Arancia meccanica (1971) di Stanley Kubrick
Film provocatorio e controverso basato sul romanzo distopico, pubblicato in Italia col titolo “Un arancia a orologeria” di Anthony Burgess.
Ambientata in una cupa e futuristica Gran Bretagna, probabilmente retta da un regime socialista, la storia segue Alex DeLarge (interpretato da Malcolm McDowell), un giovane delinquente carismatico e sociopatico che guida la sua banda di “drughi” nel commettere atti ultra violenti, che vanno dalle aggressioni, agli stupri ed agli omicidi, il tutto mentre si diletta con le sinfonie di Beethoven.
L’adattamento di Kubrick è una lezione magistrale nel mescolare satira oscura, commento sociale e immagini indimenticabili.
La narrazione è sia ipnotizzante che inquietante in quanto presenta il viaggio di Alex, raccontato a volte in terza persona, dalla libertà incontrollata di agire nelle sue malefatte e della sua gang, alla riforma controllata dallo Stato e il ritorno all’apparente normalità.
Quando Alex viene catturato dopo una brutale serie di crimini, viene sottoposto alla Tecnica Ludovico, una controversa terapia avversiva volta a condizionarlo contro la violenza e i pensieri immorali.
Questo “trattamento” altrettanto violento e invasivo, lo rende incapace di scegliere tra il bene e il male, sollevando profonde domande sul libero arbitrio, la moralità e il costo dell’ordine sociale.
Visivamente, Arancia meccanica è sorprendente, con scenografie vivaci, immagini simboliche e angoli di ripresa disorientanti che riflettono la psiche caotica di Alex.
La performance di McDowell è agghiacciantemente magnetica, bilanciando fascino e minaccia, rendendo Alex un inquietante antieroe.
L’uso di Kubrick della musica classica e la primaria e acerba musica elettronica di Walter Carlos, giustapposta a scene grafiche iconiche, crea un tono inquietante e ironico nella colonna sonora che si aggiunge all’impatto del film.
La colonna sonora di Arancia meccanica è stata accolta positivamente ed è talvolta considerata il capolavoro della odierna Wendy Carlos.
Venne inserita in un libro dedicato ai più grandi album di sempre della rivista Mojo.
Contenente le trascrizioni di compositori classici eseguite dalla compositrice transgender Wendy Carlos (allora era Walter Carlos), tra le prime interpreti e compositrici di musica elettronica ad aver usato il sintetizzatore moog e contribuì significativamente alla popolarità di questo strumento, grazie alle sue incisioni di brani e arie appartenenti al repertorio classico (Bach, Monteverdi, Händel, Scarlatti) eseguiti al sintetizzatore.
Il suo primo lavoro in studio, Switched-On Bach (1968), vinse tre premi ai Grammy Awards 1969, tra cui quello al miglior album di musica classica.
La colonna sonora contiene anche versioni originali di celebri arie di compositori come Beethoven e Rossini, Stanley Kubrick’s A Clockwork Orange venne edito nel 1972 dalla Warner Bros. Records.
Ottenne anche ottimi riscontri in termini di vendite, raggiunse infatti la prima posizione della casistica italiana Musica e dischi e la quarta della UK Albums Chart.
Nel film vengono esplorati temi di disumanizzazione, controllo governativo ed etica della manipolazione psicologica, costringendo il pubblico a confrontarsi con se sia meglio avere una società ordinata a spese del libero arbitrio o una invece che abbraccia la scelta individuale, indipendentemente dalle conseguenze.
L’eredità del film è quella di un cinema stimolante che sfida la zona di comfort degli spettatori, lasciandoli con domande che persistono a lungo anche dopo lo scorrimento dei titoli di coda.
In questo film distopico io vedo molte cose futuristiche ma nello stesso tempo, attuali e contemporanee, guardiamoci attorno e vedremo le cose che accadono nel mondo odierno.