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Caro compagno Miceli,                                                                       Finale Ligure  13.3.05 

Ti scrivo queste poche righe che in parte ribadiscono quanto ti avevo già accennato in altre occasioni, non so se te ne ricordi visto i molteplici impegni che hai in questo periodo, e che mi auguro avrai anche in misura maggiore in futuro. 

Il punto che vorrei fosse preso in considerazione maggiore, e mi piacerebbe stimolare la tua sensibilità su questa problematica, è la sicurezza sui luoghi di lavoro, tutti i luoghi di lavoro, dalla grande fabbrica al piccolo impresario, tutti quindi in generale ma in particolare per quanto riguarda il mondo dell’edilizia e il suo indotto fatto di trasportatori, piccoli artigiani sub appaltatori, ecc.

Anche oggi purtroppo siamo stati funestati da tragiche notizie, il 12 marzo 2005, un altro ragazzo ha perso la vita in un cantiere di Voltri, lo avrai certamente saputo.

È soltanto un’altra vita spezzata che si accoda ad una serie lunghissima, un altro nome che verrà presto dimenticato, come molti altri sarà un futuro cancellato per sempre, un ragazzo che sarà presto un numero che incrementa le statistiche ahimè funeste che riguardano tutti i settori del mondo del lavoro, e in particolare l’edilizia.

Questo settore lo conosco molto bene, perché nei cantieri ci lavoro, sono un geom. di cantiere dato che ho scelto da tempo di rinunciare alle comodità dell’ufficio per vivere e lavorare sul campo, in mezzo agli operai, perché solo così si possono comprendere le loro apprensioni, i loro umori, capire le loro difficoltà e i loro problemi, aiutarli e difenderli per quanto possibile dai molti soprusi ai quali sono spesso per non dire sempre sottoposti, e potrei fare un lungo elenco in proposito.

Io sono diventato uno di loro, orgogliosamente uno come loro, senza approffittare della mia posizione che mi permetterebbe comportamenti più distanti dalle loro operatività, spesso mi assumo colpe che non sono mie, ma la mia è una posizione più difendibile di quella di un semplice manovale, per questo sono sempre rispettato nei cantieri dove lavoro e rimpianto dalle maestranze quando vado via, non sono per contro molto amato dai titolari delle imprese dato che sono troppo “di sinistra, troppo dalla parte operaia”. Ma questo è un altro discorso.

Vivendo questo mestiere sono a contatto di molte realtà, spesso sconosciute a chi non è dentro appieno nel mondo dei cantieri, dove si vede l’arroganza di molte impresari, ma non tutti per fortuna ed è bene precisarlo, e quando capitano incidenti mortali come quello di oggi mi prendono brividi freddi e mi trovo a dire tra me e me che è tutto come al solito, perché si sanno degli incidenti più gravi, per non dire solo di quelli mortali, e quando si sentono dichiarazioni dei responsabili (ma ce ne sono in realtà ? ) che affermano che quell’operaio non doveva essere in quel tale posto a fare quel tale lavoro, mi viene una rabbia infinita e incontrollabile perché so che quel ragazzo era li a fare quello che faceva perché li è stato mandato da chi si stupisce a fatto avvenuto davanti alle telecamere, dichiarazioni ipocrite e false che però non toglieranno il sonno a chi le rilascia, toglieranno invece una vita ad una madre che non vedrà più tornare a casa il proprio figlio, o un figlio che non vedrà mai più il proprio padre.

Potrei citarti moltissimi esempi, sia di cittadini italiani e stranieri, questi ultimi fanno parte delle classi più sfruttate come nemmeno puoi lontanamente immaginare nonostante la tua militanza in CGIL, ma io che le ho vissute e che le vedo anche quando sono nascoste, mimetizzate, nessuno può raccontarmi certe cose, e nessuno potrà mai farmi credere falsità, perché so come si occulta il marcio, conosco i sistemi più infidi che vengono applicati approfittando della precarietà del lavoro, del bisogno di sostenere la famiglia spesso lontana, troppo lontana dai manovali, dai muratori, dagli escavatoristi, dai camionisti, sfruttati a causa del loro bisogno economico, spesso anche della loro ignoranza, comprati con lo sventolio di qualche biglietto da 10 euro fuori busta, o da qualche angusto garage offerto come dormitorio e fatto calare come grande sacrificio dal datore di lavoro, chiamiamolo così.

Capisci bene che questa è una situazione che non può continuare, io sento il bisogno di fare qualcosa, non posso stare solo a guardare, non posso farlo per una questione umana e per una questione ideologica, io sono un uomo di sinistra e lotto contro tutto questo.

Quando i diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori di ogni campo vengono impunemente calpestati non si può stare solo a guardare e condannare, bisogna intervenire, e farlo in modo deciso senza paura ne timore, mettendo in campo tutto ciò che si può, non dico per eliminare queste situazioni perché l’incidente, la disgrazia può sempre capitare, ma almeno per cercare di arginarle, fare uno sforzo per prevenirle. 

La domanda è: come  fare ? 

Per provare a dare risposte è necessario puntualizzare alcuni punti. 

1.    Io sono convinto che se esiste la volontà di fare qualcosa, di incidere sulle tutele, sui diritti calpestati che tante battaglie ci sono costate in passato e anche recentemente, nulla ci è precluso, e non bisogna temere la contrarietà del mondo imprenditoriale perché come ti dicevo moltissime imprese per fortuna operano se non proprio nella legalità assoluta, in modo sopportabile per i dipendenti, e sarebbero favorevoli ad un giro di vite sul fattore sicurezza, perché quando succede un incidente si arcuiscono tutti i controlli su tutte le imprese e questo per loro è un “fastidioso contrattempo” anche se si sentono in regola con le normative. Questi controlli scattano in modo eclatante per un po di tempo quando succede qualcosa, in genere un mese o due salvo poi ritornare nella normalità, e la causa a sentire il mondo industriale è la precarietà di un numero non rilevante di Imprese che intaccano il buon nome di tutte le altre.

2.    Come sai esistono già operanti comitati paritetici (operanti per conto dell’Unione Industr.) che operano preventivamente dando direttive e consigli sul campo, ma non è assolutamente sufficiente, oltre che di parte. Sono operativi altresì gli organi preposti ai controlli come ASL per esempio, ma ovviamente il loro organico è largamente insufficiente a coprire il pullulare di cantieri edili presenti sul territorio

3.    Se la nostra funzione politica, la funzione della sinistra, è in primis la tutela della classe lavoratrice, ebbene è ora di mettere in pratica in modo forte e deciso la nostra linea senza paura. Il mondo della classe lavoratrice è il nostro mondo, sono la nostra gente, il nostro popolo e da noi si aspettano difese e tutele, e noi dobbiamo dargliele con tutti i mezzi che riusciremo a mettere in campo, questo è il mio pensiero, e ti garantisco che è largamente condiviso, non solo dai nostri compagni di partito sensibili a queste problematiche, ma anche da molti lavoratori che iscritti non sono ma fanno parte di quel contenitore elettorale di indecisi che ci è necessario oggi e anche in futuro.

4.    Le grosse imprese, quelle che nel parlare comune vengono definite con “le spalle larghe”, solitamente proprio per la loro posizione più visibile, hanno la tendenza a stabilire budget di programmazione proprio per il fattore sicurezza dove investono in modo abbastanza sufficiente, anche se tentano di risparmiare il più possibile sulle attrezzature in dotazione agli operai, (per esempio lo sapevi che i famosi caschetti in dotazione ai dipendenti, sai quei caschetti che non vedi mai sulla testa di nessuno ma che fanno bella mostra nelle baracche spogliatoio o nelle inaugurazioni, hanno una scadenza ? la scadenza indica la data oltre la quale il materiale di cui sono composti non garantisce più nulla, pensi che li sostituiscano con caschi idonei ??  ma è solo un esempio dei molti ). Ebbene queste grandi Imprese quasi mai come ben sai, eseguono i lavori in appalto con loro maestranze, anzi spesso non le hanno proprio, scatta quindi il meccanismo del sub appalto, poi del sub appalto del sub appalto e via di seguito, ovviamente con prezzi sempre al ribasso. L’ultimo di questa catena o meglio gli ultimi di questa catena, sono i più disgraziati, perché per poter guadagnare e sopravvivere sono poi loro che usano materiali scadenti, tagliano sulla sicurezza (per quello che tu non vedi caschi in testa agli operai), non rispettano le giuste condizioni di operatività dei materiali, per esempio il cemento armato dovrebbe restare 28 giorni fermo prima del disarmo dei tavolati di supporto, ma se rispetto questi tempi i pannelli di armatura si piegano e devo gettarli e costano molto, quindi disarmo prima del dovuto, poi mi crollano le solette perché il cemento non è ancora pronto, come (ed è una mia personale supposizione) è successo a Genova con la morte del povero operaio albanese, oppure lavoro in ristrutturazione come a Voltri, e non si possono comprare le puntellature necessarie per mettere in sicurezza un vecchio e obsoleto solaio, perché costano troppo, così qualcuno ci resta sotto e muore, aveva 24 anni. E così di seguito.

5.    Se penso alla stesura dei piani di sicurezza da parte dei soggetti responsabili di tali incarichi mi viene da ridere

6.    Non basta attendere la denuncia di un lavoratore per intervenire, spesso quando ciò avviene è tardi, bisogna fare opera dura di prevenzione

7.    La fabbrica è una realtà diversa, tutto si svolge all’interno, nei lavori esterni che hanno sede sempre variabile il controllo preventivo deve per forza di cose essere più capillare, e per farlo è necessario investire economicamente in questo campo, qualche migliaio di euro valgono ben la vita di un lavoratore. 

Mi faccio un po prendere la mano e mi scuso per la lunghezza dei miei pensieri. 

Come dare dunque risposte adeguate ? 

1)               Valutare se è possibile intervenire con legislazioni appropriate in sede Regionale, anche in deroga alle normative esistenti sul piano giuridico nazionale, e questo è possibile. 

2)               Dare più potere legislativo alle organizzazioni sindacali, a livello di sanzioni e controlli stipulando accordi operativi con i soggetti interessati, ASL, ecc. 

3)               Attivare un Ufficio Sicurezza Regionale, che abbia presenza sul territorio di ogni provincia, un ufficio apposito che si occupi proprio di queste problematiche ed operi in accordo con gli organi già preposti e previsti ma in carenza di organico, composto da conoscitori delle varie realtà lavorative, non personaggi da ufficio, ma gente che ha lavorato sul campo, che si è “sporcata le mani” e che sa come si occultano i difetti e come si aggirano le normative 

4)               Valutare la possibilità di inasprire le sanzioni anche toccando i versamenti contributivi delle imprese capocordata, imponendogli la perdita di ogni quota versata o altre cose similari che tocchino il lato economico 

5)               Responsabilizzare maggiormente i responsabili della stesura e del controllo dei piani di sicurezza inibendoli dagli albi professionali in caso di mancanze  

E ci sarebbero molti altri modi di intervenire con un opera certa di prevenzione, un opera che troverebbe d’accordo certamente i lavoratori, ma anche il mondo imprenditoriale che agisce rispettando le norme e che rappresenta la maggior parte delle imprese. 

Questa è solo una piccola parte delle cose che vorrei esprimerti più compiutamente, e se lo riterrai necessario è un discorso che si potrebbe approfondire e per il quale ti do la mia disponibilità assolutamente disinteressata. 

Non so che fine farà questa mia, ma per me è importante averla scritta.

 

                        Cordialità                   Maglio Domenico