ALLUVIONE
RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Quarantatreesima puntata
L’ASSENZA DELLA PREVENZIONE SI TRASFORMA IN TRAGEDIA
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RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO Quarantatreesima puntata
L’ASSENZA DELLA PREVENZIONE SI TRASFORMA IN TRAGEDIA Ancora una volta, nei giorni scorsi, a Genova, abbiamo tragicamente toccato con mano quanto grande sia, oggi, la distanza tra quel che sappiamo e quel che facciamo. Tra il nostro “SAPERE ENORME” e la “NOSTRA ANCORA PIU’ MASTODONTICA INCAPACITA’ DI AGIRE” di conseguenza. E’ una discrasia che non ha precedenti nella storia, non fosse altro perché inedita è la nostra conoscenza. – Sapevamo quasi tutto quello che c’era da sapere sull’evento meteorologico estremo che si è abbattuto su Genova, la Quinta Città della Settima potenza Industriale del Mondo. – Sapevamo da giorni che sarebbe caduta tanta acqua sulla Costa Ligure e, probabilmente, sulla Città che sull’acqua e con l’acqua ha costruito la sua straordinaria storia. – Sapevamo che il Territorio Ligure, come gran parte del Territorio Italiano, è fragile. Che non è in sicurezza. Che va messo in sicurezza – Sappiamo anche come fare per metterlo in sicurezza. – Inoltre, sapevamo cosa era accaduto, appena una settimana fa, poco più in là, nelle Cinque Terre. – Sappiamo che, senza Prevenzione, questi fenomeni si trasformano regolarmente in Tragedia. Tutto questo sapere non è servito a farci agire di conseguenza. Tutta questa “COSCIENZA ENORME” fa cadere ogni velo sulla nostra “ENORME INCOSCIENZA” Perché il nostro sapere non è nudo. Non ci offre indifesi come Agnelli sull’Altare Sacrificale della Natura. Mai come in questa era (in pochi altri luoghi come in questo Paese) egoismi minuti impediscono di tradurre queste conoscenze in un beneficio per tutti. E così anche questa volta ci ritroviamo a piangere morti che non dovevano essere morti. Dopo queste magistrali parole di Pietro Greco, mi limito a riproporre integralmente quanto già scritto, in data 18 -10 – 2010, su GLI EVENTI ALLUVIONALI Augurandomi che anche le mie parole servano a farci cambiare COSCIENZA E MODO DI AGIRE 9 Novembre 2011 Aldo Pastore
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GLI EVENTI ALLUVIONALI
“PERCHE’ QUANTO E’ AVVENUTO DEVE CONSIDERARSI ECCEZIONALE?” |
I quotidiani locali e la televisione hanno documentato, attraverso i servizi giornalistici e fotografici e soprattutto, attraverso le riprese-video, la drammaticità della situazione che si è venuta a creare, in conseguenza di un tale evento. Mi hanno impressionato, in particolare, le dichiarazioni rilasciate dal Professor Luca Ferraris (Vice – Presidente della Fondazione CIMA, Centro Internazionale di Monitoraggio Ambientale), rese note dal Quotidiano “IL SECOLOXIX”, pag. 18 del 7 ottobre 2010; riporto integralmente il testo del suo intervento: « Il temporale che ha investito la nostra regione nei giorni scorsi è un evento che si ripresenta ogni vent’anni circa. Dal cielo sono piovuti circa 40 centimetri di pioggia. Se si pensa che in un anno, su tutto il territorio, ne cadono in tutto appena il doppio, si capisce l’eccezionalità dell’evento, anche se bisogna chiarire che si è trattato di un evento molto localizzato, ossia avvenuto non in tutto il territorio ma solo in alcune parti di esso».
Queste dichiarazioni (e, soprattutto, quelle riferite all’ECCEZIONALITA’ DELL’EVENTO) mi hanno fatto (ancora una volta) profondamente riflettere; mi sono chiesto e sottopongo l’interrogativo alla cortese attenzione dei nostri affezionati lettori: “PERCHE’ QUANTO E’ AVVENUTO DEVE CONSIDERARSI ECCEZIONALE?” E per offrire una risposta ai miei interlocutori e, soprattutto, a me stesso, sono andato a rileggermi quanto scritto, in proposito, da Jeremy Rifkin nel suo trattato “LA CIVILTA’ DELL’EMPATIA” – Mondadori editore, pagine 444 – 445 e debbo dire che ho trovato, nelle sue parole, la conferma ai miei antichi sospetti e successivi convincimenti; ma sentiamo Rifkin: “L’aumento della temperatura terrestre fa aumentare l’evaporazione, cioè il rilascio di vapore acqueo nell’atmosfera. Per ogni grado Celsius di aumento della temperatura aumenta del 7 per cento la capacità dell’atmosfera di trattenere umidità. Il cambiamento della capacità dell’atmosfera di trattenere umidità influenza il ciclo idrologico e, in particolare, quantità, frequenza, intensità, durata e tipo delle precipitazioni. *l’effetto più importante dell’aumento del vapore acqueo nell’atmosfera è l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, a fronte di una diminuzione della durata e/o della frequenza.* (Fonte: IPCC – CLIMATE CHANGE 2007-PAG.254) Le conseguenze sono alluvioni più forti e siccità più prolungate.
Le argomentazioni di Jeremy Rifkin trovano conferma nel rapporto delle Nazioni Unite del 2007, il quale rileva che “l’intensità degli Uragani è, di fatto, aumentata negli ultimi trent’anni, in particolare con un forte incremento degli uragani, classificati nelle categorie 4 e 5” In tal senso, si era espresso anche uno studio, pubblicato nel 2005, dalla Rivista “SCIENCE”, dove veniva evidenziato che, dal 1970 al 2005, il numero degli uragani classificati di categoria 4 e 5 era raddoppiato. Dunque: IL RISCALDAMENTO GLOBALE DELLA SUPERFICIE TERRESTRE (causato dall’errato modo di produrre e di consumare dell’ HOMO URBANUS) STA GIA’ INCOMINCIANDO AD AVERE EFFETTI “in tempo reale” sulle condizioni fisico-chimiche dell’ATMOSFERA TERRESTRE e, quindi, sul CICLO IDROLOGICO del PIANETA, provocando cambiamenti nelle precipitazioni stagionali e lasciando, da un lato, vaste porzioni della superficie terrestre più esposte al rischio di siccità e desertificazione e, dall’altro lato, scatenando alluvioni ed altri eventi meteorologici estremi (tra cui, uragani, tornado ed incendi boschivi) in altre zone terrestri. |
Ma, domandiamoci, allora, quale è la CAUSA PIU’ PROFONDA DI QUESTO DISSESTO CLIMATICO; quali sono, in buona sostanza, le conseguenze che l’UOMO MODERNO continua a causare sul Pianeta Terra, attraverso il suo modo di produrre e di consumare? In estrema sintesi, perché si è verificato, all’inizio dell’era industriale, il SURRISCALDAMENTO DELLA SUPERFICIE TERRESTRE, causa, a sua volta, del SOVVERTIMENTO ATMOSFERICO? |
Le cause sono sostanzialmente Due: . L’ECCESSO DI BIOSSIDO DI CARBONIO NELL’ATMOSFERA, determinato dall’ UTILIZZO MASSICCIO DEL CARBONE E DEGLI ALTRI IDROCARBURI (PETROLIO, BENZINA, in particolare) nel Mondo Occidentale ed, attualmente, anche nei paesi Asiatici ad alta produzione industriale; . LA DIMINUZIONE DELLA CRESCITA DENDROLOGICA (vale a dire delle piante e degli alberi a consistenza legnosa); l’umanità, nel suo complesso, sta dimenticando che gli alberi rappresentano il polmone indispensabile per la sopravvivenza di ogni essere vivente. Eppure, gli studiosi hanno scientificamente dimostrato che le foreste terrestri assorbono circa un terzo del Biossido di carbonio, rilasciato dalle attività umane e, di conseguenza, offrono respiro all’intera umanità. Peter Cox del METEOROLOGICAL OFFICE BRITANNICO DI BRACKNELL ha pubblicamente denunciato i danni che potrebbero derivare al clima terrestre e, quindi, al divenire dell’umanità dalla massiccia deforestazione dell’Area Amazzonica, attualmente in corso.
John Mitchell (anch’egli del Meteorological Office) è, più volte, intervenuto sul fatto che la deforestazione (e, cioè, Il collasso boschivo) verrà a rappresentare, di fatto, la scomparsa del maggior assorbitore del biossido di carbonio, prodotto dalle attività dell’uomo e presente, quindi, nelle terre emerse. In conseguenza delle due CAUSE sopra citate, la temperatura Globale della superficie terrestre potrebbe aumentare di 6-8 gradi in più nel corso del Secolo, con effetti devastanti sulla composizione fisico-chimica dell’ Atmosfera Terrestre e sul Ciclo Idrologico ed, infine, sugli Eventi Climatici Estremi, precedentemente citati. Quindi, le dichiarazioni di Luca Ferraris, pur corrette sul piano scientifico, vanno viste non già con l’occhio dell’Essere Umano Attuale, bensì con l’occhio e la mente dell’Uomo dell’ Avvenire, proprio perché, attraverso l’evoluzione del tempo ed attraverso l’accentuazione delle attuali modalità produttive e consumistiche, la situazione climatica ed idrologica potrebbe radicalmente modificarsi in peggio. Anche per questa ragione, noi dovremmo ragionare ulteriormente sugli Eventi Alluvionali che hanno interessato (ed interessano tuttora) le nostre Riviere. Infatti, la Liguria (da Ventimiglia a Sarzana) è una ristretta striscia di Terra, dove le montagne strapiombano a picco verso il mare; noi troviamo la rappresentazione grafica della nostra Regione nelle magistrali opere pittoriche di Carlo Giusto, ove, accanto ad un intenso colore blu, rappresentante il Mar Ligure, noi riscontriamo scoscesi pendii, ricchi di splendidi e variegati colori, raffiguranti le meravigliose varietà floreali, che rendono inconfondibili le nostre coste. |
Ma, al di là di questa visione, puramente estetica, andiamo a verificare quale è la situazione idro-geologica dell’intera Regione. Non vi è spazio per fiumi di grandi proporzioni, dotati di un flusso idrico imponente e costante; esistono soltanto dei ruscelli e dei torrenti che collegano il monte al mare; ma, essi sono quasi perennemente secchi e asciutti ed, in ogni caso, poveri d’acqua. Soltanto dopo le piogge intense e continue, essi si arricchiscono di un flusso idrico impetuoso e, spesse volte, violento, il quale, addirittura, trasporta verso il mare tutto quanto, esso, trova sul suo percorso. Ma v’è di più: con gli Eventi Alluvionali sempre più intensi e devastanti, la situazione sta diventando insostenibile; inoltre, in questi ultimi vent’anni, abbiamo assistito ad un altro DUPLICE FATTO NEGATIVO:
1) LA DELETERIA SELVATICAZIONE DEI NOSTRI BOSCHI (MONTANI E COLLINARI), DIVENTATI, ORMAI FORESTE OSCURE E IMPENETRABILI;
2) L’IRRAZIONALE POLITICA DI CEMENTIFICAZIONE E DI ASFALTIZZAZZIONE E, COMUNQUE, DI ECCESSIVA ANTROPIZZAZIONE DELLE NOSTRE COLLINE. Le due concomitanti anomalie hanno condotto alla RIDUZIONE (se non, addirittura, alla SCOMPARSA) DELLE SORGENTI, DEI RUSCELLI E DEI FLUSSI SOTTERRANEI DELLE ACQUE. A sua volta, il concorso delle due anomalie, or ora dette, ha condotto e conduce tuttora ad una PROFONDA ALTERAZIONE DEL DECORSO DELLE ACQUE, DETTATO DALLA NATURA; nasce da questa condizione, da un lato, L’INSORGENZA DI PROLUNGATI PERIODI DI SICCITA’ e, dall’altro lato, di DEVASTANTI FENOMENI ALLUVIONALI. Infatti, l’Acqua delle piogge, che cade sui monti, si trasferisce in gran quantità ed in tempi brevissimi e nel disordine idrologico più totale, dai monti stessi al mare, impedendo, di fatto, l’alimentazione delle sorgenti e delle falde acquifere sotterranee; è necessario, invece, che l’acqua piovana possa giungere alle falde collinari e di pianura dopo alcuni mesi di viaggio sotterraneo ed all’interno dei ruscelli e dei torrenti, al fine di ripristinare un percorso fluviale conforme alle Leggi Naturali. Questo armonico equilibrio idro-geologico tra MONTI E MARE sta disintegrandosi nella nostra Liguria; ci stiamo avviando, in tempi rapidi, verso la più totale anarchia ambientale, con negative e profonde ripercussioni sull’intero sistema economico.
Che cosa fare dunque? Ripropongo sinteticamente, ancora una volta, i CONSIGLI che ripeto da circa venti anni:
1 – Ripristinare l’armonia ambientale del nostro mare e del nostro territorio, sottolineando che la ricchezza della Liguria risiede nelle sue bellezze naturali (mare – costa – entroterra); in questo contesto, predisporre un innovativo modello urbanistico che punti non già sul “continuare a costruire”, bensì sull’”incominciare a recuperare ed a ristrutturare”, salvaguardando, in particolare, i centri storici costieri ed i meravigliosi borghi dell’entroterra;
2 – All’interno delle scelte dei piani urbanistici e, soprattutto, nel contesto delle licenze edilizie da rilasciare per la edificazione o per la ristrutturazione di case collinari o dei cosiddetti “Borghi liguri”, chiedere preliminarmente il parere degli esperti in geologia ed in idrodinamica;
3 – provvedere, in tempi rapidi, al recupero idro-geologico, iniziando dai monti e dalle colline e non già dalle foci dei torrenti, per il semplice motivo che, dalla creazione del nostro pianeta in avanti, l’acqua è sempre scesa dai monti verso il mare e non in senso opposto;
4 – In questo settore, varare ed applicare nuove norme legislative e regolamentari, abbattendo l’attuale giungla burocratica che impedisce, attualmente, ai Comuni di poter pulire correttamente i corsi d’acqua (vedi, ad esempio: impedimento all’abbattimento del materiale ligneo e delle canne, presenti nei greti torrentizi- vedi ancora: divieto di prelevare dai greti il materiale litoide e cioè ghiaia, sabbia, pietrisco);
5 – Allorquando si deve (o si dovrà) affrontare il problema finanziario, ricordiamoci che, anche in questo settore della vita pubblica, il prevenire è molto meno costoso del curare.
13 ottobre ALDO PASTORE |