L´INTERVISTA DOPPIA |
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Enrique Balbontin, comico televisivo e Paolo Odone, presidente della Camera di commercio di Genova | ||||||||||||||||||||
Scortesi? Macché, deglobalizzati... | ||||||||||||||||||||
"La torta è sempre finita". "Meglio Camogli, a Rimini sono finti" | ||||||||||||||||||||
1) La mia ultima cena in un
ristorante chic dei vicoli. Chiedo un po´ d´olio e il gestore mi dice "e
belin la Liguria è tutta un uliveto". In un bar a Sottoripa, alle 14,30.
Siamo in otto, ci sediamo a due tavoli e ordiniamo caffè. Il cameriere:
"Eh no, i tavoli servono per chi deve mangiare, andate al bancone". Il
mio ultimo pieno. Vedo il benzinaio e gli chiedo il rifornimento senza
accorgermi che era chiuso. Lui mi dice che c´è il self service. Gli
chiedo se mi può dare una passata al parabrezza e mi risponde "C´è il
self-lavitelo". 2) Può anche darsi che il turista sia solo un fascio di banconote che cammina, ma anche se fosse, dovrebbe esserci un limite. Va bene che a volte la gentilezza dei romagnoli può sfociare nell´ipocrisia, che tanta attenzione non può essere sempre genuina. Ma io penso che la famigliola che viene al mare, magari preferisce un mezzo sorriso ipocrita piuttosto che un vaffan... schietto. In Emilia entri in un negozio e ti dicono "Come va, come posso aiutarla, cosa le serve, stia tranquillo". Da noi entri, e negli occhi del titolare leggi questa frase "Vattene via, vorrei che non fossi mai entrato". 3) Le differenze tra noi e loro appunto stanno nel carattere. Io, però, voglio credere che in certi atteggiamenti dei nostri operatori turistici ci sia una meridionalità inespressa. Mi spiego. Viviamo in un posto con un clima eccezionale, con spettacolari bellezze naturali e ottima qualità della vita. E nonostante il ligure sia uno che si è sempre fatto il mazzo, per fare i muretti a secco o andare a pescare, nel suo profondo pensa: «Belin amico turista, son qui a farti il caffè ma vorrei essere a Varigotti a battermene la ciolla». Anche io sono così. E quindi capisco questo nostro atteggiamento sofferto. Ma non lo tollero quando si trasforma nel disprezzo di chi ti vende un prodotto e sembra che ti faccia un favore . 4) A Savona ci sono i due eccessi, d´altra parte è la "riviera dei fuori". Gli spezzini sono i meno liguri, risentono dell´influenza di Parma e della Toscana e forse sono quelli più attenti all´accoglienza. A Imperia ci sono stato tre settimane fa. Una signora ha ordinato due etti di prosciutto al salumaio. Quello ne taglia quattro etti, la signora lo guarda stupita e lui le fa: «E vabbè, cosa vuole che faccia adesso, che lo "ri-incolli?" Poi verso il confine se la tirano da francesi ma senza avere il contorno di servizi e strutture. 5) Trofie. 6) Il presidente Odone lo porterei alla baracchetta di Efisio, sulla passeggiata di Arenzano per fargli assaggiare le focaccette con acciughe e formaggino. E poi ce le mangiamo lì seduti, con davanti la spiaggetta del paguro piena di turiste abbagasciate. Tra l´altro l´accoglienza di Efisio è il massimo, se non c´è l´ha, il suo motto dovrebbe essere "la torta di riso è finita...". (m.p.) |
1) Al ristorante le Cicale.
Titolari giovani, freschi, brillanti. Gentilezza, piatti ottimi. Conto
addirittura basso, ma probabilmente è una strategia di marketing. 2) Il turista in Liguria lo accogliamo, e anche bene. Lo dimostra un dato empirico. Nella nostra regione la domanda di turismo supera l´offerta. Questo vuol dire che la gente vuol venire da noi, a Genova e nelle nostre riviere, perché trova un prodotto ad un prezzo che ritiene giusto. 3) Io credo che all´ingresso delle nostre città e paesi dovremmo mettere un cartello dove c´è scritto che siamo deglobalizzati. Noi non vogliamo essere uguali a tutti gli altri. Noi puntiamo sulla nostra diversità. Io dico che è meglio Camogli con un sorriso di meno che Rimini con tutta la sua simpatia. Anzi vuole sapere come la penso. Ho un amico che fa il ristoratore e tutte le volte che vado da lui mi assale e mi chiede come sto, come va, cosa ne penso, cosa mi farebbe piacere. E io non ci vado più, perché quando vado a pranzo io voglio stare tranquillo. Vede, il turismo romagnolo è da pacche sulle spalle. Noi ne abbiamo uno che è più consapevole, che cerca maggior qualità. Prenda Puny a Portofino, è rude ma inimitabile, in grado di accogliere lo scià di Persia e il turista bresciano. 4) La miglior accoglienza, mi ripeto ma è un dato di fatto, è quella di Portofino. Dai bottegai che vendono i tomboli ai direttori dei grandi alberghi, con la stessa professionalità trattano miliardari e visitatori della domenica. Certo se il cliente ha le scarpe sporche non fanno finta di niente ma glielo dicono in faccia. Ma ci sono luoghi eccellenti in tutte le province. Magari vedo Sanremo un po´ più globalizzata, ma posso anche sbagliarmi. E non dimentichiamo gli agriturismi. C´è una parte, becera, di questo settore che ha aperto solo per ottenere i contributi, ma laddove è davvero legata al contesto locale, offre grandi emozioni: pensi al contadino che offre il suo olio o il suo vino dopo la fatica impiegata a percorrere quelle fasce. Magari dirà poche parole ma a volte il silenzio vale di più. Ero alle Cinque Terre con due amici austriaci e volevo far loro assaggiare il vero Sciacchetrà. Ho parlato con il tabaccaio di Vernazza, l´abbiamo presa larga, siamo diventati amici, lui ci ha portati dal macellaio e quello ha tirato fuori una mezza bottiglia sua e ne ha offerto un bicchiere a tutti. È stato un momento che ci ha ripagato della fatica, tra virgolette, necessaria per raggiungerlo. I miei amici non lo dimenticheranno mai. 5) Trofie al pesto, non c´è storia. Dentro ci sono i colori e gli odori della nostra terra. 6) Lo porto al Cu de Beu al porto di Savona. E´ l´esempio tipico dell´oste che ti manda a quel paese, ma è una sceneggiata divertentissima e vera, perché racchiude il nostro carattere. (m. p.) |