GIANCARLO BATTAGLINO ASSESSORE ALL’INDUSTRIA DI CAIRO
“Ferrania assomiglia
sempre più al caso
drammatico dell’Acna”
LA STAMPA
 
“La Ferrania sta facendo la fine dell’Acna”. Amaro monito dell’assessore all’Industria di Cairo, Gian Carlo Battaglino. Intanto l’azienda ricorre al Tar chiedendo alle istituzioni 30 milioni di euro di danni.
L’assessore Battaglino è sfiduciato: “Si continuano a indire riunioni, incontri e vertici con ministeri, Regione, sindacati ed azienda, ma non succede nulla. Mi sembra di rivivere le atmosfere del dramma Acna, con la differenza che in quel caso vi era una situazione ambientale compromessa, due Regioni contrapposte e non vi era più un interlocutore, qui l’interlocutore, ovvero la nuova proprietà, c’è, ma non si riesce a capire dove voglia arrivare. Prendiamo ad esempio il progetto di centrale a biomasse: ora la Regione ha dimostrato la massima disponibilità, rinunciando anche alla richiesta di spostamento dell’impianto, ma non si riesce a capire come si stia, invece, muovendo l’azienda, o se abbia davvero intenzione di muoversi.. E non solo per la centrale, ma anche su gli altri progetti per i quali sembra sia tutto pronto da un punto di vista autorizzativo, ma non viene presentato nulla, mentre si inseguono voci sempre più preoccupanti”.
Voci che, ad esempio, giungono da Genova, ad iniziare da una riduzione di organico ad appena 180 dipendenti dopo il 2 luglio, con un taglio netto che non si capisce bene come verrà gestito visto che, sempre secondo indiscrezioni non confermate, sul prolungamento di un anno della cassa integrazione straordinaria, dato inizialmente quasi per certo, potrebbero esserci invece dei problemi. Inoltre, se non arriveranno i finanziamenti promessi, pare difficile che gli azionisti si vogliano accollare un’ulteriore ricapitalizzazione.
Intanto, l’azienda alcuni giorni fa ha presentato un ricorso al Tar ligure contro l’inadempienza dei vari ministeri ed enti firmatari dell’accordo di programma del 2 luglio 2005, rispetto ai mancati sgravi contributivi, all’accordo di programma per il recupero degli immobili industriali dismessi, alla realizzazione di una centrale elettrica e di una a biomasse, ai finanziamenti Cipe: inadempienze che l’azienda ha quantificato in un danno superiore ai 30 milioni di euro e che, soprattutto, potrebbero definitivamente pregiudicare il futuro di quel sito.