08 MAGGIO 2007 La Repubblica
Levratto, Prati, Panucci, Zenga... Savona, cento di questi anni
 
Un secolo di calcio dalla storica B a un passo dal fallimento
il sogno Il 4 settembre 1966 una giornata storica: Juventus ospite al ‘Bacigalupo´ in Coppa Italia Ventimila spettatori sugli spalti e Nando Martellini in tribuna
 
LUCIANO ANGELINI

Il Savona Fbc compie 100 anni. Quanta strada. Chi l´avrebbe detto, quella sera di giugno del 1907, quando il direttivo della Fratellanza ginnastica savonese, presieduto da Francesco Enrico, decide «di costituire una sezione giuochi: tamburello, football e palla vibrata», come recita il verbale della seduta. L´avvio di una lunga storia. Primo presidente Cesare Lanza, maglie a strisce bianche e blu verticali. Ad innescare la curiosità per il calcio sono le sfide tra gli equipaggi dei mercantili inglesi Elmville e River Masey. Momenti di svago per spezzare la monotonia delle lunghe soste in porto. Il seme è gettato. Prima uscita ufficiale con i marinai del mercantile inglese Hanmoor (Glenmoore, secondo altre fonti). Si gioca in piazza d´Armi, più o meno dove oggi c´è il colosso Ipercoop. E con la "perfida Albione" non saranno match tra damerini. Nessuno ci sta a perdere. Botte da orbi.
Una lunga storia, quella del Savona Fbc. Ma che in più di un´occasione rischia di restare interrotta. Come nel 1953. La grave crisi economica e industriale della città (migliaia di operai licenziati nella fabbriche storiche Ilva e Scarpa e Magnano) si abbatte anche sul club biancoblù. Ed è la retrocessione tra i dilettanti. E poi nel 1974 con la doppia caduta dalla Serie C alla D. E ancora nella stagione 1986-87 con la retrocessione e il fallimento di una gestione miserevole. Ma tra i capitoli oscuri c´è anche l´ombra della serie A perduta per una partita (forse) venduta. Campionato di serie B, 22 maggio 1941, campo di corso Ricci: Savona-Modena vale la promozione in serie A. I biancoblù, allenati dall´ungherese Orth, imbattuti sul terreno di casa (14 vittorie, due pareggi), sono in piena corsa per una storica promozione. La sfida è decisiva. Si gioca davanti a oltre 10 mila spettatori. Una bolgia. Vincono i "canarini" 1-0. La voce popolare, mai provata, mai del tutto smentita, parla di combine e di un misterioso incontro tra alcuni giocatori e un emissario modenese alla vigilia del match.
Ma vi sono anche capitoli intensi ed esaltanti nel lungo racconto biancoblù. Tra il 1965 e il 1967 il Savona Fbc vive due stagioni piene di pathos, emozionanti e drammatiche. Indimenticabili, con la conquista della serie B (1965-66). Una stagione perfetta. La squadra è guidata da Manlio Bacigalupo (subentrato a Nino Rosso dopo dieci giornate), l´ex genoano Rosin tra i pali, Ratti, Valentino Persenda, Maurizio Bruno e Carletto Pozzi colonne difensive, Natta e Gittone stantuffi di centrocampo, Pietrantoni in cabina di regìa, Taccola, Fazzi e Corucci implacabili goleador. Uno sprint lunghissimo con Udinese, Como e Marzotto.

Decisiva o quasi la sfida con i lariani al “Bacigalupo” a spalti gremitissimi (quasi 10 mila spettatori). Match ad alta tensione. Pestrin porta in vantaggio il Como all'inizio della ripresa, Pietrantoni, romano de Roma, piede davvero magico, pareggia il conto dopo 7', Corucci, scuola Genoa, mette il sigillo al 38'. Tripudio. Ma la sorte è in agguato l'8 maggio a Valdagno. Al Savona basta un punto per mettere fuori gioco il Marzotto e ipotecare la promozione. Una partita sul filo del rasoio, densa di emozioni violente. Troppo. Fausto Gadolla, ispiratore e artefice della Grande Impresa, crolla in tribuna, stroncato da un infarto. Dalla gioia al dramma. Si va in serie B, ma a quale prezzo.

La città non è in grado di sostenere il peso di un´eredità bella e costosa. Risolve tutto Carlo Russo, leader dc di lungo corso, già braccio destro del presidente Segni, ministro delle Poste. La soluzione si chiama Aldo Dapelo, amministratore delegato della Fulgorcavi, sedi a Genova Bolzaneto e Latina. Attorno a Dapelo si coagula un gruppo fortissimo di imprenditori. La stagione 1966-67 è introdotta da una giornata storica. Savona-Juventus di Coppa Italia. Stadio Bacigalupo, 4 settembre 1966, caldo da estate piena, 20 mila spettatori arrampicati un po´ dappertutto, Nando Martellini appollaiato nei distinti per la registrazione tv da mandare in onda alle 19. Finisce 0-0. Decide De Paoli ai supplementari. La squadra pare pronta per la cadetteria. Ma così non è. La partenza è disastrosa, non bastano a Rabitti gli arrivi di Angelo Spanio dalla Roma, Pierino Prati dal Milan e Glauco Gilardoni, né la storica vittoria sul Genoa (gol di Gilardoni). Le redini passano ad Enzo Occhetta, altro ex Genoa. La lotta è durissima. Fioccano i gol di Prati e Gilardoni (30 in due), ma la difesa è un colabrodo. La corsa è affannosa, la salvezza non impossibile. Dopo 37 tormentate e a tratti esaltanti udienze, la retrocessione a Catania, negli ultimi 90´, anzi negli ultimi 5 minuti. Fallimento e retrocessione, un dèjà vu, un film che si ripropone l´estate scorsa. Sì, perché il 2006 poteva passare alla storia come l´anno horribilis del Savona Fbc. Con il rischio di vedere scomparire, forse per sempre, il glorioso club biancoblù. Una umiliazione proprio a pochi metri da un traguardo ambizioso e ambito: i cento anni di vita. Un incubo lungo un campionato. Con i creditori alle porte, stipendi in eterno ritardo, ristoranti con le cucine chiuse per i troppi sospesi, affitti in arretrato, fatture non pagate, fornitori infuriati. E con la squadra laggiù in fondo ad annaspare, con la girandola degli allenatori, a sperare nel miracolo-salvezza nella lotteria degli spareggi. Ma in campo niente da fare, la partita va in tribunale, il futuro nelle mani del giudice fallimentare. Pare finita. Invece, ecco che il Savona risorge dalle proprie ceneri. Merito, prima di tutto, di Vittorio Panucci, di nuovo lui, goleador principe nelle sfide con Parma, Udinese, Alessandria e Venezia (stagione 1972-73), rimasto solo a buttar fuori acqua dalla barca piena di buchi. Poteva morire il Savona Fbc, anno di nascita 1907? Un Savona che in cento anni di storia ha visto sfilare protagonisti e comprimari. Una storia densa di capitoli importanti e con formidabili protagonisti. Grandi portieri come Caburi, Bacigalupo, Pendibene, Castagno, Bruno Ferrero, Italo Ghizzardi, Walter Zenga agli esordi. Grandi bomber come Vanara, Levratto, Cappelli, "Bertin" Mantero, Corrado Teneggi, Marco Fazzi, Glauco Gilardoni, Pierino Prati, Giuliano Taccola, Vittorio Panucci. Il Savona Fbc che ha avuto in panchina gli ungheresi Bela Karoly, Layos Dimeni e Giorgio Orth, l´olimpionico Rinaldo Ruggero, Felice Levratto, Felicino Palizzari, Ezio Volpi, Pierino Cucchi, Valentino e Mino Persenda, Gigi. Il Savona del presidentissimo Stefano Del Buono, Giovanni Conti, Stefano Gadolla, Aldo Dapelo, Mario Rebuffa, Mario Briano, Michele Viano, Marino Del Buono, Enzo Grenno (artefice della conquista della Coppa Italia dilettanti nella stagione 1990-91), fino a Bettino Piro, che dopo sedici anni di purgatorio tra dilettanti e serie D riportò il Savona in serie C (stagione 2001-2002). Certo che non poteva essere lasciato morire. E siamo all´oggi. Anno primo dopo l´operazione-salvataggio propiziata dalla tenacia di Vittorio Panucci, conclusa grazie all´intervento di una cordata tutta savonese con gli avvocati Roberto Romani (presidente), Franco Aglietto, Carlo Bertolotto, Claudio Strinati (direttore generale), rappresentanti del mondo imprenditoriale: Luciano Pasquale, presidente della Fondazione De Mari e direttore dell´Unione Industriali; Aldo Dellepiane (Demont di Millesimo, azienda leader nell´impiantistica e nella cantieristica navale, ispiratore del Progetto Bofill, neo azionista nel Terminal carbonifero), il notaio Federico Ruegg, il commercialista Erasmo Del Grande, più Renato Alluto, medico di lunghissimo corso, presidente onorario. Il Savona è salvo. Si resta in serie D. La stagione si avvia al galoppo, pare promettere il ritorno in C2, poi qualcosa s´inceppa, ne approfitta la più cinica Canavese. Resta aperta la porticina dei play off e degli eventuali ripescaggi. Ma ora è tempo di celebrazioni. Il 29 maggio cerimonia ufficiale sul Priamar, Palazzo della Sibilla. Il 31 amichevole di lusso, non a caso con la Sampdoria. Fu infatti l´Andrea Doria il primo avversario degli striscioni appena nati. Una passerella per tutti.