Su rifiuti e discariche scintille tra Sdi e Provincia
il caso  IL SECOLOXIX
Caviglia: verso un monopolio privato. Bertolotto: troveremo i siti giusti
DOPO IL PARERE negativo del Comitato tecnico regionale sulla discarica di Cianciarin, lo Sdi attacca la Provincia sulla politica dei rifiuti. I socialisti sottolineano che la decisione regionale «è la giusta conclusione della politica di pianificazione dei rifiuti della Provincia di Savona, portata avanti da Rifondazione Comunista con l'avvallo e la copertura del presidente Bertolotto. Quando vincono i pregiudizi ideologici e gli interessi particolari a pagare sono sempre i cittadini».
Sotto accusa, la concentrazione sostanzialmente monopolistica dei rifiuti provinciale nelle mani (private) che gestiscono la discarica di Vado. Lo Sdi paventa anche l'esaurimento della stessa discarica del Boscaccio nel giro di alcuni anni e, quindi, un suo successivo ampliamento. Il presidente Marco Bertolotto si difende e dice: «Aspetto di vedere la delibera della giunta regionale: il parere per ora è solo tecnico e può essere approfondito e ribaltato. In ogni caso, se anche Cianciarin non dovesse andare bene, troveremo un altro sito idoneo, preferibilmente nel Ponente». L'attacco socialista è arrivato ieri pomeriggio, al termine di una riunione congiunta della segreteria provinciale guidata da Paolo Caviglia con i gruppi consiliari in Provincia (Caruso e Ferraro) e in Comune (Demontis, Li Calzi, Pozzo e Giusto). «Nei paesi più avanzati - ha scritto lo Sdi in un documento diffuso al termine dell'incontro - la politica dei rifiuti urbani ha raggiunto un equilibrio consolidato basato su due fattori: recupero e riciclo, da una parte, incenerimento con produzione di energia elettrica, dall'altra. Solo Savona rifiuta a priori ogni seria riflessione su tale tema». Proseguono: «L'implicazione del Piano, così come si viene configurando non può che essere la concentrazione nella discarica (principalmente privata) di Vado di tutti i rifiuti della provincia non recuperabili: se raggiungeremo gli standard di recupero della Germania, si tratterà di oltre 100 mila tonnellate per anno». E ancora: «Si può supporre che stia preparandosi un significativo ampliamento della discarica di Vado, magari subito dopo aver fatto passare le tornate elettorali».
Come detto, Bertolotto respinge tutte le accuse: «La pianificazione regionale prevede Cianciarin, ne abbiamo parlato anche con l'assessore Ruggeri. Certamente non abbiamo aperto ad alcun monopolio di fatto per chi gestisce Vado. Ammesso e non concessoc he Cianciarin non vada bene, troveremo altri siti. Serviranno forse dei correttivi, probabilmente non funziona l'idea del porta a porta, ma non saremo con la spazzatura nelle strade nel giro di qualche anno».
Lo Sdi chiede anche che Savona, dopo la chiusura di Cima Montà, torni ad avere un proprio sito di smaltimento perché oggi «è in condizione di subalternità agli interessi di Vado e dei suoi soci privati e deve farsi carico di sempre maggiori oneri, 500 mila euro nel 2007». Risponde il sindaco Federico Berruti: «Il Piano provinciale prevede a regime due impianti di smaltimento, uno a Vado e uno nel Ponente. Rinnovo con forza la volontà di contribuire attraverso Ata alla realizzazione e alla gestione di questo secondo impianto, in un quadro concertato di forte accordo tra i due soci di Ata, Savona e Vado».
An. Gran.