Sarda di origini ma savonese d'adozione
(a Savona dal 1989), Lucia Bacciu, diessina, fa parte da
quasi un anno della squadra del sindaco Berruti.
Sposata, una figlia, sembra bene conciliare i suoi vari
impegni e ruoli: madre di famiglia, funzionario comunale ed
amministratore. E' infatti segretario generale del Comune
di Vado Ligure e, dal 2006, assessore al Comune di Savona
con deleghe ai Servizi sociali e alla Pubblica istruzione.
Un "gemellaggio" che ha fatto storcere il naso a
qualcuno, soprattutto sotto la Quercia. La incontriamo nel
suo studio, dove non manca un certo gusto femminile,
sottolineato da due grandi piante verdi. E' l'ora di pranzo
(sono le 12,30), ma la sua disponibilità è totale. Ci
accoglie con un sorriso.
"Nessun problema, sono a vostra disposizione". Pare
sincera.
Chiuso il capitolo dei convenevoli, apriamo il cahier
des doléances.
Tema caldo, caldissimo per l'Auser, il piano regolatore
sociale. Savona è una città dai capelli grigi, i problemi
degli anziani e delle persone non autosufficienti attendono
risposte.
La Bacciu non si tira indietro. E' un fiume in piena.
"La priorità nella politica di governo di questa
amministrazione riguarda la spesa sociale e il processo di
pianificazione dei servizi alla persona. A tale scopo è
stato istituito un gruppo di lavoro trasversale tra più
assessorati che, partendo dalla lettura dei bisogni,
costruirà l'ossatura del processo di trasformazione dei
servizi così come previsto dalla legge 12. Sarà necessario
il lavoro sinergico tra Comune, Provincia, ASL e
Volontariato sia per la rilevazione dei bisogni sia per la
gestione concreta dei servizi. I distretti socio sanitari,
avviati nel luglio 2006, dovranno, insieme con gli sportelli
integrati presenti in ogni Comune sede di Ambito, dare
risposte integrate ai cittadini. Non più doppioni o servizi
che non dialogano tra loro ma una rete di tutela che si
rivolga a tutti e, in particolar modo, alla cittadinanza
fragile di cui gli anziani sono grande parte".
Fin qui la teoria. E la pratica?
"Non solo dichiarazioni di principio, ma anche
concretezza. Abbiamo infatti incrementato le risorse per il
welfare istituendo un fondo comunale per la non
autosufficienza che andrà ad integrare con 36 mila euro il
Fondo Regionale. Il fondo verrà erogato seguendo criteri di
gravità e complessità di ogni singolo caso ma anche la
situazione economica rilevata dall'Isee, e sarà integrativo
dei servizi già erogati. L'importo totale del fondo per la
non autosufficienza del Distretto socio sanitario 7 savonese
è di quasi 600 mila euro. A oggi abbiamo ricevuto 365
domande di cui 232 sono già state prese in esame dall'unità
di valutazione multidisciplinare; sono stati ammesse alle
graduatorie 186 persone di cui 175 anziani e 11 disabili. Il
fondo per la non autosufficienza - sottolinea l'assessore -
ha fatto emergere molta disabilità e molti anziani non
autonomi che erano praticamente sconosciuti ai servizi.
Savona ha una popolazione molto anziana e anche molto malata
e i fondi non possono che soddisfare il 37 per cento circa
della domanda".
Altro tema spinoso i rapporti con il volontariato.
Bacciu sottolinea "l'importanza del ruolo del Forum
per il terzo settore" e l'esigenza di affrontare una nuova
fase di collaborazione che potrebbe diventare stimolo anche
per un rilancio dei servizi sociali sul territorio".
Le necessità dell'assistenza agli anziani crescono a
dismisura, che fare?
L'assessore ha una sua tesi:
"Credo che l'assistenza agli anziani debba sempre più
spostarsi dalla residenzialità al territorio", prima di
concedersi una piccola digressione per ricordare la nuova
struttura che la Fondazione Ferrero ha realizzato a Vado
Ligure.
La città si rivela spesso matrigna con le persone con
i capelli grigi. E non solo. Bacciu non si tira indietro. La
situazione è quella che è, non bastano promesse e buone
intenzioni. "Stiamo lavorando in sinergia con l'assessore Di
Tullio e con la commissione per le barriere architettoniche
al fine di migliorare la mobilità ed i trasporti. Sappiamo
che anziani e disabili hanno difficoltà con i trasporti e
forse non bastano i buoni per i taxi e gli autobus a
chiamata ma stiamo lavorando alacremente, coinvolgendo
farmacisti, medici di famiglia e commercianti per rendere la
nostra città sempre più vivibile e fruibile anche per le
fasce deboli della popolazione. A tale proposito abbiamo
ampliato l'offerta del trasporto disabili investendo 50 mila
euro in più rispetto all'anno scorso".
Il problema della casa, l'invasione del cemento, la
mancanza di un piano di edilizia economica popolare. Torri e
case da 7-8 mila euro a metro quadro, questo offre la città.
L'assessore Bacciu parte da una (amara) constatazione:
"aumentano i poveri, i senza occupazione, gli anziani
e i padri separati sono le categorie di persone più esposte
alla nuova povertà, quindi con maggiori problemi rispetto
alla casa". Poi affronta va al nocciolo della questione:
"Andremo a creare un'Agenzia per la casa per aiutare le
persone in difficoltà a trovare soluzioni abitative
.L'Agenzia sociale per la casa supera la logica
dell´intervento di emergenza ad oggi garantito attraverso lo
Sportello casa, e propone invece un´azione di orientamento e
di accompagnamento al reperimento di soluzioni abitative che
tengano conto di tutte le risorse pubbliche e private che il
territorio nel suo complesso offre".
Si vedrà.
Sono quasi le due del pomeriggio e l'incontro si avvia
al termine.
Genova ha realizzato un albo delle assistenti familiari,
perché Savona non si adegua?
E' una soluzione in grado di garantire la professionalità
delle tante donne immigrate che che assistono gli anziani. E
ancora: perché il Comune non mette a disposizione più spazi
per la socializzazione e l'aggregazione dei cittadini?
L'assessore fa esibizione di buone intenzioni.
"Per quanto riguarda l'albo delle badanti, stiamo
lavorando ad un progetto che preveda oltre alla
professionalità e il controllo anche la tutela di queste
persone nel momento in cui, alla morte dell'anziano
assistito, restano senza lavoro e quindi senza casa e
reddito. Anche per gli spazi ci stiamo attrezzando, ma c'è
carenza.".
Il tempo è scaduto. L'assessore Bacciu si è mostrata
preparata nel fotografare la situazione, ma dalla diagnosi
alla terapia il passo sembra ancora lungo, soprattutto per
quanto riguarda strutture e risorse. Non ci resta che
aspettare la definizione e l'avvio di un tavolo di
concertazione con il Forum per il terzo settore nella
speranza che la presenza dell'AUSER possa incidere sulle
scelte dei Comuni in favore dei cittadini non più giovani.