ciò che si grida in piazza contro i politici non è certo rivolto a tutti. Ci sono splendide competenze, uomini saggi e capaci (senza bisogno di rivolgersi alla….Ferrari)
I coscienti assassini della politica
                                                 di
Sergio Giuliani     versione stampabile

Una consigliera di maggioranza della regione Lombardia si dichiara “letteralmente imbufalita” per il ritardo con cui si sta assegnando un posto di primario a un medico che – parole sue – le “è molto utile in campagna elettorale”; il dirigente si prosterna: ”Lei sa che io sono un suo devoto, sono il suo zerbino (sic!); alla fine, è ovvio, il protetto ottiene il posto.
Dal “Corriere della Sera” del 23 maggio 2007:art di fondo.

Questo è quanto registrato dalla Finanza ed a tutt’oggi non ho saputo di smentite. Ben vengano le intercettazioni, non su fatti ed atteggiamenti personali, ma su colpe gravi nell’agire con cieca tracotanza sulla cosa pubblica; siano diffuse, eccome, quando sono certezze senza tema d’equivoco. Ci servono a capire (e chissà perché ha cominciato il “Corriere della Sera”!) la metastasi del fare politico, irreversibile, pare, se non si cambia cocchiere (e carro). Quando il sistema di governo non è impotente contro la camorra (rifiuti a Napoli) e contro le prese di posizione, non più ideali, ma egoistiche di certa piazza, è corrotto fino nelle midolla. Con un referendum incombente, non si cambia una legge elettorale che usa gli elettori come marionette: ha tolto loro il democratico sistema delle preferenze, crea le candidature nella camera caritatis dei partiti e –sentite questa! –dà un premio di maggioranza su base nazionale alla Camera e su base regionale (!!!) al Senato, forse perché, almeno in tre di esse, è sicura la vittoria del centrodestra.

Ora, questa continua mancanza di accordo, sia nella propria “casa”, sia con la casa altrui, non dipende certo dalle ideologie a cui si attiene ormai soltanto una ristretta minoranza (L’Italia non è una nazione cristiana: coloro che si proclamano tali, nella maggior parte dei casi sono pagani che sacrificano ai tanti vitelli d’oro e gli ex comunisti” tacciono: nessuno di loro ha provato a spiegarsi, a spiegarci la palingenesi delle sue prospettive), ma –ed è cosa assai grave – da una costrizione irrinunciabile forzata dal ruolo stesso. Per aver potere politico – senza il quale non si ha peso e ci si logora comunque – si compiono, ormai sfacciatamente, le stesse azioni di favoritismo e di dissipazione del pubblico bene a fini o privati o autodistruttivi (le cattedrali nel deserto). Per porre mano alle riforme non mancherebbero né l’intelligenza né, forse, la buona volontà: si dà di cozzo in poteri costituiti che non si possono impunemente scontrare e in posizioni miopi e rissose che, in una democrazia che si regge sul consenso elettorale, non possono essere negate e via. Provare per credere ad analizzare il linguaggio dei politici:un continuo barocco di rimandi, di non detto o detto appena per poterlo negare il giorno dopo, di sussurri fra le righe: ormai per decrittarli ci vuole il traduttore!

Ecco il chiasso venire dal “Corsera” e dal troppo magnificato libro “La casta” in cui si svelano gli incredibili costi del Parlamento e degli altri enti pubblici (e aggiungiamoci le consulenze,gli appalti dati a piene mani dagli amministratori). Tutte verità incontestabili. Ma perché proprio ora?

Perché si è capito che non si può dar mano a risoluzioni davvero tali:in Italia siamo tutti…tassisti e valsusini. Abbiamo capito che questa classe politica, tutta, senza differenze di simboli, è impossibilitata a risolvere problemi ricchi di connessioni e di implicazioni (contratto agli statali, riforma del sistema pensionistico, efficienza dei sistemi scolastico e sanitario etc) che costringerebbero, per davvero affrontarli, di dar di cozzo o in certi poteri occulti o nelle fonti di finanziamenti più o meno chiari e di voti. Chi rischia di annegare non può certo bere tutta l’acqua che lo sommerge.

Fin qui il chiasso mediatico intenzionale che, dato che denuncia verità, ottiene strepitosa attenzione, non mirata, come dovrebbe accadere in un popolo conscio delle proprie politiche responsabilità ed informato sui rimedi, ma berciante, rissosa e piazzaiola, a difendere non lo stato, ma il proprio stato, sempre gravemente sordo e corporativo.

Per fortuna, nessuno richiama la sorte dei governi veteroliberali (L’ultimo, quello di Facta) che si chiuse col 28 ottobre 1922: marcia su Roma (ladrona???). C’è, nei più, l’intenzione di denunciare soprusi gravissimi, ma anche di non buttare via bambino ed acqua sporca.

Dunque: diamo ai governi di che lavorare con una accorta nuova legge elettorale (avete visto, in tv, la chilometrica scheda per le amministrative a Palermo? Sapete che scheda vi aspetta per le europee?) Dal diritto di chiunque a far politica, all’abuso confusionario di presenze e di simboli carnevaleschi ce ne deve sempre correre.

E poi, ciò che si grida in piazza contro i politici non è certo rivolto a tutti. Ci sono splendide competenze, uomini saggi e capaci (senza bisogno di rivolgersi alla…Ferrari). Rivalutiamoli con l’attenzione che la contingenza in cui siamo merita, siamo capaci di discutere serenamente, senza nervose invettive, di affrontare davvero i difficili problemi che ci attendono (anche in politica estera). Solo con la vicinanza convinta e ragionevole alle situazioni libereremo i politici validi dai lacci che tende loro il “sistema” di garanzie degli indegni e sostituiremo quelli affaristi ed incapaci. Non andiamo a chiedere formule ad uomini-della-provvidenza o ad ideologiche utopie. Siamo laici, pragmatici; anche in politica e cerchiamo risposte in noi. Basta che la parte più riflessiva di questo popolo si attivi a capire ed a praticare politica ed il 28 ottobre si rinasconde nei libri di storia:ci sono tanti mesi di mezzo per farlo.                                  

         Sergio Giuliani