguire
hanno parlato altri tecnici, esperti e amministratori (tra
cui l'assessore regionale Franco Zunino). Ma a Sansa è
toccato il ruolo più delicato: replicare ai messaggi
lanciati in apertura dal sindaco Federico Berruti che ha
difeso le linee politiche del Comune («su molti argomenti ho
trovato la strada già tracciata»), assicurato responsabilità
nella pianificazione e chiesto di non guardare a Savona
«esclusivamente in chiave Fuksas ma allo sviluppo
comprensoriale».
«Anzitutto voglio dire al sidnaco Berruti che continuità non
è conformismo - ha detto Sansa - E che non guardare solo a
Fuksas è giusto ma lo spettro di quel grattacielo che non ha
nessun rapporto con la città, con la società e con
l'economia locale, è difficile, impossibile. Per il porto
della Margonara ho contato 15 atti ufficiali diversi tra
Comune, Provincia, Regione e da ciascuno escono pareri
diversi, contrari, discordi. Il risultato è aberrante. C'è
troppa confusione, troppo caos. E poi non mi piace il
termine speculazione ma quel grattacielo è solo una
speculazione, e i protagonisti che ci sono dietro sono
inquietanti».
D. Frec.
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