Anziani e sanità in Liguria: un Sistema al collasso o un’epopea di resilienza?

La Liguria è una delle regioni con la popolazione più anziana d’Italia e, per certi versi, d’Europa. Quasi un abitante su tre ha più di 65 anni, e molti di loro convivono con malattie croniche che richiederebbero cure costanti e, soprattutto, un sistema sanitario efficiente e accessibile. Ma qui iniziano i dolori – e non solo quelli articolari.

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Chiedete a qualunque pensionato ligure cosa significhi prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico. Le risposte variano tra il rassegnato e il comico, con racconti che includono file e attese interminabili. La si può ottenere – se si ha fortuna – dopo mesi di attesa, che possono anche diventare anni. E il problema non riguarda solo esami specifici: anche una banale visita cardiologica può diventare una missione impossibile. Naturalmente tutto si risolve in pochi giorni se si hanno i soldi negli ambulatori privati ( le case della salute stanno nascendo come funghi.

Se il problema delle lunghe liste d’attesa vi sembra preoccupante, aspettate di sentir parlare del Pronto Soccorso. Immaginate di avere bisogno di cure immediate e di arrivare in un reparto d’urgenza dove la parola “urgenza” sembra essere stata cancellata dal vocabolario. Perché, diciamocelo, quando l’attesa per essere visitati supera le otto ore, forse non è più così urgente, no? Le barelle nei corridoi sono diventate la norma, e non si contano più gli episodi di pazienti che, per esasperazione, decidono di tornare a casa senza essere stati visitati.

Un capitolo a parte merita l’assistenza domiciliare, la grande assente di questa narrazione. In un territorio che si fregia di essere turistico e all’avanguardia, l’assistenza agli anziani rimane un miraggio. Mancano operatori, mancano servizi e manca, spesso, anche una semplice telefonata di cortesia per verificare che tutto vada bene. Gli anziani, specialmente quelli soli, si trovano a fare i conti con la solitudine e l’impossibilità di accedere a un’assistenza che dovrebbe essere garantita, ma che rimane sulla carta.

Non si può parlare di anziani e sanità senza menzionare le RSA, le Residenze Sanitarie Assistenziali, che durante la pandemia sono state vere e proprie trincee. Le cicatrici lasciate dal Covid-19 sono ancora profonde: molti parenti hanno perso la fiducia in queste strutture, segnate da episodi drammatici e accuse di negligenza. Eppure, per molti anziani non autosufficienti, le RSA rimangono l’unica opzione possibile, con rette che, per molte famiglie, sono un vero salasso economico e vogliono aumentarle ancora

Il quadro è fosco, ma non tutto è perduto, esistono progetti sperimentali e iniziative, spesso portate avanti da associazioni locali e volontari, che tentano di sopperire alle mancanze del sistema sanitario. L’assistenza telematica, con consulti medici online e telemonitoraggio, potrebbe essere una via percorribile, soprattutto in una regione morfologicamente complessa come la Liguria. Investire nell’assistenza domiciliare e potenziare i servizi di base sono passaggi imprescindibili per migliorare la qualità della vita dei nostri anziani.
In questa situazione tragica ai liguri tocca sentire anche gli slogan della campagna elettorale che promettono sanità gratis per tutti.

La sanità ligure ha davanti a sé una sfida enorme. Non si tratta solo di risolvere problemi logistici o organizzativi, ma di ripensare un intero sistema, mettendo al centro le persone e le loro necessità. Perché dietro ogni statistica c’è una vita, dietro ogni numero c’è una storia, e dietro ogni attesa c’è una speranza.

Italo Armenti

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