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Un contributo agli studenti del  Chiabrera

Cari studenti, dalle vostre osservazioni, ma anche e soprattutto dai tanti reclami e considerazioni che riceviamo come associazione (di volontariato per la promozione della tutela degli interessi fondamentali dei cittadini),emerge una crisi del mondo scolastico-univesitario che appare generata da troppi fattori per consentire una risposta complessiva, che però sarebbe auspicabile potesse esistere, per consentire rimedi attuabili. Poichè, dunque, da decenni questi stessi problemi si trascinano, e nessuno trova soluzioni, la nostra proposta alle Istituzioni è stata quella di tornare agli schemi di quegli antichi rapporti tra docente e studente che premiava l'offerta, ma non da parte di chi la produceva, e tende ad autoassolversi o autopromuoversi (da noi fondamentalmente lo Stato), ma da parte della stessa "domanda". Insomma, detto in poche parole, per non aggiunger tedio alle vostre già sovraffollate (ma tese non tanto a farvi sapere quel che vi serve, ma quel che i cd Poteri forti vogliono rendere noto e normale, cioè a normalizzarvi, la stessa Costituzione ciò prefigura basando l'offerta sulla scuola pubblica) materie, servirebbe una riforma, ma non solo per rimescolare le carte, come da tempo suole accadere. In virtù di essa la Scuola dovrebbe cessare di essere luogo promiscuo di parcheggio, titolificio, insegnamento e cultura; dovrebbe limitarsi all'insegnamento, ed anche all’educazione, ma solo su esplicita delega , non in bianco, dei titolari della cd patria potestà, affinchè non si ammannisca pensiero unico dittatoriale di Stato. Per ottenere questo, serve che gli alunni non ci vadano perchè obbligati, né interessati ad una scuola fine, ma mezzo; che la Scuola ,o Università, non conferisca diplomi, nè voti, che i costi siano integralmente sopportati dagli studenti (salvo, per gli studenti indigenti, prestiti da restituire, ma con gli interessi di mercato, al più presto, o quando lavoreranno), che quindi non esistano titoli a valore legale; che esistano degli Ospizi, cioè tipo i vecchi Oratori o Centri sociali, o Nidi, per aiutare i genitori impediti, per lavoro o altro, a prendersi cura dei figli minorenni che non abbiano voglia di studiare, o non possano. Non si dovrebbe mai confondere il ruolo del domatore con quello di insegnante, mentre in sostanza adesso pare che questo si chieda. Secondo noi, i giovani che adesso usano i locali e l’occasione scolastica per intrattenere divagazioni sessuali o stupefacenti, o di relazione sociale, chiacchiere o bullismo vario, visto che, a pagare gli insegnati direttamente, il "tassametro" corre, e nessun frutto avrebbe il soggiornare in aule per anni di importante giovinezza, sarebbero più interessati a seguire le lezioni, inseguire i concetti, sfruttare quel che gli insegnanti conoscono, ed indirettamente darebbero meno intralcio ai compagni desiderosi di trarre dall’insegnamento il massimo, poiché all’esterno li attenderebbe la prova dei risultati, e non la spendita di titoli, ormai di massa, altamente svalutati. A tutti comunque buoni prossimi scrutini ed esami.

Francesco Battaglia

Presidente pt- ALDC-associazione ligure difesa del cittadino-CP 355-Savona-17100