Monica Lanfranco (Liberazione)
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vittoria della ragione non può essere altro che la vittoria di
coloro che ragionano". Sono le parole che Bertolt Brecht mette in
bocca, nella sua Vita di Galileo , al grande scienziato e pensatore,
consegnandoci un incitamento a promuovere sempre il confronto di
idee e un monito all'assunzione di responsabilità. Ma di ragione ne
gira ben poca dentro al brutto pasticcio che, dal primo maggio, ha
coinvolto Ergo Sum , periodico d'informazione e cultura prodotto da
due anni da un piccolo gruppo di giovani dell'Università di Genova
«non schierati, ma nemmeno indifferenti perché il problema è che
l'università dorme: ognuno pensa alla propria carriera e basta, non
c'è un momento di riflessione» - si legge nel loro primo numero.
I fatti: Ergo Sum comincia a uscire nel 2005, autofinanziato,in 500
copie nelle facoltà di Lettere, per volontà di Matteo Politanò,
Marco Fiorello ed Emanuele Rossi, studenti. I tre sono appassionati
di comunicazione, sono curiosi, per nulla estremisti: «Volevamo un
foglio universitario divertente, che parlasse un po' di tutto e che
non fosse politicizzato», dichiarano.
La rivista ottiene i finanziamenti per le attività culturali
dell'Università. Crescono le adesioni ed entrano a far parte della
redazione altri studenti e studentesse delle facoltà di Scienze
della Comunicazione, Conservazione dei Beni Culturali ed Accademia
Ligustica di Belle Arti. In poco tempo Ergo Sum passa dalle 12 alle
16 pagine, raggiungendo le 700 copie. Sarà grazie a una sua
inchiesta che scoppierà il caso delle tesi di laurea gettate nella
spazzatura, che nel 2006 finisce sulla stampa nazionale, e sarà di
nuovo tramite loro che anche a Genova arriverà la collaborazione con
la rivista studentesca europea Work Out , molto nota negli ambienti
giovanili e distribuita in Germania, Spagna, Francia e Polonia,
raddoppiando la sua tiratura arrivando a duemila copie. Ergo Sum
ottiene nel 2007 dalla Provincia la promessa di un finanziamento di
2500 euro per continuare a esistere. Ma ecco il classico fulmine a
ciel sereno.
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primo maggio, a meno di un mese dalle elezioni per il
rinnovo del Comune e della Provincia di Genova, sulla prima
pagina dell'edizione locale de il Giornale , appare un
articolo dal titolo "Soldi pubblici per insultare Cristo e
la Chiesa".
Si parla dell'ultimo numero della rivista, fatto in
collaborazione con la Lila (Lega Italiana per la Lotta
all'Aids), in cui la redazione decide di trattare
l'argomento della prevenzione e del sesso sicuro con stile
chiaro e diretto, (la rivista viene distribuita dai
redattori e dalle redattrici a mano in facoltà) e di
regalare col numero, nell'occasione tirato a oltre 2000
copie, altrettanti profilattici. In copertina ci sono le
istruzioni su come si indossa, e poi articoli su bioetica,
family day , i Dico. L'articolo de il Giornale definisce i
ragazzi e le ragazze di Ergo Sum blasfemi, accusandoli di
avere avvolto, e poi fotografato, un crocefisso in un condom
(in realtà si tratta di un Cristo in restauro avvolto nel
cellophan) ma l'accusa più pesante, nel clima generale di
tensione causato dalle minacce a Bagnasco in città, è in
queste righe: «Poi ci si domanda - afferma il Giornale - a
chi possa mai venire in mente di andare a scrivere certe
scritte sui muri di Genova... Forse non occorrerebbe
guardare lontano, basterebbe sfogliare Ergo Sum ».
«Questa è pura e semplice diffamazione», rilancia in un
comunicato il collettivo redazionale, composto in parte
anche da giovani appartenenti al mondo scout.
Ma non è finita: a seguito dell'articolo il presidente della
provincia Repetto (che è il candidato del centro sinistra al
secondo mandato per le prossime elezioni) indice una giunta
straordinaria il 3 maggio. Risultato: «Non daremo i 2500
euro al mensile finanziato anche dall'università. Ci avevano
garantito che si sarebbe parlato di Europa», dichiara alla
stampa.
Con voce misurata Matteo Politanò, 24 anni, ribadisce:
«Siamo costernati da una tale e immotivata
strumentalizzazione politica. Ergo Sum eliminato come organo
d'informazione e cultura nella nostra città. Non siamo stati
consultati. Nessuno ci ha chiamati per conoscere la nostra
posizione prima di prendere alcuna decisione. In merito alla
chiusura immotivata di Ergo Sum la prossima settimana avrà
luogo un'interrogazione parlamentare promossa dai deputati
Radicali. Ergo Sum non è un giornale partitico (altrimenti
non ci avrebbero chiusi), ma i Radicali si sono offerti di
aiutarci a differenza di qualunque altro organo politico o
di informazione e noi restiamo ugualmente liberi di pensare
con la nostra testa, come dimostra quello che scriviamo.
Ergo Sum è un giornale apartitico distribuito gratuitamente
nelle università e nei luoghi di aggregazione giovanile dei
genovesi. Da due anni facciamo informazione e cultura
indipendente. Prendiamo le distanze dalle infamanti accuse
di blasfemia rivolteci da Il Giornale , visto che la legge
italiana garantisce la libertà di stampa, come recita l'art.
21 della Costituzione della Repubblica Italiana "tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Parlare dell'ingerenza della Chiesa sulla politica italiana
è lecito e approfondire temi di bioetica è doveroso nel
rispetto della dignità delle persone. Essere laici vuol dire
anche credere in un Dio che tolleri ogni suo figlio. Laddove
l'informazione tace, Ergo Sum continuerà a parlare». Per chi
volesse giudicare con la propria testa, il numero di aprile
della rivista è consultabile in pdf a questo link:
www.work-out.org/ergosum/. Chissà se il centro sinistra a
Genova si accorgerà che anche i giovani votano.
06/05/2007 |
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