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L'Auser, l'associazione che si occupa dei problemi degli anziani (e non solo), ha un bollettino con cadenza bimensile che sta cercando di trasformarsi in un piccolo giornale.

ANNA M. CAMPOSERAGNA DIRETTORE DEL CE.SA.VO. RACCONTA I PUNTI SALIENTI DELLA CONFERENZA DEL VOLONTARIATO PROTAGONISTI DELLA COESIONE SOCIALE

La V Conferenza nazionale del Volontariato tenutasi a Napoli dal 13 al 15 aprile ha visto la partecipazione di 1764 associazioni e 418
enti rappresentati da oltre due mila delegati provenienti da Italia.Sicuramente l'obiettivo di un forte riconoscimento al ruolo del volontariato nella ricostruzione delle coesioni sociali è  stato   raggiunto. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un video messaggio alla Conferenza ha detto che il volontariato colma il divario tra società civile e politica e che «non può certo sostituire il servizio pubblico ne' diventare una vera e propria attività lavorativa». Il Presidente del consiglio Romano Prodi, rivolgendosi alla platea ha ribadito che «Non bastano i  meccanismi  freddi  del mercato, ci vogliono anche i meccanismi caldi. Voi siete la  'stufa' di  questi  meccanismi». Prodi ha  anche  detto  che  la legge  266  sul volontariato va cambiata «con un intervento leggero, di sistematizzazione, piuttosto che di una riscrittura completa della  legge». I tre giorni della conferenza si sono svolti in gruppi di lavoro che hanno approfondito i temi legati ai rapporti tra volontariato e istituzioni, i giovani e la cittadinanza partecipata, il ruolo del volontariato nel terzo settore, la solidarietà internazionale, le risorse  e la responsabilità  sociale. Indubbiamente tra i temi più dibattuti, la riforma della legge 266 del 1991  e la questione della gratuità  del  lavoro  volontario.  Su quest'ultimo tema hanno fatto molto discutere i risultati della ricerca presentata dalla  Fivol  che  rileva un aumento di volontari rimborsati in maniera forfettaria.

Centrali, nella tre giorni di Napoli anche il ruolo della Fondazione Sud, che presenta un'opportunità straordinaria per lo sviluppo del volontariato nel mezzogiorno e il ruolo dei Centri di servizio quale strumento per la crescita del volontariato nelle singole comunità anche in termini di risorse che, dai dati Istat e Fivol, risultano essere ancora per il 50 per cento di derivazione pubblica. Rimane quindi aperta l'annosa questione della "circolare Turco" riguardante la possibilità di utilizzo delle risorse dei Csv alla progettazione sociale, alla quale continuano a opporsi gran parte delle Fondazioni bancarie e che potrà risolversi con una riforma legislativa.

Ha parlato di riforme di legge anche il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che ha ventilato una revisione del servizio civile per estenderlo anche a chi non ha il diploma, «agli immigrati che stanno qui da tempo e che sono ben integrati nel tessuto sociale» e a quei ragazzi che hanno precedenti penali, ma che abbiano scontato i reati. Il ministro Ferrerò ha auspicato l'introduzione di permessi dal lavoro retribuiti per i volontari, in nome dell'utilità sociale del loro impegno e fino a un massimo di 150 ore all'anno, sul modello di quanto avveniva negli anni 70 per consentire ai lavoratori il recupero degli studi della scuola dell'obbligo Ferrero ha anche proposto di istituire una giornata apposita per far incontrare il mondo del volontariato e il mondo della scuola, un'occasione per agevolare un confronto a «porte aperte» nel quale per esempio le diverse associazioni del volontariato possano entrare nelle scuole superiori per raccontare le loro esperienze