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UNA RIVIERA E UN ENTROTERRA (SEGRETO), DA SCOPRIRE

LO RIVELA UNA GUIDA DEL MENSILE “QUATTRORUOTE”

LUCIANO CORRADO

“Trucioli savonesi” dedica questo servizio a quanti si battono contro la cementificazione distruttiva del nostro territorio: dalla costa all’entroterra. Dedica questo servizio a quanti con il loro comportamento distratto, indifferente, superficiale ritengono che la difesa del nostro paesaggio sia soprattutto un’invenzione fondamentalista (e dei cosiddetti ambientalisti). Dedica questo servizio a chi ritiene che si possa ancora fare turismo con altro cemento (le seconde case ci stanno già soffocando) e soprattutto creando città sempre più caotiche e rumorose. Vogliono farci credere che tutto sommato lo sviluppo edilizio è un bene per tutti. Ci nascondono che questo sviluppo è effimero e ci taglierà fuori per sempre dalle rotte del turismo qualificato, come sta avvenendo.

Ma troppi fingono di dimenticarlo, cercando con ogni mezzo di mettere a tacere o la sordina a coloro che non accettano una logica di potere ed economica distruttivi del nostro futuro e delle future generazioni.

 Questo blog che non ha potenti, nè potere, né partiti alle spalle, rifiuta il ruolo di giullare di una classe politica ed imprenditoriale, senza escludere alcune associazioni di categoria e sindacali,  in gran parte responsabile della macelleria urbanistica e della morte colposa di decine e decine di aziende alberghiere trasformate in alloggi.  E con gli alberghi sono già scomparsi nel solo savonese oltre diecimila posti di lavoro, non precari.

Questo blog, ma fortunatamente non siamo soli, vuole infine rendere omaggio a quanti (viticoltori, ristoratori, albergatori) in questo reportage nazionale di “Quattroruote” fanno onore alla Riviera di ponente con la loro inventiva e professionalità, dovendo lottare ogni giorno con i fautori di un disastro annunciato: la scomparsa del turismo qualificato che non significa  vacanze  per ricchi.  

Quattroruote

ALBENGA – Una promozione gratuita e autorevole. Non capita spesso. Anzi, chi segue la stampa nazionale specializzata e non prezzolata da pagine di pubblicità, conosce l’importanza. La serietà. L’impegno redazionale attraverso una ricerca scrupolosa, persino pignola.

Ai primi di giugno è uscito in tutte le edicole d’Italia e d’Europa, assieme al mensile “Quattroruote” (non ha bisogno di presentazione per la sua storia e credibilità conquistata sul campo), la guida "Le strade del vino” – 60 itinerari imperdibili dalla Valle d’Aosta alla Sicilia", dice il sottotitolo -. 288 pagine, di facile consultazione con un formidabile “spot” per la Riviera Ligure di Ponente, unica tappa ligure. Quattro pagine, con i nomi più meritevoli di aziende vinicole della zona, unitamente ad un consiglio per pernottare e mangiare.

Spesso sull’argomento vino in quest’angolo di Liguria viene fatta un’enfasi eccessiva, fuori luogo perché non tiene conto della realtà. Ovvero del fatto che rispetto ad altre zone d’Italia siamo da sempre esclusi nella graduatoria dei “migliori”, proprio dalle riviste e dalle pubblicazioni più qualificate e diffuse, nazionali ed internazionali.

Pochi esempi significativi: mai un tre bicchieri (massimo punteggio) nell’ormai affermatissima  guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso- Slow Food, mai un primo posto nella classifica della “Cantina dell’Anno”, dell’Enologo dell’Anno, della “Cantina emergente”, del “Vino più conveniente” (rapporto qualità-prezzo), del “Viticoltore dell’Anno”.

Alcuni produttori, tuttavia, hanno raggiunto non da oggi, sempre secondo gli esperti del settore enologico, una promettente posizione, seppure con fasi alterne:  citiamo le cantine Giuncheo, Mondino Cane e Maria Donata Bianchi nell’imperiese. Passi da gigante in quanto a qualità, dalle azienda Bruna e Alessandri di Ranzo, nel Savonese le aziende Cascina delle Terre Rosse delle Manie di Finale Ligure, la Vecchia Cantina (Salea), Vio (Vendone). Queste, ripetiamo, sono le aziende che fino ad oggi hanno ottenuto con più costanza i migliori piazzamenti e giudizi nelle pubblicazioni specializzate.

Il vademecum di Quattroruote esordisce con un richiamo suggestivo: "60 meraviglie (e un consiglio)". E ancora: "Vigneti e cantine molto spesso si trovano nei luoghi più belli d’Italia. Colline, borghi, saliscendi, castelli e cantine sono tra le meraviglie dei nostri paesi. E l’automobile è il mezzo principe per visitarle, fermarsi, assaporare paesaggi e vini….sessanta itinerari sulle strade del vino più belle e godibili…le abbiamo scelte in base all’importanza dei vini e delle cantine, ma tenendo conto anche di eventuali deviazioni per un ristorante importante, un albergo degno di nota, una località che merita una sosta…".

Una conferma, non è la cementificazione che attrae turismo e qualità. Che, con gli anni, crea volore aggiunto. La cubatura non è tutto, anzi con pochissime eccezioni la nuova architettura è proprio brutta. Saranno dispiaciuti e magari offesi i nostri architetti, urbanisti, ingegneri, geometri, ma di bello ci è rimasto  solo l’architettura storica e quella razionalissima del fascismo. Certo tutto è opinabile, soprattutto in campo estetico, ma dal dopoguerra in poi pare che il buongusto architettonico sia andato perso. O, al massimo, sia finito nell’ingranaggio della globalizzazione estetica di vetro, cemento e cubi. Edifici tutti simili o quasi. Edifici, anche in nuovi quartieri, uno appiccicato all’altro, un dedalo insensato di strade e stradine tracciate a caso o da un urbanista pazzo. Da questo scempio, fortunatamente, si salvano alcuni centri storici, sempre più aggrediti da una “modernità” architettonica che tiene come unico fine il guadagno in spregio ad ogni valore.

E’ grazie proprio ai tesori di ieri se qualche angolo della nostra terra può ancora essere annoverato tra le “meraviglie” da visitare.

ITINERARIO: DA ALBENGA A PIEVE DI TECO

I consigli per il viaggio enogastronomico di Quattroruote, iniziano con l’indicazione di raggiungere Albenga, definità città di mare, agricola, ma soprattutto storica.

E’ qui che l’azienda pubblica Arte (ex case popolari di Savona) con una società partecipata da un privato, vuole costruire quattro nuove torri di 80 metri, demolendo il vecchio ospedale.

C’è un elenco sintetico dei tesori di Albenga (piazza San Michele, il battistero tra le poche testimonianze in Italia dell’epoca tardo-romana, il Palazzo Vecchio del Comune (V secolo, con modifiche nell’VIII e restauro nel ‘900), la Torre Comunale, vestigia di epoca medievale, risalenti al ‘300. La cattedrale di San Michele, il Convento di San Domenico, Palazzo Peloso e Cipolla, la Torre Oddo.

Quindi attraverso Bastia e Ranzo, tappa a Pieve di Teco per ammirare l’ex Convento degli Agostiniani, rinascimentale, la quattrocentesca chiesa di Santa Maria della Ripa e la chiesetta di S. Francesco. Da qui il consiglio per una sosta a Pontedassio (parrocchia S. Margherita che conserva un interessante trittico cinquecentesco, quindi ad Oneglia per visitare la case natale dello scrittore Edmondo De Amicis, Palazzo Doria, la Colleggiata di San Giovanni Battista, il collegio degli Scolopi di origine settecentesca. Infine Diano Castello per ammirare la chiesa barocca di San Nicolò (fine seicento), l’antico palazzo del Municipio, la chiesa di Santa Maria Assunta, di origini romaniche, poco distante la parrocchiale di San Michele. Fin qui le “perle” storiche.

QUALI LE MIGLIORI CASE VINICOLE?

La segnalazione – che non vuole essere una mancanza di riguardo nei confronti di altri viticoltori impegnati nella qualità e nella serietà produttiva – della Guida-Atlante di Quattroruote inizia con La Vecchia Cantina di Salea. Vini consigliati, il Vermentino (prezzo 9 euro). "E’ nata da pochi anni – riporta il testo redazionale – ma è riuscita a bruciare le tappe e proporre vini di un certo carattere".

Anfossi (Bastia) è citata per il Pigato (7 euro), il Pigato selezionato Le Caminate (8 euro), il Vermentino (7 euro). "Un’azienda agricola tout court – è scritto -  che ha come sede una bella casa fortificata medievale".

Vio (a Vendone). Vini consigliati: Pigato (euro 7,50), Vermentino (7,50). Giudizio: "Dispone di appena un paio di ettari, il giovane Caludio Vio, ma le poche bottiglie che riesce a trarne lo rendono ugualmente uno dei viticoltori più interessanti del comprensorio".

Alessandri (Ranzo). Vini consigliati: Pigato Costa delle Vigne (9 euro), Vermentino (9 euro) e Ligustico (16 euro). Descrizione: "La casa vinicola si trova tra Ranzo e la frazione Leverone, sfoggia come fiore all’occhiello un ottimo rosso, il piacevolmente speziato Ligustico, ottenuto da uve syrah e grenache fermentate in acciaio e affinate per un anno in botti di rovere (ma quasi tre volte più grandi delle barrique). Buono il rapporto qualità-prezzo per il Pigato e Vermentino".

Bruna (Ranzo). Vini consigliati: Pigato U Baccan (15 euro),  Pigato Le Russeghine (9 euro), Rosso Pulin (13 euro). Presentazione: "Ecco quella che, forse, può essere considerata come la casa vinicola migliore del comprensorio. Almeno due le etichette da non perdere. Il rosso Pulin , frutto di un complesso blend di grenache, syrah, cinsault e barbera. Pigato U Baccan, divenuto il punto di riferimento delle denominazione, soprattutto per le buone capacità di tenuta nel tempo. Interessante anche il Vermentino Le Russeghine."

A Maccia (Ranzo). Vini consigliati: Pigato (7 euro), Rossese (7). "L’azienda produce vino da un secolo e mezzo, è rimasta di piccole dimensioni, guidata con passione e attenzione alla qualità. Il suo vino migliore è da sempre il Pigato".

Lupi (Pieve di Teco). Vini consigliati: Pigato Le Pietraie (12-13 euro), Vignamare (15), Vermentino Le Serre (12-13). Giudizio: "Tra i nomi più noti dell’enologia ligure, la casa vinicola Lupi si affaccia sotto i portici quattrocenteschi del centro storico di Pieve di Teco. Sempre su buoni standard i suoi bianchi (mentre i rossi sono decisamente meno interessanti) che hanno come prodotto di punto – nonché più costoso- il Vignamare, ottenuto da uve pigato affinate in barrique (a volte, però, il legno si sente un po’ troppo)".

Poggio dei Gorleri (Diano Gorleri). Vini consigliati: Pigato Cycnus (9 euro), Vermentino Vigna Sori ( 8 ), Fermentino Apricus (12). Testo: "Sempre freschi e piacevoli i Pigato e Vermentino che per l’Apricus si giova di un passaggio in legno,  della famiglia Merano, coadiuvata dal celebre enologo Beppe Caviola".

Bianchi (Diano Castello). Vini consigliati: Pigato (10 euro),  Vermentino (10), La Mattana (20 euro). Giudizio: "Chiudiamo questa carellata di aziende e viticoltori liguri con un nome di rilievo, che riesce quasi ogni anno a piazzare le sue 40 mila bottiglie ai vertici  della denominazione Pigato e Vermentino. Anche se il suo vino più interessante ed originale resta La Mattana, un blend di grenache a syrah. L’ennesima dimostrazione che anche i rossi, tra Albenga e Imperia, possono venire bene".

DOVE MERITA DORMIRE ?

La Meridiana (Garlenda). Descrizione: "L’unico albergo  del Ponente ligure a far parte della prestigiosa  catena dei Relais & Chateaux  è questa residenza immersa nel verde. Un’oasi di silenzio e buon gusto, che sembra lontana anni luce dallo sguaiato caos della costa che pure dista ad appena 10 km. Gli interni sono stati arredati con grande classe e attenzione ai minimi particolari. Bellissimi gli arredi, i tessuti, le decorazioni. L’albergo dispone di una piscina scavata nella roccia e di sauna, sala massaggi ed elisuperficie privata, mentre nelle immediate vicinanze c’è il campo da golf a 18 buche. L’elegante ristorante rosmarino è tra i migliori della provincia".

La Crosa (Vendone). Tre appartamenti per due, tre, quattro, cinque persone, con ingresso autonomo, cucina e giardino o terrazza privata in un tranquillo agriturismo. Piccola piscina per bambini, i proprietari organizzano escursioni naturalistiche a piedi e in mountain bike.

Il Frantoio (Torria di Chiusanico)."Soggiorni all’insegna di un assoluta semplicità in un bed & breakfast immerso tra gli ulivi. Splendida vista sulle Alpi Marittime. Dolci fatti in casa per la colazione del mattino".

Ca’ del Vescovo (Porto Maurizio): "Bed & breakfast in posizione centrale, con due camere e una suite. La suite è abbellita da un mosaico veneziano e un soffitto affrescato dal Carrega, importante pittore del posto del ‘700".

Relais San Damian (Imperia-Vasia): "Tra buganville e ulivi, palme e gelsomini, è un agriturismo in splendida posizione panoramica, il mare si può ammirare dalla piscina".

Hotel Rossini al Teatro (Imperia): "Un originale albergo a 4 stelle, nato due anni fa grazie ad un radicale rifacimento di un cinema-teatro. Il risultato è un moderno edificio di un certo impatto scenico….Gli interni sono stati progettati all’insegna di un stile pulito, lineare, elegante…Alcune camere dispongono di una spettacolare parete a vetro che le “proietta” verso l’esterno. L’albergo offre anche un minuscolo salotto panoramico dove trova posto una bella chaise-longue".

DOVE MERITA FERMARSI A MANGIARE ?

Palma (Alassio). Significativa la descrizione dei redattori: "Per la verità Alassio è fuori  dal nostro itinerario. Ma certo non potevamo non segnalare lo storico ristorante Palma, che ha scritto un pezzo della gastronomia ligure. La famiglia Viglietti ha sempre puntato senza compromessi sulla qualità, ma questo è forse l’unico punto in comune tra l’attuale conduzione ad opera di Massimo – che ha preso le redini della cucina – e il passato".

Aggiungiamo noi, quello di papà Silvio, laurea in giurisprudenza, un personaggio troppo spesso dimenticato proprio in Liguria, magari anche scomodo per la sua schiettezza con il coraggio di dire sempre ciò che pensa, a volte persino avversato. Un nome noto, comunque, tra i gourmet italiani, al punto che nei mesi scorsi si è verificato un curioso inconveniente. Era morto il fratello, pure lui noto chef, ma da Milano negli ambienti culinari qualcuno ha equivocato ed ha pagato sui giornali un necrologio annunciando la morte dell’indimenticabile Silvio Viglietti. Lunga vita, benemerito ristoratore! Se lo merita, soprattutto in Riviera e ad Alassio dove gli elogi di troppi mediocri o improvvisati spesso si sprecano sui giornali e guide.  

Il Palma, la più longeva stella Michelin della provincia di Savona.

Ancora il giudizio degli esperti di “Le strade del vino”: "I frequentatori del Palma di un tempo stenterebbero a credere che si tratta dello stesso locale, se vi facessero ritorno oggi…La cucina infatti propone piatti quasi “spericolati”, preparati con abbinamenti inediti, a volte sconcertanti. Può entusiasmare o lasciare perplessi, di certo fa discutere. Frutto di una selezione molto personale la carta dei vini e fascinosa la sala da pranzo. Costo medio del pasto 75 euro".

La Baita (Borghetto d’Arroscia): "La famiglia Ferrari guida questa trattoria dal 1885 in una minuscola frazione sopra Borghetto. Buona cucina casalinga, che acquista ulteriore sprint durante la stagione dei funghi e dei tartufi. Si spende 35 euro".

Agrodolce (Oneglia). "Raccolto locale sotto i portici davanti al porto…nei mesi estivi si trova posto anche all’aperto. A guidare la cucina è Andrea Sarri, membro dei Jeunes ristaurateurs d’Europe. L’associazione che raggruppa i giovani chef di maggior talento del continente. Propone piatti marinari a 50 euro che escono dagli abusati schemi della zona e non fa uso di pesci d’allevamento".

Hostaria (Porto Maurizio): "Piatti di pesce a 55 euro, con  qualche classica ricetta della cucina dell’entroterra ligure. Dalle verdure ripiene alle trofiette, in un piacevole locale con mattoni a vista e volte affacciate sulla piazzetta dell’antico borgo".

La Femme (Diano Marina): " Ecco un ristorante da 50 euro ancora poco noto, ma in grande crescita...L’ambiente è intimo e gradevole, mentre la cucina, curata ed originale, merita attenzione e vola decisamente alto rispetto agli standard della zona. La carta dei vini consente buone scelte senza che ci si debba svenare".

Luciano Corrado

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dal sito www.uominilberi.eu