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Cairo. Decine e decine di ettari di boschi tra Cairo e
Cengio "bruciati" da un insetto killer, inedito per
l'entroterra valbormidese, e scoperto dalla Forestale e
subito segnalato alla Regione. Un "vermetto", che nello
scorso inverno, complice il clima poco rigido, ha
proliferato a dismisura aggredendo foglie, germogli, arbusti
e piante - soprattutto roveri e frassini- nella zona delle
colline comprese tra località Carretto e i "Pastoni" di
Cengio, ma anche a Dego, nei pressi del Castello.
L'allarme è stato lanciato dagli agenti del comando della
Forestale di Cairo nei giorni scorsi, dopo numerosi
sopralluoghi sollecitati dalle segnalazioni dei residenti
delle zone assediate dal parassita.
«Nei pressi dei ruderi del castello al Carretto e del
cimitero sembra che sia passato il fuoco», dicono negli
uffici della Forestale che hanno subito allertato i
responsabili della sede di Sanremo del servizio
fitosanitario della Regione.
La Forestale si è mobilitata per tempo, dopo il precedente
del cinipide del castagno, individuato per la prima volta in
Europa, nel territorio delle comunità montane a cavallo tra
la Valbormida, le Langhe e il Basso Piemonte.
Gli agenti, nella loro relazione hanno segnalato "un
fenomeno di dimensioni mai viste in Valbormida" chiedendo
lumi agli ispettori del dipartimento agricoltura e
protezione civile della Regione sulla natura del parassita .
Il personale del servizio del coordinamento degli
ispettorati agrari si è mosso immediatamente e nei giorni
scorsi è arrivato a Cairo per monitorare la situazione. Da
un primo riscontro i tecnici sarebbero riusciti a risalire
all'identità dell'insetto killer, una simil specie di
"tortrice verde delle querce" (tortrix viridana in termini
scientifici). Roveri, frassino e altre latifoglie sarebbero
stati aggrediti da un' "invasione eccezionale" si legge nel
rapporto inviato dalla sede di Sanremo.
Contromisure, per il momento non ne sono state indicate,
anche se alberi con rami secchi e in maggior parte "morti",
senza foglie, hanno destato prima stupore e poi panico tra
gli agricoltori, ma soprattutto tra i numerosi boscaioli e
taglialegna che vedono il loro lavoro e relativi introiti
compromessi, per via dei tronchi vuoti, mangiati
dall'interno dal tortrice.
Forestale e Regione sono pronti a correre ai ripari per
trovare degli accorgimenti in vista del prossimo anno "nel
caso in cui il grado d'infestazione dovesse essere simile a
quello attuale".
Già indicato un primo modus operandi. Infatti si potrà
intervenire "tempestivamente", fanno sapere al comando
cairese della Forestale, già durante le prime fasi di
sviluppo dei bruchi "con trattamenti a base di bacillus
thuringiensis". Trattamento però da effettuarsi con
autobotti, vista l'ingente invasione dell'insetto. Alberto
Parodi
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