Per capire gli umori politici occorre innanzitutto identificare “l’elettore medio” dei due schieramenti.
L’Amleto frustrato

                                              di Nonna Abelarda        versione stampabile

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Ho letto, la settimana scorsa su Trucioli, molti commenti intelligenti alle ultime elezioni. Sentendomi pungolata, mi accodo buon ultima, ad aggiungere i miei due centesimi al dibattito.

Per capire gli umori politici occorre innanzitutto identificare “l’elettore medio” dei due schieramenti. Così, alla buona e generalizzando, io, che frequento da tempo forum e mailing list e spazi di discussione in Internet, un’idea me la sono fatta, spesso agghiacciante. Teniamo conto che qui dovrebbe bazzicare, secondo statistica, la parte tendenzialmente acculturata del paese. Figurarsi gli altri.

Allora, l’elettore di centro destra di solito è granitico, privo di dubbi e di spirito critico, ma soprattutto di autocritica. Aderisce visceralmente allo schieramento, non ne mette in discussione, almeno verso l’esterno, contraddizioni e punti deboli, né critica mai i capi. Anzi, più li sente criticati, anche con prove e argomenti logici, più si rafforza nelle sue convinzioni. E’ apertamente fazioso. Non ha bisogno di argomenti logici per giustificare le sue posizioni: per lui sono quasi “una fede”, come  dicono i tifosi del calcio, ai quali somiglia molto.   Non a caso gioisce con cori da stadio a ogni debacle degli avversari, non a caso a ogni vittoria del Milan i voti s’impennano. Pratica con entusiasmo il culto della personalità, o almeno del personaggio, e non ha bisogno di molto altro per crederci. Di fronte a culmini di sottile analisi politica come: “il mio capo è bello e vincente, voi c’avete il mortadella che fa schifo”, quali argomenti si possono mai opporre? Per chi non vuole vedere mai il re nudo, contano solo le apparenze, la facciata, l’euforia di partecipare in qualche modo del successo, della luce riflessa del ricco e potente. Poco importa che la facciata sia sempre più a pezzi, in un impietoso ritratto di Dorian Gray. Io che non guardo mai i tg, proprio perché mi disgustano abbastanza facce e dichiarazioni dei politici tutti o quasi, sono rimasta colpita in questi giorni dal cambiamento del grande comunicatore: tiratissimo, grottesco, ridotto a poche impietose rughe abbronzate e sorriso tipo gatto del Cheshire. L’enfasi e la caricatura di se stesso. Ma va bene lo stesso per i suoi fan da concerto rock.

Le critiche, dicevo, da qualsiasi parte vengano e qualunque argomento riportino, non riceveranno mai risposta, tentativi di negare e controbattere entrando nel merito della questione, ma sempre e solo risposte che iniziano con: voi, però… e giù una lunga lista di malefatte di Prodi, marachelle di Fassino,  scandali veri o millantati, depistaggi, crimini e misfatti della “sinistra”.

 

Non serve protestare debolmente che, se criticate una parte, non necessariamente parteggiate per l’altra o la credete immacolata. Non vi ascolteranno nemmeno. Loro ragionano così.

Del resto, dall’altro lato non troverete quasi  mai persone disposte a difendere impudentemente e a spada tratta la propria parte politica, negando anche l’evidenza e controbattendo nello stesso modo, ma esseri disposti anche troppo al dubbio e alla critica, perfettamente consapevoli di tutti i difetti e lati oscuri dei capi, fin troppo onesti e obiettivi, ingenui se vogliamo, (o in qualche caso, andando in alto, complici e compromessi con la parte avversa?)  che, cascando il più delle volte nella trappola, inizieranno ad ammettere questa o quella colpa, a discutere questo o quel punto o quell’ordine di gravità, finendo schiacciati dalla tracotanza avversaria.

Nel tempo, ho visto passare inosservate o messe presto a tacere tante di quelle scandalose travi negli occhi del centrodestra…In compenso ogni pagliuzza in quelli del centrosinistra brilla come oro nel sole, e come un filone d’oro viene sfruttata fino all’ultimo per chiassose e redditizie campagne denigratorie.

Il centrodestra piace perché semplifica le idee, fino alla rozzezza: il centrosinistra è odiato perché applica filosofie, concetti elaborati, sottili distinguo. L’uno è un caterpillar, che tira diritto per la sua strada schiacciando ciò che si oppone, quando occorre, resistendo impavido ai deboli strilli avversari; l’altro è un fragile guscio di noce esposto a tutti i venti del dubbio, degli scrupoli morali o ideologici o fideistici,  degli attacchi esterni e interni. Uno scontro fra i due modi di pensare somiglia tanto a quello fra gli innamoratini di Peynet e Conan il barbaro. Non c’è storia.

L’elettore potenziale del centro sinistra è un Amleto, sempre un po’ malinconico, tendenzialmente depresso o pessimista, idealista, ipercritico, scettico che non ci crede poi tanto, preda di dubbi, eccessivamente sensibile. E di questi tempi, anche un po’ Cassandra, avendo davanti agli occhi tutte le magagne e le possibili conseguenze negative, e vedendole avverarsi una per una, sentendosi impotente, diviso da un muro di vetro insonorizzato da coloro che sono nella stanza dei bottoni, chiedendosi disperato perché loro non le percepiscano, tutte queste evidenze che capirebbe anche un bambino.

Di conseguenza, è un Amleto piuttosto frustrato.  Il dubbio è sempre: ma questi, ci sono o ci fanno? Sono presuntuosi, ottusi, non capiscono, o non vogliono capire? Sono dei masochisti che corrono verso il suicidio, dei politicanti così catturati dal gioco e dalla ragnatela della politica stessa, da perdere di vista i fatti, o solo degli impuniti che badano ai loro affari, alla poltrona, o dei conniventi, o se li è comprati tutti quello là, o cos’altro?

Il messaggio, all’epoca delle primarie, era chiaro: riunitevi, compattatevi, scegliete un leader e una linea comune, di compromesso, dateci qualche cambiamento positivo, e noi vi seguiremo, dato che non ne possiamo più. E’ stato raccolto tardivamente e male, con l’assurda nascita di questo partito democratico, da molti, troppi, definito un cadavere che cammina. E con poche e mal evidenziate azioni positive di governo, che distinguessero dal passato. Anzi. Non ho ancora sentito un entusiasta, a parte loro. Né d’altra parte ho ancora sentito riportare, dalla stampa “amica” dei moderati “rinnovatori”, tipo Repubblica, le vere critiche, spietate, articolate, che pure su Internet, fra le tante voci popolari dei semplici elettori,  dominano. Su Repubblica c’era, però, il sondaggio che dava puntualmente in calo vertiginoso i voti del nuovo pd, di molto inferiori alla somma dei partiti separati. E così, ovviamente, si è già verificato nelle amministrative. Questi segnali non bastano? Si va avanti lo stesso, verso gli scogli, convinti che basti rimescolare la gente a bordo per evitare il naufragio? Ma li guardate, qualche volta, i sondaggi, che tanto aiutano dall’altra parte, dove li commissionano con cura? Ma la smettete, di coltivare a ogni costo l’orticello dei centristi che tanto non vi votano, ve l’hanno fatto capire in tutti i modi, per loro sarete sempre “i comunisti” qualsiasi cosa facciate, e intanto, per lusingarli, lasciate evaporare ogni minima traccia di ideali di sinistra vi sia rimasta, appiattendovi sulla linea untuosa e baciapile e voltagabbana di Rutelli & C. , perdendo per strada il consenso e la fiducia di chi, pur moderato,  vorrebbe cambiare questa Italia degradata moralmente? Prima di cercar voti altrove, salvate i vostri.

E così, avanti verso la disfatta. Non a caso il centro destra rialza la testa (non l’aveva mai abbassata, a dire il vero, mai aveva accettato un civile confronto in Parlamento: l’atteggiamento grottesco del leader,  già a pochi mesi dalle lezioni, lo diceva chiaro, nella frase ossimora: “io sono disinteressato, voglio solo il bene del paese: elezioni subito!” Con buona pace della logica e della democrazia, che suggerisce come il bene del paese sia evitare di destabilizzare, evitare liti ed estremizzazioni, cercare di collaborare con una opposizione pacata, attenta e civile, cosa che oggi ci sogniamo di notte). Pazienza se i voti persi dal pd andassero a qualche altra forza dello schieramento: sarebbe un segnale sonoro  di dissenso, che salverebbe la baracca. Ma no, lì ci sono i troppo deboli, i troppo verdi, i troppo rossi, non li salveranno gli onesti Angius e Mussi, ahimé,  poco telegenici, poco incisivi e mediatici, e così il tutto finirà in distruttiva astensione.

A chi importerà qualcosa se l’eventuale 30% di FI, calcolando l’astensione, corrisponderà alla metà, e cioè non saranno cresciuti in totale gli elettori del centrodestra, ma avrà solo perso sonoramente il centro sinistra? Ciò che conta, sono le maggioranze trionfali e arroganti che emergeranno dallo scontro. Disastrose per il Paese, e qui lo dico e lo sottolineo, facile profeta di sventura.

C’è ancora tempo per salvare qualcosa, invertire la rotta, arginare le falle? Non lo so, non ho tale presunzione. Io, sommessamente, se potessi suggerirei: se proprio proprio non si può lasciar perdere l’idea oscena del pd, un leader unico subito, tipo Veltroni, o la Finocchiaro, a cui sia data autorità di traghettare al dopo Prodi, un programma chiaro e preciso con qualche elemento innovativo, chi se ne frega del populismo del tesoretto alle famiglie, questi mezzucci spiccioli piacciono a destra, chi vota a sinistra fa anche dei sacrifici, se gliene spieghi la ragione e gli dai qualcosa di positivo in cambio, non parliamo sempre di operai e pensionati, che ormai sono quasi dei privilegiati rispetto ai giovani precari, chi vota a sinistra vorrebbe più stabilità e dignità del lavoro, attenzione all’ambiente, alle nuove energie e tecnologie, una scuola e sanità pubblica risanate ed efficienti, meno costi della politica, più trasparenza, e, finalmente, mezzi d’informazione più civili, a partire dalla tv pubblica che è un’oscenità. E se proprio non si può mettere un freno e un bavaglio alla tracotanza di quello là, almeno spuntargli le armi.

Smettetela di baloccarvi con carbone e cemento e inceneritori, grandi infrastrutture costose e inutili, servilismo agli USA più di prima, e forse qualcuno tornerà a percepire una differenza di sfumatura, fra i due blocchi.

Ma la vedo dura: purtroppo a mettersi di mezzo c’è anche un altro grosso nodo irrisolto, una divisione infame che attraversa i due lati e impedisce l’approvazione di leggi civili. Non è, come dice qualcuno, lo scontro “fra laici e cattolici”, ma fra coloro, credenti o meno, con una visione morale anche severa ma moderna, che guarda comunque all’individuo, alla sua dignità e diritti, e coloro che preferiscono seguire pedissequamente i dettami oscurantisti e sessuofobi delle alte sfere vaticane, che partoriscono capolavori di confusione e ovvietà come il family day (ma perché il nome inglese? Siamo a MTV?)

Permettetemi un ultimo sfogo, dopo aver sbrodolato tanto: ma cosa diavolo (è il caso di dirlo) sono i “teodem”? Chi li ha inventati, ce li ha mandati fra i piedi, e soprattutto, ce li meritiamo proprio, se ne sentiva davvero il bisogno? Una come la Binetti, che quando parla al confronto papa Ratzinger sembra il Che, cosa ci fa nel centrosinistra, che starebbe bene a braccetto con Bondi e Calderoli?

Anzi, per dirla come Amleto, appunto: “ ma va’ in convento!”

Nonna Abelarda