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MENTRE la Commissione europea esprime le proprie riserve al
piano del governo italiano sulla riduzione delle emissioni
di anidride carbonica tra il 2008 e il 2012 (che invece sono
aumentate del 12,3% dal 1990 al 2002), a Roma è iniziata la
tesissima vertenza tra enti locali e Tirreno Power sul
progetto di potenziamento della centrale termoelettrica di
Vado-Quiliano.
Una conferenza dei servizi, anzi un incontro preliminare per
mettere sul tavolo le rispettive posizioni, richieste
dell'azienda e esigenze della popolazione.
Una battaglia di numeri, ma soprattutto un confronto per
leggere cosa si nasconde dietro di essi e per definire con
chiarezza le impostazioni di partenza.
Tirreno Power ha chiesto di potenziare gli impianti,
passando dagli attuali 660 Mw totali dei due gruppi a
carbone (a cui si aggiungono i 760 Mw della nuova unità a
metano) ad una potenza superiore di altri 460 Mw con
l'adozione di un nuovo supergeneratore a carbone. Con
l'obiettivo di ridurre contemporaneamente le emissioni
totali. Un'operazione da 625 milioni di euro.
Al ministero delle Attività produttive, hanno manifestato
con decisione le proprie posizioni la Regione Liguria, la
Provincia di Savona e i comuni di Vado e Quiliano.
L'assessore provinciale alle Attività produttive, Roberto
Peluffo, ha posto subito la questione procedurale: «Abbiamo
serie perplessità sulla correttezza della convocazione di
una conferenza dei servizi a fronte di una richiesta
esclusivamente di parte privata, occorrerà una valutazione
anche da parte dell'Avvocatura di Stato.
Inoltre, prima di discutere nel merito, sarebbe opportuna
una verifica dello stato di soddisfazione delle prescrizioni
imposte dal Ministero dell'Ambiente nel processo di avvio
del ciclo combinato».
Tra questi spiccano la copertura del parco carbone e le
attività di monitoraggio delle emissioni.
Gli enti locali hanno fatto mettere agli atti il parere
contrario, sia dal punto di vista politico sia
amministrativo, espresso dai consigli comunali di Vado e
Quiliano.
«Con il nostro consulente legale - spiega il sindaco di
Quiliano, Nicola Isetta -, abbiamo evidenziato l'errata
impostazione delle procedure, con una manifesta distrazione
di motivazioni.
L'azienda basa la richiesta sulla carenza energetica, ma in
Liguria ed in provincia di Savona la produzione è nettamente
eccedente rispetto al fabbisogno. E la carenza non si può
confondere con l'esigenza di essere competitivi sul
mercato».
Una posizione, quella dei sindaci, che ha ricevuto anche
l'appoggio del presidente della Regione, Claudio Burlando.
Ma i funzionari ministeriali hanno precisato che, essendo il
mercato dell'energia ormai liberalizzato, non è più
possibile prevedere un contingentamento della produzione da
parte dello Stato.
Nel corso dell'incontro è stato inoltre chiesto che alla
conferenza dei servizi siano ammessi anche l'assessorato
regionale all'Ambiente e l'Asl Savonese, per valutare i dati
sui riflessi dell'attività della centrale sulla salute degli
abitanti.
«C'è la necessità - spiega il sindaco Giacobbe - di disporre
di un quadro più chiaro in merito agli effetti sulla salute
e all'impatto ambientale del potenziamento».
Tra l'altro a pesare è anche una situazione normativa ancora
confusa a livello nazionale: il Testo unico sull'ambiente è
di fatto sospeso fino a fine anno, anche per questo motivo
gli enti locali hanno chiesto al ministero e a Tirreno Power
di ripensarci e rivedere il procedimento.
Giovanni Vaccaro
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