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UOMINI E BESTIE

 

8: Prospezioni dell’immaginario

Le Amazzoni

 

Sesta parte

 

Come interpretare questa singolare fantasia, che perdurò per secoli oltre la fine del Mondo Antico e torna spesso a galla ancor oggi? Il nucleo originario, non certo i posteriori ricami di Teseo, di Ercole e delle fondazioni, dovrebbe essere antico, perché non solo è noto ad Omero, ma da lui collocato in un tempo remoto che, a modo suo, esprime col ricordo di gioventú di Priamo. Poiché inoltre paiono permanere tracce di un primevo ordinamento ginecocratico in alcune regioni piú o meno legate alla storia delle Amazzoni, quali la Scizia, la Licia, la Caria, la Lidia, alcuni ritennero che nel mito delle feroci femmine guerriere androktónoi si conservasse il ricordo appannato di un conflitto storico del secondo millennio fra la precedente civiltà matriarcale anaria dei “Mediterranei” e la nuova androcratica degli invasori indeuropei, o addirittura della rivoluzione patriarcale neolitica, secondo la moderna archeoetnografia (Toepffer, Françoise d’Eaubonne, Pierre Gordon, Wolfgang Lederer e altri). Fra i luoghi archeologici che s’è tentato di collegare alle Amazzoni: Dündartepe, Kapru Kale, l’isola di Arezia oggi Giresun Adasim, Ikiztepe, il monumento funebre di Asar Kale, le necropoli di Tekkeköy. È un’ipotesi ingegnosa, ma non convince perché presuppone l’esistenza di un protostorico regno delle donne di cui nulla di provato sappiamo: il Mutterrecht di Bachofen è esso stesso una favola edenica, che confonde una forma di potere mai accertata coll’istituto antropologico neutro della matrilinearità, come giustamente osservava Simone de Beauvoir nel Secondo sesso. Anche Beloch riteneva che le Amazzoni fossero un puro frutto della fantasia greca, come altre popolazioni inventate, che so, i Làpiti, gli Iperborei, gli Arimaspi etc. E pure chi, nel lungo crepuscolo dell’Antike, era ancora capace di seguire la lezione tucididea ebbe il sospetto, poi respinto in coerenza colle credenze del tempo, che si trattasse di una fola:

 

Si riferisce che in quel luogo [la Piana di Nisa] il governatore della Media, Atropate, gli [ad Alessandro] consegnò uno squadrone di cento donne, sostenendo ch’erano Amazzoni: indossavano la divisa maschile da cavaliere a parte il fatto che invece della lancia portavano l’ascia e brocchieri invece che targoni; alcuni aggiungono che il seno destro, che tenevano scoperto in battaglia, era piú piccolo. Alessandro comunque non le accolse nell’esercito, per evitare che i Macedoni e i Barbari tentassero di violentarle e nascessero problemi; ordinò però loro di annunciare alla loro regina che lui stesso l’avrebbe raggiunta perché voleva avere un figlio da lei. Tutto ciò non si legge né presso Aristobulo né presso Tolomeo né presso alcun altro storico che valga la pena di citare a proposito di favole come questa. Io personalmente ritengo che la nazione delle Amazzoni al tempo di Alessandro fosse già scomparsa, ed anche prima di lui, altrimenti Senofonte le avrebbe citate, visto che ricorda i Fasiani [exp. Cyr. IV 6, 5], i Colchi [ibid. IV 8, 9] e tutte le altre stirpi che i Greci trovarono partendo da Trebisonda o prima ancora d’arrivarvi, e senz’altro le avrebbero incontrate se ancora fossero esistite. Non mi pare però credibile affermare che questo popolo di donne sia una totale invenzione, visto che autori tanto numerosi e tanto importanti le nominano. Ha infatti vasta diffusione la notizia che Ercole fu mandato contro di esse e riportò in Grecia una cintura della loro regina Ippolita, inoltre che gli Ateniesi al comando di Teseo furono i primi a sconfiggerle in campo aperto e a respingerle quando invasero l’Europa; per di piú la battaglia fra Ateniesi e Amazzoni fu dipinta da Micone non diversamente da quella fra Ateniesi e Persiani. Anche Erodoto ha scritto parecchie volte di loro, e gli oratori ateniesi che tennero discorsi celebrativi dei morti in battaglia fecero menzione con grandi elogi dell’impresa dei concittadini contro le Amazzoni. Se veramente Atropate mostrò ad Alessandro uno squadrone di cavalleria femminile, può darsi che si trattasse di donne barbare addestrate a cavalcare e abbigliate col costume tradizionale delle Amazzoni [ARR. exp. Al. VII 13, 2-6 ].

 

Io credo piuttosto che nel mito prenda corpo l’inconscio timore di un attentato alla supremazia maschile, esorcizzato attraverso la descrizione di un mondo capovolto come quello dell’eroina di Aristofane o del Satiricon (VIDAL-NAQUET, Le chasseur noir, 19832). La profonda alterità delle Amazzoni, il loro esser bárbaroi non significa un’estraneità storico-culturale bensí archetipica:

 

Gorgons, and Hydras, and Chimeras -dire stories of Celaeno and the Harpies may reproduce themselves in the brain of superstition- but they were there before. They are transcripts, types -the archetypes are in us, and eternal” (CHARLES LAMB, Essays of Elias, p. 68 Lucas 1905).

 

Infatti Ercole le cancella dalla faccia della terra insieme colle Gorgoni

 

perché ritiene assurdo per chi si sia proposto di beneficare il genere umano nel suo complesso tollerare l’esistenza di nazioni in cui il potere è in mano alle donne” (DIOD SIC. III 55, 3: trad. nella scheda del 29 aprile u. s.)

 

E se fosse vero proprio il contrario?. Sarà piú legittimo chiedersi invece perché la piú antica mitopoiesi collochi le guerriere nel quadrante asiatico nordoccidentale, e di ciò forse una radice storica esiste; si legga il brano erodoteo in IV 110-17, riportato nella scheda del 15 aprile: vi sono descritti i Sauromati, una popolazione indo-aria delle steppe fra il Don, l’Ural e l’Ilek che ai Romani sino al IVp sarà nota col nome di Sarmati. Piú dell’insoluta questione della loro scomparsa e delle origini degli Slavi a noi ora interessa non procedere ma tornare indietro nel tempo al Tardo bronzo, intorno alla metà del II millennio, quando esistette nella Siberia occidentale una civiltà che, da alcune sepolture scoperte il 1914 nel villaggio di Andronovo nella valle dello Enisei, si chiama appunto cultura di Andronovo.

 

 

La cultura di Andronovo: mappa

 

Ora molti pensano che i Sauromati del VI/Va ne siano gli eredi diretti (LUDMILA KORYAKOVA, Social Trends in Temperate Eurasia During the Second and First Millennia BC, in “Journal of European Archaeology” 1991, 4). Gli scavi archeologici hanno appurato che effettivamente le donne dei Sauromati praticavano la guerra e la caccia al pari dei mariti. Dunque, non potrebbe essere che contatti precoci colle civiltà del Mar Nero settentrionale già nell’età del Bronzo abbiano rivelato ai Greci l’esistenza di una popolazione in cui prendevano corpo le loro fantasie peggiori?

 

 

 L’insediamento di  Arkaim (XVII sec. a. C.)

 

 

 

 

MISERRIMUS