GLI AMBIENTALISTI CONTESTANO L’AMPLIAMENTO DELLA CENTRALE
Moda: “Enti locali troppo morbidi”
VADO LIGURE LA STAMPA
Un «no» secco alla proposta di autorizzazione unica avanzata al Governo da Tirreno Power per ottenere, attraverso la valutazione di impatto ambientale, l’ampliamento a carbone della centrale di Vado–Quiliano. Chiudere al più presto i gruppi 3–4 a carbone. Sono solo due dei passaggi che gli ambientalisti del Moda auspicano, alla vigilia dell’assemblea pubblica informativa indetta dall’associazione “Uniti per la Salute”, domani sera alle 21, presso la Sms Aurora” di Valleggia.
Gli ambientalisti non hanno risparmiato critiche alle istituzioni locali, che secondo loro starebbero tenendo un atteggiamento troppo “morbido”, nei confronti dei piani di ampliamento della Tirreno Power. «Riteniamo un errore gravissimo ed incredibile dei comuni di Vado e Quiliano, della Provincia di Savona e della Regione – sottolinenano gli ambientalisti – aver aderito passivamente alla proposta di autorizzazione unica di Tirreno Power, quando esistono forti motivi di carattere energetico e ambientale per respingere in blocco il progetto contrastandolo attivamente per vie legali, come ad esempio il ricorso da parte della Regione alla Corte Costituzionale. Secondo noi, infatti, vengono lese le competenze regionali, in materia di energia e ambiente».
Gli ambientalisti precisano i contenuti della loro protesta: “Tirreno – hanno proseguito - ha utilizzato furbescamente la legge 55/2002, per imporre l’ampliamento a carbone. L’art 1 della legge che prevede “misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema energetico nazionale”, è del tutto in contrasto con il fatto che la produzione energetica nazionale e locale è a livelli ben superiori rispetto ai consumi locali e del Paese nel suo insieme”. Sulla questione è intervenuto anche lo pneumologo Paolo Franceschi, che domani sera, terrà una relazione circostanziata: « Il progetto è da respingere non solo sul piano politico e giuridico – ha sottolineato - ma anche e soprattutto sul piano scinetifico. Molte sono le omissioni, le imprecisioni e i dati non veritieri che contiene e che noi dimostreremo nel convegno di domani sera». Il Moda denuncia inoltre come: «a Vado e Quiliano non vengono neppure monitorate e quindi non si conoscono le concentrazioni di polveri sottili Pm 10 e Pm 2,5 cancerogene e tossiche per il sistema cardio-circolatorio, prodotte in modo prevalente dalla combustione del carbone e questo impedisce qualunque valutazione seria sull’impatto ambientale. L’ampliamento a carbone dopo il potenziamento a metano della centrale, passando dai 660 Mw attuali a ben 1900 Mw totali, comporterebbe un incremento di Co2, ovvero di anidride carbonica, del tutto in contrasto con le riduzioni imposte dal protocollo amabientale di Kyoto. Secondo fonti di Greenpeace, già oggi con soli 660 Mw, i limiti imposti da Kyoto per la centrale di Vado, sono stati superati del 12%».