E' stato recuperato un materiale di eccezionale valore, che documenta l’aspetto e la vita della città fra cinquant’anni. Una specie di descrizione con giro panoramico
Savona, anno 2057 PRIMA PARTE
                         di Nonna Abelarda          versione stampabile

Grazie a una delle famose distorsioni temporali che ogni tanto avvengono sulla Rete, i nostri studiosi sono riusciti a ricuperare del materiale di eccezionale valore, che documenta l’aspetto e la vita della città fra cinquant’anni. Pare si tratti di una specie di descrizione con giro panoramico. Il lavoro di recupero e decodifica dei frammenti è stato lungo e paziente, non tanto per l’aspetto informatico (pare infatti che da quando, nel 2011, Bill Gates è stato linciato e la Microsoft distrutta, si sia riusciti finalmente a riunificare i protocolli e ottenere la compatibilità di sistemi, file e programmi) quanto per la ricostruzione linguistica: infatti il linguaggio scritto nel corso degli anni si è basato su un lessico sempre più impoverito, con  un minimo numero di termini usati, e una costruzione su frasi brevi con abbreviazioni da telefonino. Ma ecco, finalmente, come appare il tutto ritrasformato in italiano corrente:

Benvenuti a Savona, una città fuori dal circondario. A Ovest scorgiamo, sul mare, il massiccio edifico della centrale, detta l’Organo a causa delle sue sette ciminiere di altezze diverse, come canne di un organo, appunto. E’ notizia di questi giorni la richiesta della proprietà,  la Mediterranean Power con sede  nello Zimbabwe, di ultimare i lavori per altri due gruppi. Finalmente sperimenteremo anche noi l’ultimo ritrovato nel campo delle fonti energetiche ecologiche e rinnovabili: gli pneumatici usati. Un combustibile assolutamente pulito, come assicurano molti studi in materia, e altamente redditizio, visto che con la dismissione delle auto euro 10 e euro 11 se ne trovano a iosa da smaltire. Per la  popolosa megalopoli di Quilianovadolleggia, il sindaco Giacuffo, pur dicendosi in disaccordo con se stesso a proposito della decisione da prendere, ha dato l’autorizzazione formale. Si aspetta solo l’O.K. della regione padano-occitana, che non può tardare. C’è fame di energia. Del resto, in una zona dove ormai non piove per trecentoquaranta giorni l’anno, e il cielo è sempre azzurro e terso, una nuvoletta di fumo nero che oscuri il sole, ogni tanto, non può che ricordare i bei cieli piovosi di un tempo, come è stato risposto ai soliti polemici ambientalisti. 

Ci saranno ulteriori vantaggi: i copertoni arriveranno in nave, e saranno stoccati sull’enorme piattaforma del porto che da quando è stata costruita è rimasta praticamente inutilizzata. Si tratterà di sfrattare il gruppetto di senzatetto che da tempo vive in quei due o tre container arrugginiti, ma ne varrà la pena: oltretutto, come noto, gli pneumatici nei loro viaggi per mare sono deposito d’acqua, ricchissima d’insetti tropicali. Un nuova riserva naturalistica, dunque, un paradiso anche per gli entomologi. Per il loro trasporto da piattaforma alla centrale verrà costruita una apposita funivia che sorvolerà il golfo, trasformandosi in ulteriore attrattiva turistica. Saranno infilati direttamente sul cavo metallico, come ciambelle. Suggestivo, no?

Proseguendo verso il centro città, lungo la costa troviamo l’imponente e ininterrotta diga litoranea, che ha sostituito l’antiquata e polverosa spiaggia, e che grazie a potenti idrovore protegge il nucleo abitato dall’innalzamento del mare. Qui si pratica l’ultimo degli sport estremi: la pesca d’altura, nel senso che si sta in cima al muro. L’emozione è tanta, visto che il mare, quando è agitato, porta via qualche pescatore, come viene documentato dalle videocamere che trasmettono in Rete. Di recente, a causa della troppo costosa pratica di immissione di pesce d’allevamento (è noto che il mare è ormai del tutto spopolato) , si è ovviato con gli sciami di pesci robot, addestrati per abboccare.

In zona Natarella ecco elevarsi il massiccio compresso residenziale di Solimano il Sultano, alto più di ottanta metri, dalla caratteristica forma a prua di nave, in ricordo, pare, di un antico cantiere navale o delle invasioni saracene. Un vero simbolo di Savona, per chi arriva dal mare.

All’altezza dell’ex-foce del torrente Letimbro, ora trasformato in pista sterrata per gare di velocità, dopo lunghe discussioni se cementificarlo o meno, troviamo un altro complesso, quello del Mulino, purtroppo non terminato. In origine di un bel rosa salmone, era stato ridipinto di bianco sperando nella sponsorizzazione di un famoso gruppo alimentare, ma senza successo: oltre ai costi esorbitanti, sciami di zanzare giganti di nuova specie, provenienti dall’acquitrino sottostante, avevano allontanato i potenziali acquirenti.

Purtroppo, anche qui, legioni di abusivi hanno invaso gli ambienti fatiscenti, incuranti della malaria. Si tratta dei tanti che non hanno potuto comprare casa, o pagare gli affitti, o che hanno avuto l’appartamento sequestrato per  insolvenza delle rate di mutuo.  Bisognerebbe fare qualcosa contro questa indecenza: andrebbero allontanati, creando apposite tendopoli in zone periferiche.

Superate le rovine.... CONTINUA LA SETTIMANA PROSSIMA

Nonna Abelarda