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LIGURIA ANTICA 1 

Siccome noi “truciolanti” viviamo in Liguria mi sembra interessante scrivere qualche riga sulle popolazioni che già vivevano da queste parti nel lontano passato, gli antichi Liguri. Non so per la verità quanti cittadini liguri siano davvero originari della Liguria: non mi sorprenderebbe se dopo svariati decenni di trasferimenti interni una buon metà della popolazione avesse sangue forestiero.

Tra parentesi chi il suddetto sangue ce lo ha calabrese potrà forse godere della notizia che lui e solo lui può essere considerato italiano a tutti gli effetti. Prima dell’avvento di Roma, infatti, oltre duemila anni fa, la regione denominata Italia corrispondeva all’attuale penisola di Calabria. Il termine Italia per la cronaca deriverebbe dal termine umbro antico Vitlu, cioè vitello, grecizzato poi in italos e significante Terra dove vivono i vitelli. Gli umbri insomma chiamavano a questa maniera gli abitanti della Calabria? In alternativa il nome potrebbe derivare dai Vitali, una popolazione calabrese che adorava come proprio sacro totem il vitello e significherebbe in tal caso Abitanti della terra dei vitelli. Siamo lì, lì, insomma, più simili agli indiani e agli indù con le loro vacche sacre di quanto credessimo. E poco per volta questa denominazione si sarebbe estesa fino a comprendere l’intero stivale.

Tornando ai Liguri, purtroppo sulla loro origine non si sa nulla di certo e i testi antichi non offrono certezze. In proposito in passato vennero fatte varie ipotesi e su siti internet alcuni autori le fanno proprie pur trattandosi di un azzardo. L’ipotesi più tradizionale sostiene che i Liguri fossero autoctoni dell’Italia settentrionale, e dunque una popolazione mediterranea preindoeuropea, forse addirittura diretta discendente dei popoli neolitici antichi abitatori delle caverne locali. Una seconda ipotesi sosteneva invece che fossero sì mediterranei ma di origine spagnola e solo successivamente emigrati dalle nostre parti. La terza ipotesi, infine, sostiene che fossero indoeuropei che con la loro venuta da nordest alcune migliaia di anni fa avrebbero sommerso le popolazioni preesistenti. A quando di preciso risalirebbe l’ondata migratoria però non è dato sapere. Secolo più o secolo meno avrebbero forse potuto essere coevi dei latini, dei Germani e dei Celti, ma potrebbero anche essere appartenuti a un’ondata precedente a quella dei succitati popoli, come è forse più probabile. Di fatto allo stato attuale non si può asserire con certezza se i Liguri fossero mediterranei oppure indoeuropei, anche perché la lingua parlata da questi nostri progenitori è andata perduta se non per poche isolate parole, spesso nemmeno di facile attribuzione. La differenza è meno insignificante di quanto si potrebbe credere perché, a parte l’orgoglio di poterci considerare nel primo caso la più antica popolazione della penisola italiana e non solo, la cultura mediterranea era assai diversa da quella portata dagli indoeuropei, di stampo matriarcale l’una e patriarcale l’altra. In effetti i mediterranei erano talmente particolari da avere addirittura un differente modo di fare calcolo, con base dodici anziché dieci. Dai preesistenti substrati mediterranei deriverebbe dunque l’uso moderno occidentale di contare le uova o i fiori (un mazzo di rose rosse per te) a dozzine anziché a decine.

Se nulla di certo si sa sulle loro origini, esistono in compenso numerosi testi antichi, greci o romani, che citano le genti liguri già insediate nell’Italia nord occidentale. I documenti li descrivono come magri ma vigorosi, scuri di pelle e di capelli, assai bellicosi e combattivi, lavoratori indefessi e capaci di grandi fatiche, impavidi e ottimi marinai ma commercianti infidi.

Intorno al VII-VI secolo avanti Cristo i Liguri si erano espansi oltre l’Appennino ligure, a nord fino a raggiungere il corso del Po e perfino superarlo (a dimostrarlo ci sarebbe il suffisso ligure asco di bergamasco, comasco, eccetera), a sud est fino alle attuali Lucca, Viareggio e Pisa sulle sponde dell’Arno, dove arrestarono l’espansione etrusca, mentre a ovest li si ritrova in Francia all’incirca fino al Rodano. C’è perfino chi riteneva di rilevare tracce della loro presenza addirittura in Spagna. Ad esempio lo spagnolo fiume Duero o Douro nel tratto portoghese era ritenuto nome di origine ligure significante fiume, come le due Dora affluenti del Po e il francese Dordogna, ma in realtà questi riferimenti toponomastici non sono più accettati dalla maggioranza degli studiosi come di certa derivazione ligure. Con tutto ciò i vocaboli toponomastici odierni di sicura attribuzione ligure resterebbero numerosi. Tre esempi su tutti: Albisola e Albenga, che come altre località derivano il proprio nome dal vocabolo ligure Alba, cioè città, Torino, che deriva dal termine ligure Tauros, indicante le montagne e le Alpi Apuane, nome tratto dall’antica tribù ligure degli Apuani stanziata da quelle parti.

I Liguri erano popoli selvaggi, anche se dovevano risentire in parte dell’influenza civilizzatrice etrusca, erano privi di un ordinamento legislativo comune ed erano suddivisi in tribù non sempre in rapporti amichevoli le une con le altre. Le tribù più importanti della provincia di Savona erano quelle dei Sabazi e degli Ingauni. I Sabazi, da cui il nome antico di Vado Ligure e cioè Vada Sabazia, si estendevano all’incirca dai confini est con le attuali Albisola, presumibilmente appartenenti a tali Liguri Docili, all’entroterra fino a Piana Crixia e al Monte Beigua e a ovest più o meno fino a Finale Ligure. Il termine Finale a quanto pare indicava appunto la fine del territori sabazi e ingauni, perché là sorgeva il confine con quest’ultima potente tribù occupante il resto della provincia e anche una buon fetta dell’imperiese e il cui centro principale era Albenga, cioè Alba Ingauna, città dei Liguri Ingauni, nome contratto una prima volta dai romani in Albingaunum.

A partire più o meno dal VI – V secolo avanti Cristo i Liguri cominciarono a subire la pressione nelle loro terre dei popoli Celti, di più recente immigrazione, dai quali poco per volta furono ricacciati sulle coste del nostro mare.

Giacché ben poco si sa circa queste genti, diventa inevitabile lavorare di fantasia nell’immaginare le loro esistenze. E io non ho resistito alla tentazione di farlo. Quale occasione migliore per scrivere un racconto ambientato nel passato senza troppa tema di essere smentito? Appuntamento dunque alla prossima settimana con un mio raccontino sugli antichi Liguri preindoeuropei. Con una precisazione: io mi sono documentato sull’argomento e quindi numerosi particolari riferiti sia ai liguri sia, ad esempio, ai cartaginesi sono comprovati, ma non è tutto reale, perché si tratta pur sempre di uno scritto di fantasia, un racconto, non un saggio. Ad esempio ritengo alquanto improbabile che i selvatici marinai liguri dell’epoca navigassero su imbarcazioni abbastanza grandi da ospitare ben settanta o ottanta uomini di equipaggio come ho scritto, i documenti storici parlano piuttosto di navigli che erano poco più di zattere, considerate dunque questa mia una licenza poetica.

Massimo Bianco.