enti rappresentati da oltre due mila delegati provenienti da
Italia.Sicuramente l'obiettivo di un forte riconoscimento al ruolo del
volontariato nella ricostruzione delle coesioni sociali è
stato raggiunto. Il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano in un video messaggio alla Conferenza ha
detto che il volontariato colma il divario tra società
civile e politica e che «non può
certo sostituire il servizio pubblico ne' diventare una vera
e propria attività lavorativa». Il Presidente del consiglio Romano Prodi, rivolgendosi alla
platea ha ribadito che «Non bastano i meccanismi freddi del
mercato, ci vogliono anche i meccanismi caldi. Voi siete la 'stufa' di questi meccanismi». Prodi ha anche detto che la
legge 266 sul volontariato va
cambiata
«con un intervento leggero, di sistematizzazione, piuttosto che
di una riscrittura completa della legge».
I
tre giorni della conferenza si sono svolti in gruppi di
lavoro che hanno approfondito i temi legati ai rapporti tra
volontariato e istituzioni, i giovani e la cittadinanza
partecipata, il ruolo del volontariato nel terzo settore, la
solidarietà
internazionale, le risorse e la responsabilità
sociale. Indubbiamente tra i temi più dibattuti, la riforma della legge 266 del 1991 e la questione
della gratuità del lavoro volontario. Su quest'ultimo tema hanno fatto
molto discutere i risultati della ricerca presentata dalla Fivol che rileva un aumento di volontari rimborsati in maniera forfettaria.
Centrali, nella tre giorni di Napoli anche il ruolo della
Fondazione Sud, che presenta un'opportunità
straordinaria per lo sviluppo del volontariato nel
mezzogiorno e il ruolo dei Centri di servizio quale
strumento per la crescita del volontariato nelle singole
comunità anche in termini di risorse che, dai dati Istat e Fivol, risultano
essere ancora per il 50 per cento di derivazione pubblica.
Rimane quindi aperta l'annosa questione della "circolare
Turco" riguardante la possibilità di utilizzo delle risorse dei Csv alla
progettazione sociale, alla quale continuano a opporsi gran
parte delle Fondazioni bancarie e che potrà
risolversi con una riforma legislativa.
Ha parlato di riforme di legge anche il ministro della
Solidarietà sociale, Paolo Ferrero,
che ha ventilato una revisione del servizio civile per
estenderlo anche a chi non ha il diploma,
«agli immigrati che stanno qui da tempo e che sono ben integrati nel
tessuto sociale»
e a quei ragazzi che hanno precedenti penali, ma che abbiano
scontato i reati. Il ministro Ferrerò ha auspicato l'introduzione di permessi dal lavoro retribuiti per
i volontari, in nome dell'utilità
sociale del loro impegno e fino a un massimo di 150 ore
all'anno, sul modello di quanto avveniva negli anni 70 per
consentire ai lavoratori il recupero degli studi della
scuola dell'obbligo Ferrero
ha anche proposto di istituire una giornata apposita per far
incontrare il mondo del volontariato e il mondo della
scuola, un'occasione per agevolare un confronto a
«porte aperte»
nel quale per esempio le diverse associazioni del
volontariato possano entrare nelle scuole superiori per
raccontare le loro esperienze
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