versione stampabile        

CONSIDERAZIONI SULL' AGRICOLTURA BIOLOGICA

di Aldo pastore

Dopo la lunga ed articolata riflessione sugli Organismi Geneticamente Modificati, mi sembra opportuno e logico svolgere alcune considerazioni sull' AGRICOLTURA BIOLOGICA  e sui prodotti alimentari da essa generati e, di conseguenza, meditare sulle sostanziali caratteristiche che la differenziano dall' AGRICOLTURA TRADIZIONALE.

- Incominciamo, allora, a chiarirci le idee sul Concetto di Agricoltura Biologica.
Le regole di questo nuovo tipo di agricoltura sono state definite da una legge -Quadro dell' Unione Europea, che risale al 1991 e che porta la sigla di  CE 2092.

Pietro Gentilucci, in diversi saggi scritti sull' argomento, ha bene precisato il contenuto di questo documento, al fine di rendere edotta l' opinione pubblica (almeno italiana) "delle implicazioni e del rigore imposto a tutti coloro che intendono intraprendere iniziative nel settore".

Riporto le sue parole:

" Per biologico si intende un prodotto che, dal Campo alla Tavola, in tutte le fasi che vanno dalla coltivazione e raccolta (o allevamento) alla conservazione, trasformazione e confezionamento, rispetta regole precise, definite dalle Direttive CEE sul settore e dalle normative nazionali, promosse dalle associazioni specializzate.
Di conseguenza, questo nuovo genere di attività deve avvenire su Terreni non esauriti (e, cioè, non coltivati intensamente) sui quali non si impiegano concimi chimici di sintesi, nè pesticidi o diserbanti , inquinanti e pericolosi per l' uomo e per l' ambiente"

Il motto che presiede al concetto di Agricoltura Biologica è racchiuso nella  dizione "LAVORARE SECONDO NATURA"; l' applicazione , in concreto, di questo fondamentale principio comporta, ovviamente, modalità di produzione e di conservazione dei prodotti alimentari, assolutamente originali e specifiche, che vengono a differenziarle, sostanzialmente, da quelle tipiche della cosiddetta Agricoltura Tradizionale.

Lo schema sottostante (tratto da altro analogo, pubblicato, nell' Aprile del 2006, da Stefania Mordeglia) evidenzia, sia pure in maniera molto schematica, tali differenze:

- Come è facile rilevare dall' esame della Tabella sopra riportata, gli effetti positivi del ricorso all' agricoltura biologica prevalgono nettamente sugli eventi indesiderati  o negativi.

Possiamo, oggi, tranquillamente affermare che ha fatto ormai breccia, in molti esponenti politici ed operatori economici, la consapevolezza dei benefici ambientali, di carattere generale, offerti dal biologico; infatti, sul territorio, rallenta il processo di erosione del suolo, migliora la qualità del terreno, viene ridotta la contaminazione delle falde acquifere; per quanto riguarda la produzione  ed il consumo degli alimenti, la diffusione del biologico riduce enormemente la tossicità dei pesticidi e la pericolosità  dei residui dei fitofarmaci.

Non a caso, dunque, l' Agricoltura Biologica ha avuto una straordinaria crescita evolutiva in molte aree del nostro Pianeta.

L' Italia non si è sottratta certamente a questo  trend positivo.

Oggi, il nostro Paese, con un milione di ettari destinati al biologico, è il primo produttore in Europa ed il terzo nel mondo (dopo l' Australia e l' Argentina); i dati ultimi disponibili (riferiti all' anno 2004) dimostrano che le Aziende di  Produzione ammontano a 36.639 Unità e, parallelamente, è aumentato il numero delle Aziende di Importazione (+13%).

Il giro d' affari è pari a 1,4 miliardi di Euro ( corrispondenti al 3,2 % del comparto agricolo ed all' 1,5% di quello alimentare).

A livello Regionale, secondo i dati forniti dagli Organismi di Controllo e grazie all' elaborazione del SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull' Agricoltura Biologica) è la Sicilia (con 6.785 aziende agricole) a detenere il primato del biologico, seguita dalla Calabria (con 4.211 aziende), dall' Emilia Romagna (con 4.026 aziende), dalla Puglia (3.373) e dal Lazio(2808).
La nostra Liguria è collocata al terz'ultimo posto in Italia ( con 444 aziende), seguita, soltanto, dal  Friuli-Venezia Giulia (378) e dalla Valle d' Aosta (78).

- I dati, or ora riferiti, dovrebbero condurre tutti noi ad un sereno ottimismo, con particolare riferimento al futuro della popolazione planetaria.

Tuttavia (come già  ho avuto modo di evidenziare nella Pubblicazione " Scienza e Utopia", pagine 113 e 114), accanto a questi aspetti decisamente positivi, vanno doverosamente poste alcune, serie e pesanti riserve sui limiti della diffusione del "biologico" su scala mondiale e sulla sua autentica possibilità di sostituire, anche parzialmente, le tecniche ( tradizionali ed innovative) della corrente produzione agricola.

Alcuni di questi limiti sono INTRINSECI alla stessa natura dell' "essere biologico" ed alla sua reale impossibilità di poter essere diffuso nella variegata gamma dei suoli.

Infatti:

Esistono, inoltre, limiti ESTRINSECI oggettivi, che ostacolano la diffusione del "biologico", vale a dire:

Infine, occorre aggiungere che i controlli e le modalità di effettuazione dei controlli stessi non offrono, ancora, sufficienti garanzie; esistono serie ed alte possibilità che si infiltrino, nel settore agro-biologico, comportamenti truffaldini nei diversi momenti costitutivi del ciclo, il che farebbe automaticamente cadere la genuinità e l' eticità del prodotto.

Va evidenziato, in particolare, che esiste un serio pericolo di contaminazione dei prodotti biologici da parte degli OGM; desidero evidenziare, in proposito, che, a livello comunitario, sta avanzando una ponderosa proposta di riforma del Regolamento Europeo sull' Agricoltura  Biologica, che prevede l' introduzione di una soglia di tolleranza per la contaminazione accidentale dei prodotti biologici da parte degli OGM, di valore analogo (0,9%, allo stato attuale) a quella prevista, quale soglia, per l' etichettatura dei prodotti convenzionali.

Questa negativa innovazione vanificherebbe l' "essere biologico"; il cittadino-consumatore, di fatto, non avrebbe alcuna motivazione per acquistare prodotti biologici, perchè non si sentirebbe più garantito, meno che mai sotto il profilo etico.

Io non avanzo dubbi sulla sincerità dei politici proponenti tale innovazione, perchè, in sintonia con Tristan Bernard, penso che

GLI UOMINI SONO SEMPRE SINCERI -

CAMBIANO SINCERITA', ECCO TUTTO

 

3 maggio 2007                                                                 ALDO PASTORE