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Finale Ligure, 21 Giugno 2007

PROMEMORIA PIAGGIO          

“SOS Speculazione” organizzato nella serata del 12 giugno u.s. dal gruppo Un’altra Finale è stata l’ennesima occasione mancata per dare luce alla vicenda dello spostamento dello stabilimento Piaggio nell’insieme delle questioni che raccoglie.  

Mentre si apprezzerebbe una sana attività giornalistica utile ad informare i cittadini su tutti gli aspetti delle cronache, non omettendo  alcuna parte e non lasciandosi condizionare da lobby di potere, risulta meno comprensibile buttare tutti e tutto nel mare del malaffare, omettendo parti rilevanti delle vicende e livellando così ogni azione politica, economica e sindacale alla stessa finalità. 

Nel nostro caso l’approccio urbanistico soffoca quello industriale e relega i lavoratori ed i rappresentanti sindacali al ruolo di “ostaggi” dei poteri forti. 

Invero, i cosiddetti “poteri forti” negli anni ‘90 non riuscirono a chiudere la fabbrica e a portare altrove gli ottimi prodotti velivolistici e motoristici che qui vengono progettati, costruiti, assemblati e testati (il P180 è l’unico aereo interamente progettato in Italia, realizzato e costruito a Finale Ligure ed tra i motori viene revisionato il Viper 632 per la Pattuglia Acrobatica Nazionale – le Frecce Tricolori)  . Quindi non è  vero che si soccombe sempre.

Il P180 non vola solo per le Amministrazioni Nazionali ma ad oggi si contano 135 unità in giro per il mondo.  

Per questi ed altri motivi riteniamo inadatta la parte che vuole essere scritta per i lavoratori che invece si aspettano da chi si interessa e si impegna nella “cosa pubblica”, di veder difesa la loro dignità, con  la partecipazione alla vicenda  Piaggio nella sua interezza.  

Il ruolo economico, industriale e sociale che questa possiede nei suoi intrecci con il mondo della scuola, dell’università, della ricerca e dell’indotto deve avere almeno pari considerazione della sistemazione del territorio dove attualmente insistono gli oltre 400.000 metri cubi dello Stabilimento di Finale Ligure.

Il tema della “politica economica” di un territorio non è una banalità, pertanto la dislocazione sull’aeroporto va considerata come uno sviluppo ed un’opportunità al fine di radicare le attività di indotto, evitando di disperdere il nostro lavoro altrove.

Attualmente la Piaggio utilizza ditte esterne per supportare i suoi programmi  e, secondo i progetti di crescita produttiva del velivolo P180, dopo la saturazione degli impianti attuali, ve ne sarà ulteriore bisogno con l’arrivo del nuovo programma motoristico PW200.

L’azienda ha inoltre scelto di abbandonare le coproduzioni con altre aziende del settore  velivolistico e ciò sta comportando il passaggio di lavoro ad aziende dell’est Europa (che peraltro non è più così competitiva sia economicamente che qualitativamente come nel passato) o, nel caso del P180, in altre regioni italiane (facendo viaggiare con costi altissimi le stesse merci che potrebbero essere costruite qui intorno) ed alimentando lo stesso sistema di trasporti che i cittadini condannano quando si tratta di acqua minerale o altre merci, trasportate in lungo ed in largo per l’Italia. 

L’abbandono del lavoro sul programma C27J (in collaborazione con Alenia) è stato determinato, sempre a detta dell’Azienda, per mancanza di margine di guadagno. Ogni troncone del velivolo faceva perdere alcune centinaia di migliaia di euro, a causa del mancato completamento del programma di industrializzazione dovuto a scelte manageriali passate, che non prevedevano crescita nelle vendite, e che ora rende impossibile sostenere ratei di produzione più alti.

Eppure, dopo aver stabilizzato la produzione interna ed aver avviato il programma motoristico PW200 sarebbe utile ricontrattare i termini economici della partecipazione a programmi di coproduzione.

 In Italia è in avvio una ingente quantità di lavoro nel settore velivolistico a seguito di diversi accordi internazionali di produzione aerostrutturali. L’ultimo quello tra Alenia e Sukhoi per il progetto dell’aereo regionale  RRJ.   

La prospettiva  di un nuovo stabilimento ed un intervento politico mirato alla crescita produttiva del territorio potrebbe portare i benefici di un piano strategico che superi il solo legame al programma P180.

Ciò è  utile per non perdere l’aggancio con Aziende di prim’ordine nel settore, ed invece creare occasioni di crescita tecnologica e conoscenze aeronautiche.

Solo affrontando i temi industriali si comprende l’importanza o meno dell’operazione Piaggio per lo sviluppo del Lavoro di qualità.

I lavoratori hanno rifiutato le prime idee sullo spostamento aziendale nel momento che si proponevano grandi torri e grandi porti e la fuoriuscita dall’Amministrazione Controllata rendeva debole la sostenibilità finanziaria della prospettiva industriale.

Ad oggi  sono passati circa sei anni dalle prime lettere e presentazioni alle amministrazioni locali ed ai lavoratori dei progetti di sviluppo e delocalizzazione sull’aeroporto di Villanova d’Albenga e, come oltre cento anni fa quando Piaggio si proponeva al Comune per impiantare lo stabilimento, il ruolo delle istituzioni deve essere oculato e deve tenere insieme, con dignità – lo ripeto - il ruolo e gli interessi di tutti gli attori. Ricordando che, di questi tempi, per evitare che la nostra Terra diventi di altri ci vuole anche  Lavoro come questo.

 Paola Boetto                      Delegata FIOM-CGIL – RSU Stab.to Piaggio Finale L.