Coscienza di "classe"

Questa volta a riflettere su fatti contemporanei è un'intera classe, la 2C del Liceo Chiabrera. Si tratta di riflessioni "gettate" a caldo su un foglio girante. Ogni parte di testo rappresenta un distinto contributo, di singolo o di sottogruppo. Si invitano particolarmente i lettori di Trucioli a rispondere, in modo che possa attivarsi un colloquio.

L'intenzione è quella di aprire, con questo primo pezzo, una rubrica che, dopo un paio di settimane, si interromperà durante le vacanze estive per riprendere a settembre.

 

 Scandalo a scuola. Professore fuma spinelli davanti alla classe. Insegnante si lascia andare ad atti sessuali con gli alunni. Ragazzi minacciano docente con un coltello.

 La scuola, un tempo luogo di istruzione, sta gradualmente perdendo il suo scopo formativo, dove si può trovare tutto e il contrario di tutto.

Ma quali sono le cause di questo degenero? i tempi cambiano, le istituzioni rimangono le stesse, le materie insegnate anche.

Gli studenti non vedono più l'insegnante come un superiore, ma come uno di loro, pari se non addirittura inferiore.

Ho letto su un giornale che il problema nasce dal fatto che gli alunni vedono i professori frustrati e si sfogano su di essi.

Per esperienza però mi sembra che spesso succeda anche il contrario...

Secondo me i Professori molto spesso non sanno organizzare il programma scolastico in modo organico e, come anche quest'anno, si riducono ad ammassare tutte le verifiche all'ultimo e per questo gli studenti già annoiati dalla scuola sono disattenti e incomprensivi (giustamente) verso i professori. Inoltre questi ultimi, prima di consegnare un lavoro svolto in classe fanno passare settimane anche da questo deriva l'indisposizione degli alunni che, invece, se non presentano il compito del giorno ai professori, si vedono insultati e interrogati con "notevoli" risultati.

Per avere rispetto bisogna dare rispetto. Molti insegnanti si dimenticano questo piccolo particolare. Sicuramente questo discorso non vale più quando si trattano esempi di minacce di morte ai professori. Ma se si parla di situazioni "civili" allora il principio come ho detto prima, è sacrosanto.

Se un professore non ti rispetta e ti vede come un bambino, neppure io gli darò considerazione e rispetto e agli insegnamenti che mi darà gli darò la stessa considerazione di quelli che mi può dare il mio barbiere.

Ma il problema risulta solo circoscritto nel mondo scolastico e le cause sono interne ad esso, oppure no?

L'etica e la morale della nostra società e la società stessa sembrano, oggi più che mai, collegate.

Secondo la mia opinione nella società scolastica si è creata una sorta di "mancato rispetto" sia da parte degli alunni verso i professori e sia il contrario. Il professore è colui che ogni giorno ci insegna, ci istruisce e ci permetterà di costruire parte del nostro futuro: per questo dev'essere degnamente rispettato. E' anche vero, però, che noi alunni abbiamo il diritto di non essere giudicati "incapaci" e "inferiori".

L'insegnante vero e proprio è in grado di catturare interamente l'attenzione degli alunni, anche di quelli più svogliati. Inoltre è in grado di mantenere l'ordine in classe. Al giorno d'oggi però è molto difficile stare al di là della cattedra, poiché in certe scuole gli inegnanti perdono del tutto la voglia di insegnre vedendo dall'altra parte un totale menefreghismo. Prima di dare le colpe o agli insegnanti o agli alunni bisognerebbe analizzare bene le cause e se occorre farsi un bell'esame di coscienza.

Per quel che mi riguarda ritengo che sicuramente ci sono problemi a livello organizzativo ma certamente le colpe non sono solo da un lato della cattedra. L'unica cosa che ritengo fondamentale è che insegnante e alunno devono portare rispetto l'uno all'altro senza giudicarsi a priori.

Certamente noi studenti attraversiamo un periodo, quello adolescenziale, in cui si viene a formare il nostro carattere che ha sicuramente dei tratti di ribellione a qualsiasi tipo di autorità e che viene dimostrata in maniera sbagliata, con violenza e disprezzo verso tutto ciò che non è esattamente come vogliamo. e l'etica del sacrificio (ovviamente nei limiti del possibile) dov'è finita?

Sì, è vero: anche l'alunno ha la sua parte però ci siamo mai chiesti perché il ragazzo si lascia andare a ribellione o atti di degenero? Secondo me il ruolo dell'insegnante è fortemente messo in dubbio: dovrebbe essere partecipe nel processo educativo dell'alunno, e un punto di riferimento.

Bisognerebbe che cercassero di mettersi nei nostri panni: a volte ci sentiamo trattati non come delle persone ma come numeri, ormai siamo identificati con voti...

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