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LO SVILUPPO SENZA CARBONE E’ POSSIBILE 

di Silvio Rossi

Rispondo volentieri a nonna Abelarda, specialmente oggi che ho scoperto chi è in realtà il mio interlocutore di tante simpatiche  polemiche sul Web in tema di ecologia. 

Cara Milena come ben sai, io come te non provengo da una famiglia fascista o benestante, anch’io provengo da una famiglia di sinistra e avendo qualche anno più di te, sono pure stato sessantottino e ho creduto nell’utopia socialista, come tanti altri miei coetanei . 

Purtroppo ad un certo punto della mia vita ho scoperto che dove vi era il socialismo reale, non vi era il paradiso che ci raccontavano nelle sezioni dell’allora PCI (negli anni 60 non c‘erano le parabole per avere informazioni corrette), al contrario vi erano i gulag, la miseria e un disastro ambientale di cui Cernobyl è stato solo la punta dell’iceberg; quindi i partiti che si identificano con il comunismo  non possono certamente dare lezione di ambientalismo,  anche per come hanno gestito le politiche locali. (vedi tanto per fare un esempio la vicenda delle acciaierie Riva di Genova). 

Sono d’accordo con te  che la nostra civiltà ha distrutto e sta distruggendo l’ambiente per migliorare la propria esistenza  e occorre fare qualcosa, perlomeno per evitare il disastro totale che porterebbe alla fine dello stesso pianeta; questo però non significa necessariamente tornare all’età della pietra. 

Occorre invece iniziare a verificare  quali attività economiche possono mantenere lo standard di vita acquisito, danneggiando il meno possibile l’ambiente circostante. 

La provincia di Savona  si è sviluppata ed è diventata negli anni  900 una delle più ricche province italiane grazie al carbone e alla siderurgia, devastando  l’ambiente e deturpando il paesaggio , ma è grazie al carbone e alla siderurgia che i savonesi sono potuti andare a scuola e hanno potuto emanciparsi.  

Il movimento migratorio verso il Nord è avvenuto poiché di fronte alle bellezze del Sud  e a “o sole mio” la gente del sud preferiva una casa confortevole e  un futuro dignitoso  per i propri figli, che solo una società industriale poteva offrire loro, come ancora oggi avviene, peraltro in modo ancor più dirompente. (e qui ci sarebbe da fare un discorso ancor più interessante ed impellente)  

Quindi non è pensabile “tout court” eliminare tutto quello che è economia reale, in nome di un ambientalismo  settario che boccia tutto senza fare delle distinzioni. 

La fase del carbone e della Siderurgia nei paesi occidentali fortunatamente è terminata ma ciò non vuol dire che l’industria deve necessariamente terminare, altrimenti cosa diamo da mangiare al “popolo”?  I croissants di Maria Antonietta? 

Quindi i  buoni amministratori devono  decidere  quali attività economiche possono  dare di più, in termini di economia e posti di lavoro “reali”, con meno inquinamento possibile e respingere quelle che sono le vecchie e sorpassate politiche industriali, basate sul dispendio di energia e inquinamento dell’ambiente. 

 E qui non si può fare il distinguo apartitico, come se i partiti non c’entrassero niente ; nel nostro caso  chi  ha autorizzato negli anni 70 l’utilizzo del carbone, inizialmente in via sperimentale e poi in via definitiva nella Centrale di Vado  e chi deciderà  sul suo potenziamento? 

Le amministrazione che hanno dato e che daranno  i permessi non sono composte da marziani, ma da uomini delegati dai partiti e votati dai cittadini e in queste zone le sinistre hanno governato con maggioranze bulgare, quindi la responsabilità è chiara e precisa, negarla significa essere molto ingenui o in malafede. 

La Lega Nord (vedi i programmi per le ultime tre elezioni comunali e provinciali ) è sempre stata contraria nettamente al potenziamento del Terminal del carbone e all’uso del carbone; ultimamente abbiamo anche diramato un ordine del giorno che naturalmente non è stato pubblicato, ma si trova sul nostro sito per chi volesse leggerlo. (www.leganordsavona.blogspot.com)

Nel caso della Centrale Tirreno Power spieghiamo chiaramente che non si può neanche parlare di occupazione; il carbone  serve solo a fare arricchire il proprietario di “La Repubblica”  perché, come ben sappiamo, la centrale può andare anche a metano e l’occupazione certamente non cambierebbe; quindi se gli amministratori hanno concesso di bruciare carbone per tanti anni e lo continueranno a fare, sarà solo loro responsabilità e dei cittadini che li hanno votati, quindi è dovere dei veri ambientalisti  denunciare tali partiti e…diffidare di certi articoli di certi personaggi su certi giornali che spesso scrivono per depistare i cittadini dai veri problemi. 

Per contro, per attirare i turisti a visitare le nostre bellezze e il nostro entroterra (come voi giustamente auspicate), occorrono strade, aeroporti e porti e purtroppo tali infrastrutture sono costituite  da catrame  e cemento e per realizzarle occorre anche  modificare l’ambiente naturale, come peraltro è avvento in modo sconvolgente per costruire l’aeroporto di Genova, con chissà quante proteste degli ambientalisti di allora  nel vedere sbancare intere colline dell’entroterra genovese e portare a mare i detriti per costruire le piste con conseguente distruzione di colonie di  poseidonia  ma…potremmo oggi  pensare di vivere senza un aeroporto?

Con affetto  

Silvio