FOGLI MOBILI

La rubrica di Gloria Bardi

TRE STORIE D’ORRORE E DI MEDIOCRITA’

 

        1) LA MALA-PIANTA.

C’era una volta un partito di sinistra, fondato su una grande base ideologica e storica che però cammina che ti cammina si smarrì nel bosco del potere come una qualunque sventata cappuccettorosso e mise ben salde radici e ramificazioni nel sottobosco delle clientele,

trasformandosi in breve tempo da quercia (va osservato che la pianta ha però una connaturata vocazione a nutrire i maiali)  a sterpaglia spinosa e parassitaria che, pervasiva com’era, impediva a chiunque passasse per il bosco di scorgere un barlume di sole, di respirare un fiato di ossigeno; e pretendeva anzi, la mala pianta, di gestire sole e aria, distribuendoli e amministrandoli a nutrimento dell’apparato (digerente).

Le trame dell’arborescenza divennero così fitte così coese così compatte che a stento si differenziavano da quella cosa disanimata e disanimante, armata e armante, che si chiama cemento.

Per questo si parla di cementocrazia.

Da tempo gli abitanti del villaggio disertavano il bosco e preferivano prendere altre strade, fino a quando si presentò un grande lupo azzurro che, strano a dirsi di una bestia, disdegnava sporcarsi le zampe tra gli arbusti o rischiare capitomboli sullo scosceso e bazzicava canali decisamente più aerei.

La comparsa del lupacchione (c’era giusto bisogno di un mostro per ritrovare identità) portò molti a tapparsi occhi naso orecchie, e chi più ne ha più ne tappi, e ritransitare a tentoni per il vecchio bosco, sperando che, se non per altro per un residuo spirito di sopravvivenza, le ramificazioni si allargassero e facessero spazio al sole e a un sano ricambio cellulare, con il “venir su” di piante come si deve, quelle cioè che crescono verso l’alto e non “a piovra”tentacolare.

Ma la pianta sinistra (a questo punto più che: “di sinistra”) preferì rivitalizzarsi tramite un innesto, con un'altra infiorescenza un po’ maleodorante un po’ buonista (specializzata in fanfaluche  tipo “m’ama non m’ama” riservate a quelli che non “dico”) ma cara al cielo perché annaffiata quotidianamente dalle guardie svizzere a mastellate di acqua benedetta.  

Il solito vecchio “nuovo” che avanza ed avanzando puzza di cadavere.       

In un’ amena cittadina di riviera, ad esempio, quel partito ha fatto il suo bel congressino che vi  riassumo uscendo dalla metafora, perché qualsiasi sforzo di fantasia è sprecato:

è arrivato il capatazzo vestito (quasi) d’orbace, quello impresentabile tanto è invischiato nei vecchi sistemi di potere, quello da cui ufficialmente TUTTI prendono le distanze,  accompagnato dai clientes, quelli che ha aggiogato dispensando favori negli anni del potere, gente che a detta di chi era presente non si è mai vista in sezione (esistono ancora le sezioni?) e ha fatto votare il suo uomo (esistono ancora gli uomini?).

Habemus papam.

Un nome nuovo e fragrante come le mozzarelle scadute.

 Qualcuno ha sbraitato, pare. Qualcuno ha sbattuto la porta, pare. Qualcuno ha applaudito: non pare ma è avvenuto sicuramente. 

Ora, se qualcuno si riconosce in questa “piccola storia ignobile”, il problema è tutto suo e di quelli che parlano, si dissociano, arricciano il naso, digrignano i denti e non muovono un dito. 

Viene il giorno, cari amici, che non si può più essere fedeli al partito, o meglio a quello che il partito è diventato, e alla propria coscienza. Bisogna scegliere. Credo che sia quel momento.

 

                   2) MAGNANIMITA' 

Sapete come funzionano le cose nel “locale”?

Così:

-        Bisogna fare qualcosa contro un muro arancione che vogliono costruire davanti a casa mia, in una zona bellissima, a scapito dell’intera città.

-        Bisogna raccogliere le firme!

-        Bisogna fare un referendum!

-        Bisogna fare il diavolo a quattro a otto a sedici a ventiquattro a…ma non io però. Sì, perché io avrei chiesto all’assessore di ampliare il mio locale e non vorrei che…

-        E a me il sindaco ha promesso che finalmente potrò fare il dehor che gli chiedo da tanto tempo…

-        E io non vorrei che il funzionario mi mandasse il controllo in casa, sì perché ho fatto un piccolo abuso…

-        Fatelo voi, che siete all’opposizione!

-        Fatelo voi!!

-        Fatelo voi!!! Sì però non dite che ve lo abbiamo detto noi!

-        Non dite nemmeno che ci conoscete!

-        Se vi incontriamo forse è meglio che non ci salutiamo…non si sa mai! Ci capite, no? Un dehor è importante!

-        A ben pensarci, se mi lasciano tirare su un ammezzato, io il muro arancione davanti me lo tengo com’è, tanto col tempo mi abituo…si però voi fate pure casino.

-        Io, muro o non muro, se mi fa allargare lo voto comunque…sì però voi fate pure casino.

-        Al sindaco essere votato, a voi fare casino, a noi allargare i dehor: è così che funziona, no?

 

                3) CENSURO...ERGO SUM 

C’era una volta un giornale studentesco.
Libero?
I redattori credevano di sì ma non vi è libertà dove si ricevono finanziamenti da parte di enti pubblici.

Soprattutto quando ci si permette di essere critici verso Ratzinger e di promuovere con ironia mordace l’uso del preservativo! Qualche eccesso nelle raffigurazioni?

Può darsi che a qualcuno risulti così ma la provocazione è linguaggio e poi se c’è libertà di esprimersi c’è libertà di esprimersi, no?

Nulla che stia nemmeno lontanamente vicino agli eccessi di Bagnasco di cui nessuno gli ha chiesto conto! Nessuno! Ha la licenza di offendere, Bagnasco? Ha il diritto all’irresponsabilità? E cazzi a chi fiata?

Insomma, ERGO SUM:  senza alcun appello la Provincia gli ha tolto i fondi, l’Università gli ha tolto i fondi.

Il giornale studentesco è stato condannato a morte.

E che dire del caso Rivera? Non ci sono parole.

In quale incubo clerico-fondamentalista siamo finiti?

Le streghe di ieri sono gli abusati “terroristi”di oggi, alla Rivera per intenderci.

Io spero e spero e spero ancora che non ci siano derive terroriste (quelle vere), ma nel malaugurato caso la cosa dovesse avvenire  le maggiori responsabilità ricadranno su chi oggi non sa incanalare in percorsi politici e legalitari la giusta ribellione che una politica servile ed elettoralmente avida sta provocando.

W Zapatero!

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