Albissola Marina

Architettura – segmenti di riflessione
IL CORAGGIO DI PASSARE ALLA STORIA
I LUOGHI PER LA GENTE

IL CORAGGIO DI PASSARE ALLA STORIA
I LUOGHI PER LA GENTE

Sembra un sogno: il nuovo piano di sviluppo di Albissola Marina parla di costruzione di scuole, di contenitori pubblici e di musei.

Era molto tempo che, nella presentazione di linee programmatiche dell’amministrazione comunale non si sentiva, soprattutto nel nostro paese, parlare di qualcosa di diverso dalle solite lottizzazioni, dalla cementificazione a scopo residenziale, da pseudo speculazioni mascherate da crescita economica e sviluppo.

Chi, nella nostra cittadina, non si era ancora arreso alla mancanza di diverse prospettive, oggi nel leggere il comunicato comparso il 19 marzo scorso sulla Stampa, tira un sospiro di sollievo.

 Non tutto è perduto! Il Sindaco Vicenzi decide di ricominciare a parlare di contenitori culturali e parte dalle scuole per arrivare addirittura a tre contenitori museali.

Allora Albissola non si è arresa alla sopraffazione culturale della vicina Savona! Vuole ancora essere protagonista nel panorama artistico nazionale, vuole ancora raccontarsi e magari riuscire nuovamente a essere punto di riferimento e di formazione per giovani, artisti e intellettuali.

Ora bisogna necessariamente crederci e dare fiducia e sostenere chi vuole amministrare cambiando rotta.

Cambiamento però dovrà essere, perché non sarebbe “gradevole” scoprire che dietro la costruzione di contenitori culturali per la comunità albissolese e chi la frequenta, sia prevista come male necessario l’ennesima edificazione residenziale.

Non sarebbe accettabile dover apprendere, un giorno, che i contenitori svuotati diventino col tempo qualcos’altro di non previsto e meno impegnativo per le finanze del Comune.

 Voglio credere che così questa volta non sarà.

 L’idea del museo nell’ex Arcos è un’idea straordinaria che andrebbe nella direzione del riutilizzo di spazi industriali dismessi che ben si prestano a ospitare luoghi museali e di cultura in genere.

Una scelta progettuale che andrebbe anche a rivitalizzare il “noto e triste” quartiere di Grana, super costruito, con appartamenti soffocati dal cemento, carenti di servizi e di luoghi pubblici adeguati.

Potrebbe essere una straordinaria occasione per dare l’impronta di un nuovo modo di amministrare, ottimizzando gli spazi ed eliminando inutili spese di affitto che, fino ad oggi, sono state elargite per un’inidonea sede comunale.

Una straordinaria occasione perché Albissola Marina riprogetti e soprattutto realizzi i luoghi per la gente attesi da anni e soprattutto possa lavorare a un deciso miglioramento della qualità della vita .


Una creuza di Albissola MarinaFoto di S. Cervetto

AZZERARE IL PIANO REGOLATORE! 

A questo punto una svolta sarebbe possibile, quella che consentirebbe al Sindaco Vicenzi di passare alla storia: dalla definizione di un nuovo Piano Regolatore all’azzeramento dell’attuale, con tutte le decisioni che ne derivano e che andrebbero a definire la scelta coraggiosa di un nuovo sviluppo per la città e del suo reale benessere.

 E’ vero è necessario molto coraggio, molta determinazione, ma sarebbe di straordinario esempio in una regione come la Liguria, che ha visto anni di degrado ambientale e idrogeologico, di speculazione edilizia e di crescita urbanistica dissennata.

Ci vuole coraggio per passare alla storia come Sindaco che ha cominciato a domandarsi in ogni occasione e per ciascuna decisione che sta compiendo, pubblica o privata, se davvero la scelta fatta farà vivere meglio la gente e se il segno del suo passaggio, non debba pregiudicare più nulla per chi verrà dopo di lui, anzi gli permetta di essere ricordato come amministratore virtuoso.

 Il ruolo strategico nella partita urbanistica d’altronde è del Comune, è, infatti, il Comune che deve esercitare i compiti assegnati dalla legge, ma spesso quest’ultimo non sembra essere stato in grado perché non ha voluto, non ha potuto o gli è stato impedito di farlo.

Il Testo Unico degli Enti Locali (art. 13) recita: “spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardano l’assetto e l’utilizzo del territorio.”

In realtà in quasi tutti i Comuni , Albissola compresa, i  Sindaci hanno abdicato o sono stati destituiti dal ruolo di gestori del territorio e così, da almeno due decenni, si è assistito a politiche urbanistiche pensate e orientate non dalla competente autorità comunale nell’interesse generale della collettività, bensì dai grandi operatori immobiliari che, ovviamente, perseguono i loro legittimi interessi privati.


 Il SindacoNiccolò Vicenzi

Il Comune è stato più interessato a chiudere il bilancio in pareggio, a organizzare eventi o servizi alla persona, a finanziarie il bilancio comunale in perenne squilibrio e consolidare il proprio consenso, grazie  alla legge che consente di applicare alla parte corrente dei bilanci, gli oneri di urbanizzazione e alla disponibilità di territorio in aree geografiche dove l’edilizia rappresenta un investimento, si è praticata la monetizzazione del territorio.

Una prassi che vede l’ente comunale come soggetto debole nei confronti del privato, il quale può mettere in gioco quelle risorse necessarie alla chiusura annuale dei bilanci.

 Un meccanismo deleterio e perverso, che permette di finanziare i servizi ai cittadini con l’edilizia e che di fatto droga i bilanci comunali, finanziando spese correnti con entrate una tantum.

 Un circolo vizioso che, anche ad Albissola, se non verrà interrotto, porterà al collasso urbanistico( in parte già avvenuto), dovuto all’espansione disordinata e senza limiti  del territorio  che però non è infinito e prima o poi terminerà.

Oggi non si può più guardare altrove e far finta di non vedere l’evidente assurdità di questa politica, bisogna dare un segno di discontinuità col passato.

Quanti servizi, quanti eventi culturali o turistici sono stati finanziati con oneri di urbanizzazione frutto della svendita del territorio e per la costruzione del consenso elettorale e delle carriere politiche di chi amministrava?

Lanciamo anche noi un sassolino nello stagno come ha fatto il Sindaco di Cassinetta e diciamo “Stop al Consumo di Territorio albissolese”.

Cassinetta è un piccolo paese in provincia di Milano, ma sta già  facendo storia. Di lui si sono occupati i media nazionali come Report e Ambiente Italia e sul suo esempio stanno muovendosi Comuni piccoli e grandi e, il mese scorso, anche la Provincia di Torino col suo Piano di Coordinamento Territoriale.

Azzeriamo anche ad Albissola Marina il consumo del suolo e se il piano regolatore redatto dalla precedente Giunta non lo consente: AZZERIAMO IL PIANO REGOLATORE.

 

Passiamo anche noi alla storia, disegniamo una strada nuova che non preveda altre aree di espansione urbanistica ma che investa sul recupero del patrimonio esistente e sulla valorizzazione del paesaggio ambientale e architettonico.

Il nuovo sviluppo può essere la “Crescita Zero” che potrà  prevedere la costruzione di opere pubbliche come quelle prospettate, il recupero di volumi esistenti, ma anche la tutela del territorio già troppo sfruttato e vilipeso.

 Inizialmente, si sa, potrà attirare diffidenze, sarà considerato anacronistico, come anti progressista o addirittura come rivoluzionario soprattutto da chi prima ha amministrato, perché contrario al modello imperante di sviluppo perpetrato da decenni, ma poi saranno gli stessi cittadini a difendere i benefici e le opportunità che la scelta di non consumare territorio porterà, così com’è stato per gli altri Comuni virtuosi.

 E’ ormai diffusa la consapevolezza generale sulla conclusione di quella fase storica per il nostro Paese che ha riposto una parte consistente dello sviluppo economico nel consumo di nuovi terreni e il superamento dell’equazione “maggior consumo di territorio = maggior sviluppo”, affermando la necessità di un’inevitabile alternativa: ovvero che l’attuale patrimonio edilizio esistente (se adeguatamente gestito) potrà soddisfare ampiamente le esigenze abitative e produttive del paese e contribuire così alla maturazione di una coscienza dei limiti fisici del territorio, anche ad Albissola Marina.

                                                 ANTONIA BRIUGLIA

Un dipinto di Serena Salino sul consumo del territorio

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