FOGLI MOBILI

La rubrica di Gloria Bardi

Botta e risposta su Beppe Grillo
 
di Miserrimus e Gloria Bardi

 

 

 

Da Miserrimus a Gloria

Parliamo di Grillo. Se debbo esser sincero, ciò che più mi ha impressionato è stata la reazione della folla: ridevano, urlavano, plaudivano, si guardavano felici l'un l'altro d'essere finalmente interpreti di uno psicodramma in cui trovare un senso esistenziale abdicando alla ragione.

Quanto al resto, è sempre valido il vecchio proverbio latino: ne sutor ultra crepidam, che tradotto in meneghino suona: ofelè fa il tò mestè. Ci si può solo chiedere che pensare di un paese in cui i canterini fanno i columnist dei grandi giornali e i comici i maîtres-à-penser. Semplicemente che la politica non fa il suo mestiere e, per una sorta di osmosi sociale, i ruoli lasciati vacanti da chi pensa solo alla crapula vengono riempiti da altri, prima la magistratura, ora i guitti. Ma tutti, quando assurgono ad un ruolo che non gli compete, si montano la testa, e il Nostro, che tra l'altro pareva, per lo meno questa sera, fra quei cinquanta beatificati da un grammo dicocaina dei quali ha fatto menzione, la testa se l'è montata per davvero: d'altr'onde, non aveva già interpretato in passato un film che s'intitola Chiamami Gesù? Temo dunque che l'imitazione di Benito fosse sin troppo appropriata: a questo conducono i bagni di folla. Con tutto il rispetto, se voglio farmi un'idea di una questione, comunque, ricorro agli scritti e alle opinioni di chi sa, non di chi urla scompostamente. Perché ciò che mi ha infastidito di più è stata la sguaiatezza. Io non ho nessunissima simpatiaprecostituita per Fassino, né tanto meno per Berruti e per gli altri della loro parrocchia, ma trovo semplicemente disdicevole che un Vernacchio moderno, il cui compito sarebbe quello di svagare quanti siano disposti a ridere delle sue spiritosaggini, si permetta di chiamare Globulo una persona che stimo e che sta tentando di tragittare i nipotini di Stalin in più spirabil aere, né tanto meno d'istigare la folla ad urlare vaffanculo al presidente della provincia che loro stessi, non io, hanno eletto.

il Nostro Joe Cricket è furbo, in ogni caso: ha compreso due verità, una antica e una nuova; la seconda è la funzione ormai insostituibile della Rete, la prima il massimalismo radicato nel DNA del popolo d'Italia, onde si conquista il favore delle folle dando voce all'odio più viscerale che i "piccoli" nostrani nutrono per i "grandi"... oddio, chiamarli grandi è un insulto alla grandezza, ma per capirci! Io li ho già, non sentiti, perché pur se âgé non sono ancora del tutto decrepito, ma letti, simili discorsi, in cui si parlava di Trinaricciuti, sull'"Uomo Qualunque" di Giannini.

Populismo e qualunquismo sono due facce del medesimo stile piazzaiolo, che si costruisce sulla base di una rigida dicotomia tra la gente pura e l'élite corrotta, nel  rifiuto della classe dirigente e asserendo il primato della società civile. L'idea che il potere tocchi agli uomini qualunque deriva da Rousseau, dal suo rifiuto della rappresentanza politica in favore della partecipazione immediata di tutti al governo.  Non vorremo certo difendere i nostri politici: io parlavo dell'inefficienza dell'apparato statale, di cui l'inefficienza politica è un riflesso immediato, trent'anni fa ero anch’io tra coloro che volevano rovesciare il sistema  ma non  ho mai ignorato che la corruzione, che è il lubrificante del sistema, scorre come un fiume ramificandosi in mille rivoli che giungono sino agli strati più bassi della società, in altri termini che ogni popolo ha i governanti che si merita o che non si può giocare a guardie e ladri quando i ladri sono più delle guardie, o se vuoi una citazione poetica, poco adatta a queste bassure ma efficace, che "più nessuno è innocente".  Quanti di quelli che si sgolavano ad inneggiare al nuovo Masaniello, o meglio, date le sue origini, al nuovo Balilla, e si spellavano le mani questa sera ad applaudire, sarebbero disposti ad assumersi i faticosi impegni che il principio della responsabilità personale e del merito comportano? Perché in una società efficiente chi sbaglia paga e premiare il merito significa anche punire il demerito. Ma è più facile, è più comodo urlare ed offendere i politici...

Un'ultima considerazione: ha strillato come un ossesso contro il Partito Democratico, che io considero con grande favore, perché spero che in tal modo si formi un sistema, non bipolare, cui la nostra storia non ci consente d'esser all'altezza, ma almeno quadripolare, sul modello tedesco, con due ali estreme e due partiti egemoni di centrodestra e di centrosinistra. Non capisce che in tal modo istiga una parte della constituency progressista, convinta, e ovviamente delusa, che la vittoria dei suoi ex beniamini avrebbe segnato gli anni delle vacche magre per i ricchi e grasse per sé, a disertare le urne? Colpa dei loro dirigenti, lo so, i quali per decenni gli hanno fatto credere che, una volta al governo, avrebbero fatto la rivoluzione, perchè ha da venir Baffone, ma tutto questo, visto che la base elettorale conservatrice andrà a votare, potrebbe risolversi in una sconfitta disastrosa, e non contenuta come può ancora essere, causando al paese un danno irreversibile, perché le democrazie capitalistiche moderne prosperano solo se vincitori e vinti son separati da uno o due punti, non di più. È così difficile da capire che, assecondando gl'istinti delle piazze, si rischia un'egemonia di questa destra clericale, statalista ed ottusa, preoccupata solo del suo particulare? È così difficile anche per i nuovi Masanielli?

Miserrimus 

Postilla: Mi ero scordato d’aggiungere che, pur non avendo nessuna simpatia per i Catoni colla verità in tasca che vogliono educare il popolo, credo che al popolo qualcosa si possa, non dico insegnare, perché l'unica cosa da insegnare è che non si dovrebbe insegnare nulla, ma trasmettere, o meglio additare. E quale dunque? Che non gli uomini fanno i ruoli, bensì i ruoli gli uomini. Si chiama determinismo, ed è un principio alieno dal massimalismo della tradizione nostrana, come sa chi conosce la polemica fra la Seconda Internazionale e i seguaci italiani di Bakunin. Tralasciando di strologare sul futuro edenico che ci aspetta dopo la rivoluzione, gli argomenti di Marx e di Engels sono validi ancor oggi. Il terrorismo politico degli anni Settanta affonda le sue radici in questa incomprensione: se elimino fisicamente l'uomo che lo esercita, avrò eliminato il potere; ma è vero proprio il contrario: se elimino l'uomo attraverso cui il potere si esprime, il suo ruolo verrà ricoperto da un altro, e poi da un altro ancora. In termini meno flautati, bisognerebbe spiegare con razionale pacatezza che la via del dominio è una sola e che si può strillare sinché si resta ai margini d'essa, ma poi quando la s'imbocca bisogna seguirla fino in fondo, smettendo i guanti bianchi ed esercitando l'arte miserevole della mediazione. Anche in questo senso, dunque, nessuno è innocente, e solo gl'illusi potevano credere che la sinistra avesse una primogenitura della rettitudine; era solo perché sinora era stata esclusa dagli arcana imperii. Questo non si chiama neppure più determinismo, si chiama semplicemernete realismo. Benvenuti nel mondo reale dunque. Non piace? Nessuno qui vuol sostenere che sia bello.

Ma giacché ho peccato una volta e mi son giocato il Paradiso, ormai tanto vale peccare di nuovo e aggiungere un secondo ammaestramento. C'è un film di Brian De Palma, non tra i suoi migliori, s'intitola The Bonfire of the Vanities, da un romanzo di Tom Wolfe, in trasparente allusione al savonaroliano falò del 1497. Di fronte al pubblico schiamazzante di un processo celebre, durante il quale ognuno ha tentato di piegare la vicenda a sostegno dei suoi interessi ideologici senza nessun interesse per la verità giudiziale, ad un certo punto il giudice, interpretato dall'ottimo Morgan Freeman, s'alza in piedi e dice ai presenti:

"Comportatevi con dignità. Siate dignitosi".

Non sarebbe male ripeterci questa frase, ogni tanto.

Miserrimus

 

Da Gloria a Miserrimus

Io credo di potermi esprimere perché sono tra le persone che rischiano e pagano per la loro presenza sul campo in maniera non schierata partiticamente ma schieratatissima politicamente, in nome delle cause e di una determinata gerarchia dei valori.

Quest’ultima e non altro segna la differenza tra un “noi” e un “voi”, una destra e una sinistra quale io l’intendo, non identificabile nello schieramento che di questo nome si fregia, da cui personalmente mi ritengo libera di prendere le distanze ogni volta che la ragione mi induca a farlo, foss’anche sempre, almeno fintanto che all’elettorato di sinistra verrà chiesto di votare tappandosi il naso. Quella cosa che si chiama “voto” non ha solo una quantità ma una qualità che influisce sulla forza o debolezza della delega: esattamente questo è ciò che i “papaveri”, alti alti alti come si ritrovano, sono incapaci di capire.

Ebbene, tu parli del Partito Democratico da una prospettiva decisamente esterna, panoramica, fatta di bilanciamenti disincarnati oltre che disincantati; da una prospettiva più “interna”, guardando ad esempio cosa accade con le dirigenze locali, non si può negare come esso sia il trasformismo fatto sistema, vecchi volti, vecchi speculatori, vecchi tatticismi...non ha il consenso dell'elettorato di sinistra, credi.

Nasce morto e, per miopia dei suoi dirigenti, incapace di funzionare, di assumere il ruolo democratico che tu auspichi.

Sarà di Grillo la colpa della prevedibile diserzione del voto?

Perdonami, amico mio: è come guardare al dito che la indica anziché alla luna.

 O forse ci si ostina – e intendo sempre i “nostri” rappresentanti politici- a radicarsi in Paradiso (ma dovrei dire Limbo, abolito perfino dalla Chiesa) a dispetto dei santi?

Grillo occupa uno spazio che non dovrebbe occupare,  lasciato vuoto dai politici: verissimo. Lo ripete anche lui, continuamente.

Non sono però disposta a identificare il comico col disimpegno, Storicamente sai bene che non è così, da molto prima che i giullari  cadessero vittime di una crociata bandita dal Ratzinger di turno contro di loro. Né disimpegnato è stato Chaplin, tanto per fare un nome tra i molti che potrei fare. Il comico è lo smascheramento dell’assurdo e l’assurdo è tragedia: se così non fosse film come La vita è bella e Trein de vie non avrebbero potuto esistere.

Ma, poniamo pure che Grillo abusi di spazi che dovrebbero competere ai politici: è colpa sua o, appunto, dei politici?

Ci marcia, tu dici? Questo non lo so, rientra nell’intenzione che è difficile valutare, ma anche se fosse risponde comunque a un bisogno diffuso.

Non scatena le masse ma riflette l’insofferenza delle persone.

Il suo blog è molto visitato e lì riporta documenti e crea rete: questo è il vero aspetto, cui quello di piazza fa da trampolino.

La democrazia come condivisione della conoscenza, libera e gratuita, attraverso Internet: questo so che lo condividi e infatti lo ribadisci nella tua lettera. Quanti indicano questo percorso? Quanti lo fanno con una simile risonanza? Né questo può collegarsi in alcun modo all’uomo qualunque da te evocato, che certo non faceva appelli alla conoscenza e alla complessità.

Io, nelle parole o, se preferisci, nelle paternali di Grillo ci leggo un appello anti-qualunquistico a indagare appunto la complessità, al di là del  manicheismo più immediatamente percepibile.

Del resto, non dobbiamo dimenticare la sua lungimiranza in una vicenda come quella Parmalat, preannunciata in tempi non sospetti o memorabili campagne vinte, da quella storica contro l’uno quattro quattro a quella contro le maggiorazioni inique sui servizi di telefonia mobile. E tutto quanto, dati alla mano.

E i politici dov’erano?

Sacrosanto è che la tecnologia, come ha detto lui, è più avanti della legge e che, come dici tu, i ladri sono più delle guardie.

E’ vero che si è trattato di uno psicodramma ma i malati non erano né il Comico né il suo Pubblico ma piuttosto questo Paese a rischio terrorismo.

Perché così è, salvo che lo spirito guerrigliero non sia stato neutralizzato da mammismo e brioche.

Io reputo il terrorismo il male assoluto perché ritengo che il singolo sia irriducibile al alcunché ma, siccome nella sua perversità richiede rischio e sacrificio (il singolo comunque sacrificato, vedi i kamikaze), è devastante pensare che a salvarci dal terrorismo siano le brioche.

E intendo parlare delle nostre molteplici dipendenze.

Ma veniamo al punto per me più dolente: purtroppo so anch’io, e molto bene, che molte delle persone plaudenti e vocianti non vanno al di là dell’applauso e del vocio; so anch’io che molte persone erano lì soprattutto per ridere e per gongolare, qualunquisticamente, sullo sberleffo fatto ai “grandi”di turno, tali comunque solo dal punto di vista del potere (ho molto apprezzato la definizione: “dittatura della mediocrità” detta, e non da Grillo, nel corso della serata). Constato ogni giorno, e l’ho già scritto, come gli stessi miei concittadini abbiano più che altro bisogno di don-chisciotte da lasciar impigliare nelle pale dei mulini a vento, badando, loro, di non esporsi in alcun modo (devo ampliare il dehor, devo chiedere una concessione ecc….): questo mi portava, come hai ricordato, a constatare amaramente che “ogni popolo ha i politici che merita”.

Sono sempre le famose brioche che, se ci preservano dal terrorismo, ci preservano anche dal suo vero contrario: l’assunzione di responsabilità collettiva diffusa.

Del resto, non è un caso se i paesi dove funziona la così detta “democrazia partecipativa”, nella quale –lo riconosco e arciriconosco- la lista civica di cui faccio parte si è illusa, sono in genere paesi in cui circolano pochi croissant.

Allora? Che fare? Rassegnarsi...forse è la cosa più salutare ma qualcosa ti ripete dentro quella frase lì, proprio della di Morgan Freeman:

"Comportatevi con dignità. Siate dignitosi".

I ruoli fanno gli uomini, è vero, ma solo se gli uomini sono soli. Credo che vada sfatata l’idea che tutti coloro che scelgono di fare politica siano negativi, ma c’è un filtro fatto dall’apparato, che inizia dai livelli juniores, da coloro che indecorosamente fungono da “portaborse”, che seleziona col criterio del peggio, che vede nella mediocrità una sicura garanzia per la conservazione del sistema di potere, fondato sul vincolo di gratitudine personale, e del papaverato clientelare che nel tempo si è costituito.

Ci sono donne e uomini capaci di cambiare i ruoli ma difficilmente ci cadono dentro: vigili sentinelle sono pronte a sbarrar loro la strada, con tutte le forme di azzannamento, compresa (e ai primi posti) la calunnia personale.

Se difendi la ragione delle tue tesi, i “soliti noti” non attaccano le tue ragioni ma attaccano te, magari andando a dire che anche tu qualche segreto nel cassetto devi pur averlo! (E’ capitato anche –e non dovrei nemmeno saperlo- dopo l’ultimo incontro sul cemento alla Piaggio).

Se è merda, l’importante è che sia merda anche tu o che si riesca a farlo credere e la tendenza nazionale alla maldicenza alla diffidenza e all’invidia fanno la loro parte: l’ordine si ripristina così. Ecco che allora il donchisciotte è solo e fatalmente sconfitto: o molla o si adegua. Conosciamo quelli che nel tempo hanno mollato? Quelli che ci siamo persi per strada? Quelli che non abbiamo sostenuto? Perché magari ci erano antipatici! Vedi, dove conduce la rassegnazione al peggio? A credere che solo il peggio esista e, questo credendo, a puntellarlo.

La sguaiatezza non piace nemmeno a me e, salvo qualche ricorso del tutto eccezionale al turpiloquio, non la faccio mia ma applaudire ho applaudito spesso, forse perché fa parte di una non dichiarata terapia, che mi mantiene nel mio buco di trincea malgrado tutto e malgrado molti.

Globulo a Fassino? Del resto, perché il Comico non potrebbe definire così uno che non gli piace dove c'è libertà di parola? E tu sei un liberale: di questo sono sicurissima.

Quanto a Berruti, Bertolotto e compagnia -con i loro Tafazzi the day after- sono stati votati, è vero, ma lo dicevo all’inizio: i voti col naso tappato, pilotati, senza alternative sono mandati condizionati e i beneficiari sono fatalmente "sub judice".

Lo ripeto in chiusura, perché qui sta la madre di tutte le magagne:  quelli a sinistra sono tutti voti così, quindi nessuna vera incorenza se quelli di sinistra poi gridano “FFanculo!!!” all’indirizzo della provincia di sinistra. E poi Bertolotto quanto a linguaggio non è certo uno che si scandalizza, no?

Il problema è che forse non si scandalizza di niente, come molti, come quasi tutti: sigh!

Gloria 

P.S. La sinistra non è meno opportunisticamente clericale della destra, doppio sigh!!

 

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