versione stampabile 

La mia sinistra democratica
Weltanschauung

di Domenico Maglio

La mia sinistra democratica sta provando a partire.
La mia sinistra democratica si sta mettendo su un binario morto.

I macchinisti parrebbero essere sempre gli stessi, con le stesse idee, gli stessi slogan, recitando frasi scopiazzate qua e là in qualche giornale, così, tanto per darsi una legittimata veloce, e giustificare in qualche modo

l’appropriazione di una specie di cabina di regia, che francamente viste le premesse chiunque abbia una minima visione del futuro non ha voglia neppure di contrastare.

Per fortuna sono solo episodi di caporaletti locali che non inficeranno il progetto generale, ma il fatto non può non destare qualche perplessità.

Si pensava che con l’avvio dell’eclissi dei DS stesse tramontando anche la cupidigia del potere, per quanto ridicolo e effimero possa attualmente essere, ma evidentemente il radicamento dei concetti oramai superati riemergono, volutamente o inconsciamente, rischiando di far fallire anche questa che potrebbe invece essere un’entusiasmante avventura.

Sbagliato l’approccio frettoloso portato dal timore di essere usurpati da chissà cosa, sbagliata la trepidazione usata per  farsi largo a gomitate, sbagliato il modo di agire preventivo ad escludendum, sbagliato non centrare il punto politico fondamentale nascondendolo dietro stentoree affermazioni unitarie, forse utili soltanto per sentirsi ancora vivi.

La realtà è quella che tutti percepiscono e che nessuno dice: Sinistra Democratica potrebbe rappresentare un mezzo dedito al riciclo e su quest’onda fare surf  autolegittimante.

Nessuno può negare che anche le platee, almeno fino ad oggi, a ben guardare sono sempre le stesse, e ogni volta sembrano anche un po’ più vecchie e un po’ più stanche, e dire che le energie esistono e sono più vive che mai,  però non si fanno coinvolgere, ma di questo pare che nessuno se ne preoccupi, tutti impegnati come sono alla ricerca della luce.

Nessun messaggio nuovo concreto a parte la sbandierata unità della sinistra, oramai entrata nel linguaggio comune di molti, forse troppi, che con il ripeterlo ne hanno anche perso il senso, unità necessaria si dice, ma la realtà è ben diversa, unità impossibile e unità possibile al contempo.

Per capirlo bisognerebbe però fare un’analisi frutto dei propri pensieri, dei propri convincimenti, bisognerebbe dire ciò che si pensa invece che ripetere concetti altrui buoni solo per autogratificarsi, sarebbe opportuno rendersi conto che oramai nessuno è più disposto a seguire nessuno se non si sente coinvolto veramente, si partecipa a un progetto qualunque esso sia solo se si ha la convinzione che la propria opinione conti e possa avere un peso, possa essere accolta e discussa.

Weltanschauung.

Sinistra Democratica potrà avere un avvenire solo se sarà frutto del coinvolgimento collettivo di coloro che in un ideale si riconoscono. Coinvolgimento collettivo, non ristretto, coinvolgimento attualmente alienato nella presunzione.

Purtroppo c’è invece chi crede che debba ancora esistere un’avanguardia illuminata, un gruppo in possesso della gnosi, che indichi la via da seguire ad altri che si pensa siano affetti da parziale o totale cecità da non essere in grado di capire da soli.

 Nulla è più deleterio e disgregativo dell’enunciazione di concetti simili, sconfitti dalla storia.

Al recente rendez-vous dei senza casa DS è apparso ben chiara la completa assenza di una analisi politica vera,  e l’approccio iniziale indicava già lo stravolgimento della scaletta determinante alla costruzione di un partito o movimento  che sia,  con l’avanguardia tesa ad indicare il nuovo umanesimo ( ma si sa di cosa si parla?) sorvolante sul punto fondamentale : da che parte si va e perchè.   Si lanciava invece nella nomina di pastori senza gregge preventivamente preparati, di organizzazioni economiche assolutamente improponibili visto a chi andrà indirizzata la richiesta, ma nulla che richiamasse un concetto politico di fondo.

D’altronde il balbettio degli oratori del momento personalmente non attraeva, inutile abbozzare una discussione data l’ovvietà dei contenuti.

Weltanschauung : concetto sconosciuto i predicatori da sagre.

Soltanto un aspetto avrebbe forse meritato un accenno,  ma dato che nessuno lo ha sollevato si può provare a farlo qui, sperando che tutte le provocazioni precedenti servano allo scopo verso il quale sono indirizzate, far capire che si può fare diversamente e meglio.

Il concetto dell’impossibilità o della possibilità unificatrice delle forze che si collocano nell’area della sinistra non può dimenticarsi di partire dalla discussione storica della contrapposizione tra concezioni diverse e alternative, due visioni della società opposte per arrivare al fine unico, quello si che può dirsi unitario.

L’analisi è lunga e complessa, e non è il caso di affrontarla in queste poche righe, però resta la certezza - comprovata dalla frammentazione politica della sinistra - a dirci che forse quel qualcosa ora ricercato esiste a condizione che si parta dalle basi, cioè cosa significa socialismo, quale è stata la sua funzione, se esiste ancora lo spazio affinché questa funzione possa essere esercitata, proprio partendo dall’assunto che non è concepibile una società gestita interamente dal mercato senza una funzione sociale, quindi senza una funzione socialista.

Chi scrive avverte però alcune difficoltà, a prescindere dall’ironia delle righe precedenti al riguardo delle auto nomine, e cioè che se questa utopica unità a sinistra si vuole realizzarla non bisogna partire dalla coda ma dalla testa, quindi bisogna prima dire dove si va e poi vedere come.

Parlare con alcuni partiti politici escludendone altri e soprattutto non coinvolgendo l’associazionismo, rappresenta uno strano modo di aggregare in cerca di unità.

Si dimentica che tutti gli altri partiti, nessuno escluso, hanno già una casa politica anche se discutibile a volte, mentre chi ha lasciato i DS non ha nulla se non la volontà e le buone intenzioni, avere la presunzione di essere la panacea che tutti aspettavano è un concetto risibile e fuorviante. Nessuno aspettava gli ex DS per approdare al Regno della Ragione.

Se l’unità della sinistra è veramente l’idea di fondo, poggiata sull’ideologia, è da li che si deve partire, ma il forzare gli eventi perché questa unità è diventata necessaria alla rappresentanza, significa al contrario che esiste la necessità di unire gli uomini ma non il pensiero socialista.

Partire da qui indica un percorso che potrà essere buono per l’inizio, che potrà accontentare qualcuno nell’immediato ma sarà senza il fine ultimo che rappresenta l’unione delle idee per una società diversa dall’attuale.

Se la sinistra non si è mai unità in passato, anzi si è sempre più divisa, le motivazioni non sono da sottovalutare, la classe politica dal dopo guerra al 1989, e nonostante tutto, fino ad oggi non era e non è proprio l’ultima arrivata, quindi un’unità poggiata solo sulle possibilità numeriche che portino a superare sbarramenti elettorali, potranno portare qualche assessore, e accontentare le ambizioni di pochi, ma niente più.

Ecco perché bisognerebbe partire da più a fondo, andare al cuore delle ideologie, li si troveranno terreni comuni o divergenze insanabili, è lì che bisogna cercare senza paura e senza arroganza, non dietro la corsa ai palchetti reali, lì si trova solo la polvere del passato.

Un percorso politico deve essere costruito con pazienza e mettendo in conto che la sua nascita possa andare anche oltre la propria esistenza, amministrativa o fisica, altrimenti diventa egoismo.

Solo così l’unità da impossibile diventa possibile. La Weltanschauung si realizza.

Se l’unità diventerà possibile, allora si potrebbe anche salire su quel treno.

Domenico Maglio