DOPO IL PARERE negativo del Comitato tecnico regionale sulla
discarica di Cianciarin, lo Sdi attacca la Provincia sulla
politica dei rifiuti. I socialisti sottolineano che la
decisione regionale «è la giusta conclusione della politica
di pianificazione dei rifiuti della Provincia di Savona,
portata avanti da Rifondazione Comunista con l'avvallo e la
copertura del presidente Bertolotto. Quando vincono i
pregiudizi ideologici e gli interessi particolari a pagare
sono sempre i cittadini».
Sotto accusa, la concentrazione sostanzialmente
monopolistica dei rifiuti provinciale nelle mani (private)
che gestiscono la discarica di Vado. Lo Sdi paventa anche
l'esaurimento della stessa discarica del Boscaccio nel giro
di alcuni anni e, quindi, un suo successivo ampliamento. Il
presidente Marco Bertolotto si difende e dice: «Aspetto di
vedere la delibera della giunta regionale: il parere per ora
è solo tecnico e può essere approfondito e ribaltato. In
ogni caso, se anche Cianciarin non dovesse andare bene,
troveremo un altro sito idoneo, preferibilmente nel
Ponente». L'attacco socialista è arrivato ieri pomeriggio,
al termine di una riunione congiunta della segreteria
provinciale guidata da Paolo Caviglia con i gruppi
consiliari in Provincia (Caruso e Ferraro) e in Comune (Demontis,
Li Calzi, Pozzo e Giusto). «Nei paesi più avanzati - ha
scritto lo Sdi in un documento diffuso al termine
dell'incontro - la politica dei rifiuti urbani ha raggiunto
un equilibrio consolidato basato su due fattori: recupero e
riciclo, da una parte, incenerimento con produzione di
energia elettrica, dall'altra. Solo Savona rifiuta a priori
ogni seria riflessione su tale tema». Proseguono:
«L'implicazione del Piano, così come si viene configurando
non può che essere la concentrazione nella discarica
(principalmente privata) di Vado di tutti i rifiuti della
provincia non recuperabili: se raggiungeremo gli standard di
recupero della Germania, si tratterà di oltre 100 mila
tonnellate per anno». E ancora: «Si può supporre che stia
preparandosi un significativo ampliamento della discarica di
Vado, magari subito dopo aver fatto passare le tornate
elettorali».
Come detto, Bertolotto respinge tutte le accuse: «La
pianificazione regionale prevede Cianciarin, ne abbiamo
parlato anche con l'assessore Ruggeri. Certamente non
abbiamo aperto ad alcun monopolio di fatto per chi gestisce
Vado. Ammesso e non concessoc he Cianciarin non vada bene,
troveremo altri siti. Serviranno forse dei correttivi,
probabilmente non funziona l'idea del porta a porta, ma non
saremo con la spazzatura nelle strade nel giro di qualche
anno».
Lo Sdi chiede anche che Savona, dopo la chiusura di Cima
Montà, torni ad avere un proprio sito di smaltimento perché
oggi «è in condizione di subalternità agli interessi di Vado
e dei suoi soci privati e deve farsi carico di sempre
maggiori oneri, 500 mila euro nel 2007». Risponde il sindaco
Federico Berruti: «Il Piano provinciale prevede a regime due
impianti di smaltimento, uno a Vado e uno nel Ponente.
Rinnovo con forza la volontà di contribuire attraverso Ata
alla realizzazione e alla gestione di questo secondo
impianto, in un quadro concertato di forte accordo tra i due
soci di Ata, Savona e Vado».
An. Gran.
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