TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

E' POSSIBILE UN MONDO
SENZA GUERRE E SENZA POVERI

di Aldo Pastore

Alcuni attenti lettori di "Trucioli Savonesi", dopo aver preso in visione il mio ultimo scritto (avente per titolo: "Perchè dobbiamo amare Emergency"), mi hanno posto tutta una serie di impegnative domande, che io ho cercato di sintetizzare in due soli fondamentali quesiti:

1) Potremo, ora ed in avvenire, sconfiggere la guerra e, con essa, la profonda diseguaglianza globale, attualmente esistente?

2) Quali alternative possiamo, noi, contrapporre alla guerra, con particolare riferimento alla situazione afghana?

Sono due quesiti tremendi, per la loro complessità, ed io, francamente, non so chi possa rispondere ad essi compiutamente e, soprattutto, con convincenti motivazioni etiche; per quanto mi riguarda, posso semplicemente dire che non posseggo certamente la capacità di offrire delle risposte complete ed esaustive; posso, tuttavia, tentare di fare dei ragionamenti e, sulla loro base, esprimere la mia opinione, senza aver la pretesa di possedere la verità e, quindi, la chiave per la soluzione dei problemi, sopra prospettati.

Mi limito, ovviamente, alla situazione esistente in Afghanistan, non dimenticando, tuttavia, che il dramma dei conflitti bellici interessa ed angustia molti angoli del nostro Mondo.

In Afghanistan, esiste, di fatto, la seguente situazione:

- IL GOVERNO UFFICIALE, presieduto da Karzai, non possiede alcuna credibilità e, quindi, difetta della necessaria autorità.

Gabriel Bertinetto (inviato giornalistico ad Herat, dove l' Italia guida, dal 2005, la PRT - Squadra Provinciale di Ricostruzione) ha scritto, in questi giorni:

"La corruzione dilaga in tutti i settori dello Stato, inclusi i vari corpi di polizia locale, e l' Afghanistan Occidentale, da questo punto di vista, non fa eccezione. I cittadini ne sono talmente consapevoli che, nell' ultimo sondaggio realizzato da Integrity Watch Afghanistan (un Istituto finanziato dall' ONU), il 60% degli intervistati ha definito L' Amministrazione Karzai la più corrotta degli ultimi 30 anni. Addirittura, il 93% lamenta di non poter fruire di alcun servizio pubblico, senza "ungere" funzionari ed impiegati."

- Come già ho avuto occasione di scrivere, è necessario evidenziare che:

  • - Il 60% del Prodotto Nazionale Lordo dell' Afghanistan dipende dalla coltivazione dell' oppio (totale: 6100 tonnellate prodotte nel 2006); a sua volta, il 90% dell' Eroina, smerciata in Europa, proviene dall' Afghanistan;

  • sono circa 10.000 i villaggi coinvolti in questa specifica coltivazione;

  • al contadino-coltivatore afghano vengono pagati 30 dollari per un Kilogrammo di oppio prodotto; peraltro, un Kilogrammo di eroina, sul mercato occidentale, frutta, allo spacciatore 120.000 dollari. Malgrado questa evidente e macroscopica iniquità, ai 2.300.000 contadini che lo coltivano, L' OPPIO GARANTISCE GUADAGNI 10 VOLTE SUPERIORI ALLE TRADIZIONALI COLTIVAZIONI DI CEREALI;

  • per questa elementare ragione di carattere economico, il mondo contadino (e, con esso, la maggioranza della popolazione del Paese) tende a conservare questo tipo di sviluppo produttivo ed, in questo disegno, E' PROTETTO NON SOLTANTO DAI TALEBANI, ma, paradossalmente, anche dai SIGNORI DELLA GUERRA, che hanno mantenuto un piede dentro ed uno fuori dal Governo Ufficiale  di Karzai, generando instabilità e mantenendo le loro milizie private, forti del peso politico guadagnato (alleandosi con gli Stati Uniti) nel tentativo di cacciare i Talebani, per tornare a dominare gli eventi.

-  In questo tormentato ed instabile contesto, l' ONU E' INTERVENUTA, con grande coraggio, per modificare l' assetto  socio-economico dell' intero Paese.

Ho già avuto occasione di riportare, in un mio precedente articolo, le dichiarazioni di Antonio Maria Costa (Direttore Esecutivo dell' Ufficio delle nazioni Unite contro la Droga e il Crimine); ripropongo, nuovamente, alla cortese attenzione dei lettori le sue parole:

"E' in corso un  programma  di aiuto (speciale e rapido) alle province afghane che si impegnano ad  azzerare la coltivazione di oppio.
Un milione di dollari a ciascuna Provincia che il mio Ufficio verificherà essere priva di droga, investiti in strade, irrigazione, dispensari, scuole, micro-credito.
L' obiettivo per il 2007 è di raddoppiare  le Province libere dall' oppio da 6 a 12."

- Parimenti, di notevole entità, sono gli aiuti economici, assistenziali ed umanitari, offerti dalla COOPERAZIONE ITALIANA (oltre a quello fondamentale di Emergency, già evidenziato nella precedente puntata)

Riporto, in proposito, una dettagliata relazione, sottoscritta da Pietro De Carli ed apparsa  sul mensile " Aprile" (marzo 2007):

"Le iniziative di emergenza della Cooperazione Italiana sono iniziate dopo il terremoto che, il 22 Marzo2002, ha devastato la cittadina di Nahrin, nella Provincia di Baghlan, a 270 Km a nord di Kabul, oltre la catena montuosa dell' Hindu Kush, con la ricostruzione di un ospedale distrettuale e di un complesso scolastico.
Gli interventi, che si sono susseguiti successivamente, hanno consentito di realizzare, in quattro anni, progetti umanitari in 33 distretti di 10 province: dai confini con il Pakistan (nelle province dell' est di Khost, Paktia e Mangarhar) ai confini a Nord -Ovest con l' Iran ed il Turkmenistan ( nelle province di Herat e Badghis) alle aree del Centro-Nord ( nelle Province di Sar-i-Pol, Baghlan e Wardak e nella capitale Kabul).

Sono stati ricostruiti 4 Ospedali e 8 Cliniche  Rurali, 17 Scuole; si è costruito shelter e distribuito beni di prima necessità ai rifugiati che tornavano alle aree di origine, assistito piccoli  agricoltori con la riabilitazione di canali di irrigazione e la costruzione di pozzi con pompe alimentate ad energia solare.

E' stata avviata la nascita di imprese femminili, autogestite in diversi settori (assemblaggio di lampade fotovoltaiche, riparazioni di telefoni cellulari, lavorazione di gemme  semipreziose, mense self-service, allevamenti di pollame con assistenza veterinaria)."

Di fronte a questa drammatica e, per certi versi, contraddittoria situazione, esistente in Afghanistan, quale deve essere la STRATEGIA DA SEGUIRE per affrontare, in modo razionale, i conseguenti problemi ed, in ultima istanza, per fornire una risposta credibile ai due fondamentali quesiti, posti all' inizio di questo articolo?

  • Dico subito che va assolutamente scartata l' IPOTESI GUERRA, non soltanto perchè improponibile rispetto alle mie personali convinzioni etiche, ma anche perchè concretamente irrealizzabile nel contesto geofisico, socio-economico e politico, precedentemente descritto; ricorrere alla guerra in Afghanistan significa semplicemente allungare la Trafila dei Perdenti (da Brezniev a Bush, a Blair ed altri ancora).

  • L' ONU e, con essa, l' ITALIA debbono rimanere in questo disastrato Paese, ma non già per portare altra guerra ed altri morti  e feriti, bensì per continuare a portare AIUTI e, quindi, POSSIBILITA' DI VITA  E DI PROGRESSO.
    Occorre prendere atto che si tratta di una difficile sfida; è, infatti, necessario riuscire a superare le differenze delle comunità, fino ad instaurare un vincolo di fiducia; peraltro, già oggi, tra le popolazioni locali ed Emergency (e la Cooperazione Italiana nel suo complesso) è cominciato a nascere un clima di reciproca simpatia; non a caso, in questi ultimi mesi, parecchie migliaia di abitanti dei villaggi rurali della Provincia di Baghlan hanno organizzato una petizione popolare spontanea, rivolta alle Associazioni Italiane, per indurle a proseguire il sostegno alle cliniche ubicate nei villaggi remoti che non sarebbero, altrimenti, in grado di funzionare.

  • Ma è, altresì, necessario percorrere una STRADA NUOVA (o, da poco, percorsa), vale a dire quella del MICRO-CREDITO FINANZIARIO, BASATO SULLA FIDUCIA.
    Ricordo, in proposito, che, in quest'ultimo scorcio del mese di Marzo, è giunto, in Italia, il Premio Nobel per la Pace - 2006, il Prof. Muhammad Yunus, il quale, durante un' audizione, avvenuta presso la Commissione Affari Esteri della Camera, ha illustrato la straordinaria esperienza, effettuata in Bangladesh, dalla Grameen Bank, la prima grande azienda, a livello mondiale, operante nel settore del micro-credito.
    Questa particolare forma di credito (attraverso prestiti dell' entità media di circa 300 Dollari) è rivolta alle fasce più indigenti della popolazione ed ha finalità prioritaria  di favorire l' acquisto di strumenti da lavoro o di materie prime per avviare una piccola attività; un altro aspetto positivo è rappresentato dal fatto che il 97% dei clienti della Grameen sono donne: erogando il piccolo prestito alle donne, il danaro viene effettivamente utilizzato a beneficio della famiglia, dell' istruzione e del lavoro; esiste, infine, un programma speciale di credito ai mendicanti, con prestiti sufficienti ad acquistare una coperta o un ombrello e restituiti a rate settimanali di 3 centesimi di dollaro.
    Muhammad Yunus ha precisato che i prestiti concessi sono di quattro tipi:

- al tasso del 20 % per chi conduce un' attività produttiva

- all' 8% per finalità abitative

- al 5% per gli studenti

- allo zero per cento per gli indigenti ed i mendicanti.

Anche i tassi attivi per i depositi sono interessanti: variano tra l' 8,5% ed il 12%.

 La Grameen Bank si finanzia al 100% con i depositi dei suoi azionisti, vale a dire degli stessi beneficiari dei prestiti; dal 1995 non riceve più contributi da donatori.
Assumono un particolare rilievo le dimensioni del fenomeno; secondo i dati più aggiornati, la Banca ha concesso prestiti per 6,01Miliardi di Dollari ed i suoi clienti hanno raggiunto il numero considerevole di 6,6 Milioni.
Ma,  il dato che più impressiona è il Tasso di Solvenza: 5,34 Miliardi su 6, concessi in prestito, sono già stati ripagati, per una percentuale del 98,48 per cento. Si tratta, quindi, di una impresa che rispetta  tutte le regole economiche e contabili e che produce profitti, ma che ha finalità e meccanismi di funzionamento diversi da tutte le altre imprese creditizie esistenti.   

Al termine del suo intervento, Muhammad Yunus ha testualmente affermato:

"La povertà è una creazione artificiale.
Non fa parte della società umana e possiamo eliminarla.
Possiamo, cioè, fare uscire le persone dallo stato di povertà ed inserirle nel circuito dell' economia.
La sola cosa che dobbiamo fare è modificare le nostre istituzioni e le nostre politiche: dopo non ci sarà più la povertà ."  

La risposta, forse alquanto utopica, ma comunque credibile, ai due fondamentali quesiti, posti all' inizio di questo articolo, è implicita in queste ultime considerazioni di Muhammad Yunus.

Riflettiamo, ancora un attimo, sulla possibilità di contribuire al ridimensionamento delle coltivazioni di oppio in Afghanistan e, quindi, di modificare l' assetto socio-economico di questo Paese, anche attraverso il percorso della strada del micro-credito.

Infine, rivolgiamo un cortese invito alle nostre Banche ed ai nostri Istituti di Credito a riflettere sul "Sistema Grameen", rappresentando, esso, un vero e proprio modello di impresa, nel quale i valori sociali forti vengono collocati in una posizione centrale, dalla quale si dimostrano in grado di sprigionare una energia, che ha effetti rilevanti anche di natura economica.

Una lezione sulla quale è certamente utile meditare.

ALDO PASTORE                                                      29 Marzo 2007