versione stampabile     

 

 

DEAZIENDALIZZAZIONE DEL S. CORONA:

UN PROBLEMA DI MERITO O DI METODO?

 

 

Savona, 21/05/2007

 

DOCUMENTO LICENZIATO IL GIORNO 21/05/2007 DALLA SEGRETERIA PROVINCIALE  – DAI GRUPPI CONSILIARI SOCIALISTI, DELLA PROVINCIA E DEL COMUNE DI SAVONA.

 

Il dibattito circa i futuri assetti della sanità provinciale, che ormai da qualche tempo sta tenendo banco tra gli addetti ai lavori e non solo, si è fino ad oggi svolto più sulla carta stampata che nelle sedi istituzionali, con il rincorrersi di dichiarazioni, notizie e voci più o meno veritiere che hanno contribuito a generare ed alimentare un clima di confusione e allarmismo generalizzato.

 

Poiché la questione, invero, è di estrema delicatezza e complessità, è necessario che venga ricomposta nel giusto alveo istituzionale affinchè possa essere analizzata e discussa nell’ambito di un progetto complessivo di programmazione, ovvero di riprogrammazione, del servizio sanitario regionale.

 

Tralasciando tuttavia il metodo - che ha comunque evidenziato in modo palese un problema di gestione della comunicazione - è oggi importante entrare nel merito della proposta, focalizzandone l’aspetto pregnante, che non può evidentemente essere limitato soltanto al problema della forma (azienda sì, azienda no) ma che deve invece essere legato ad un problema di contenuti, intesi come la necessità di perseguire un obiettivo di potenziamento quali-quantitativo dell’offerta sanitaria e socio sanitaria in provincia di Savona.

 

Le obiezioni - sorte da più parti - alla proposta dell’inglobamento del S. Corona nell’A.S.L. 2 come presidio ospedaliero, denunciano tutte il timore che la deaziendalizzazione, così come viene prospettata, possa essere in realtà il primo passo verso un depotenziamento del nosocomio stesso, se non addirittura verso un’alienazione vera e propria (à prospettive immobiliari?).

 

Volendo attenerci, invero, senza posizioni pregiudiziali, alle assicurazioni pronunciate dall’Assessore Regionale alla Salute circa la garanzia che la deaziendalizzazione non deve essere intesa come un disinvestimento della Regione sul S. Corona - né, tantomeno sulla realtà provinciale - ma, al contrario, come la volontà di perseguire un migliore riassetto del sistema sanitario, ci si deve porre la domanda su quali possano essere i realistici obiettivi per realizzare un effettivo miglioramento del sistema sanitario nella Provincia di Savona, in una visione che travalichi i limiti spaziali e territoriali del comprensorio pietrese e finalese, aprendosi ad una prospettiva appunto provinciale e regionale secondo un più generale concetto di “area vasta”.

 

Analizziamo quindi quali potrebbero e dovrebbero realisticamente essere le garanzie e gli obiettivi dai quali non si potrà prescindere nella realizzazione di questa svolta, identificandola positivamente come un’opportunità da cogliere per un miglioramento dei servizi nella nostra provincia:

 

1.    Inserimento della proposta di deaziendalizzazione del S. Corona in un progetto organico di riassetto del sistema sanitario regionale, che comunque dia garanzia - anche sul medio e lungo periodo - degli attuali livelli quali-quantitativi nella Provincia di Savona.

 

2.    Nell’ambito di un progetto di riassetto del sistema sanitario regionale, la presentazione di un dettagliato piano dei conti, che motivi e supporti oggettivamente il riassetto stesso.

 

3.    Mantenimento c/o il S. Corona - e quindi in Provincia di Savona e nel ponente ligure - del D.E.A. (Dipartimento di Emergenza) di II Livello con le specialità ad esso collegate: Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Neuroradiologia, Neurochirurgia, Medicina Nucleare, Ostetricia-Ginecologia e Pediatria.

 

4.    Riassetto della rete ospedaliera provinciale secondo criteri di razionalizzazione e riorganizzazione. In sostanza, i presidi ospedalieri presenti sul territorio dell’A.S.L. 2 (nei comuni di Albenga, Pietra Ligure, Savona, Cairo) e a maggior ragione i tre ospedali concentrati nella fascia costiera in un arco di circa 40 km, dovranno “creare sistema” attuando una reale integrazione tra loro. Creare sistema attraverso processi di razionalizzazione ed integrazione significa - per fare un esempio - rapportare l’attuale offerta delle specialità al bacino di popolazione, evitando inutili duplicazioni di funzioni, eventualmente riducendole nel numero, ma potenziandole contestualmente sotto l’aspetto qualitativo e dell’appropriatezza delle prestazioni che dovranno essere sempre più indirizzate verso l’alta specializzazione. In questo contesto andrà opportunamente definito anche il ruolo del nuovo ospedale di Albenga, con il riconoscimento delle specialità di base di cui necessita per esercitare al meglio una forte funzione comprensoriale. Per quanto riguarda il bacino di popolazione di riferimento, non bisogna infine dimenticare il notevole incremento che la Provincia di Savona subisce nei mesi estivi ed altresì l’alto tasso di incidentalità dell’Autostrada dei Fiori.

 

5.    In un contesto di alta specializzazione, dovranno essere date ampie garanzie circa la salvaguardia ed il potenziamento delle “eccellenze” in oggi già presenti, in particolare presso il S. Corona e presso il S. Paolo e che identificano questi presidi quali centri di riferimento regionali, nazionali ed internazionali. Si dovrà in questo senso pensare (ed impegnarsi a realizzarlo) al sistema degli ospedali savonesi come ad un polo d’attrazione per tutto il centro-nord e per le regioni confinanti della Francia, anche sul versante della ricerca e dei rapporti con le Università.

 

6.    Realizzazione di una maggiore e fattiva integrazione ospedale-territorio, anche attraverso lo sviluppo dei relativi dipartimenti già in essere, necessaria per la crescita e l’adeguamento della risposta assistenziale ai bisogni della popolazione. Nello specifico, si può portare l’esempio del Dipartimento Materno Infantile dell’A.S.L. 2, all’interno del quale si attua l’integrazione fra i servizi deputati all’assistenza territoriale (Consultoriale e Disabili) e l’assistenza ospedaliera (Ostetricia-Ginecologia e Pediatria). Tale modello organizzativo, se correttamente implementato, potrebbe consentire una gestione omogenea del passaggio del polo materno infantile del S. Corona all’interno dell’A.S.L. 2 e potrebbe, altresì, ad esempio sul fronte della riabilitazione, concretizzare una vera e propria integrazione fra l’Unità Spinale Unipolare (U.S.U.) e la rete territoriale, in grado di potenziare ulteriormente il ruolo stesso dell’U.S.U. quale Centro di riferimento di Alta Specialità.

 

7.    Sviluppo del ruolo attivo della Conferenza dei Sindaci nella fase della programmazione e della pianificazione strategica delle linee di politica sanitaria.

 

8.    Coinvolgimento, in fase decisionale, delle rappresentanze degli operatori della sanità (dirigenza medica e non, rappresentanze del comparto), rappresentanze sindacali,  dell’associazionismo e del volontariato.