Alassio – Una tragicomica

Una tragicomica che non ha precedenti potrebbe finire davanti ai giudici
Aiuto! Temo per la mia incolumità, sono perseguita, denigrata, diffamata”
Alassio, l’ombra di un “boss” del giornalismo fa paura all’assessora
Ecco gli atti e protagonisti davanti a carabinieri, questura, commissariato

Una tragicomica che non ha precedenti potrebbe finire davanti ai giudici
“Aiuto! Temo per la mia incolumità, sono perseguita, denigrata, diffamata”
Alassio, l’ombra di un “boss” del giornalismo fa paura all’assessora
Ecco gli atti e protagonisti davanti a carabinieri, questura, commissariato
 

Daniele La Corte

Alassio – Il “fratello Uomini Liberi” (vedi) aveva subito lanciato l’”allarme”. Le forze dell’ordine, tra il 24 giugno (festa di San Giovanni Battista “uomo devoto e santo che per il mondo se ne andava e tutti quelli che incontrava benediva con acqua santa…”) ed il 5 luglio hanno portato a termine una rara operazione istituzionale.

E’ stato scoperto e “smascherato”, ma non neutralizzato, grazie all’esposto dell’assessore comunale Monica Zioni, il giornalista professionista Daniele La Corte, che dopo il rifiuto della giunta di centro destra di contribuire ad organizzare un “memorial culturale” a ricordo di un caro collega (Claudio Tempo), avrebbe scatenato tutta la sua energia di “boss” dell’informazione locale.

Un “padrino” da mani sulla città. Ovviamente non si occupa di “trenette-mazzette-mattoni”, ma di libera informazione e pare abbastanza allergico al “bavaglio”. Chi comanda ad Alassio? Chi ha il potere? La Corte non ha un merito, ad esempio. Prendiamo a caso un articolo che parla di “pannelli votovoltaici ad Alassio” del 12 marzo 2010. La notizia: “…Il sindaco Marco Melgrati ha fatto da cavia al progetto alassino di Solenergia Srl facendo installare i primi pannelli proprio sul tetto della sua villa sulla solleggiata collina di Alassio per dare il buon esempio ai concittadini”.

Il giornalista “boss” non può vantare simili meriti. Lui si ostina a parlare di altre faccende che interessano quattro gatti; non si occupa di movida notturna ed attrazioni per giovani, nella città eterna del turismo giovanile primaria fonte di richiamo.

Ora tralasciando, doverosamente, amenità tra serio e faceto, del resto non sarebbe neppure estate, la cronaca vera, attuale, ci impone un discorso più arduo.

Con una piccola premessa per i navigatori di internet. In Italia le opinioni critiche continuano ad essere equiparate alle diffamazioni e punite col carcere. Non c’è differenza, nel nostro codice penale, tra una critica ed una diffamazione (che si concretizza con l’attribuzione di un fatto infamante, ma falso).

Marco Travaglio ha scritto che i politici seguitano a diffamare i cittadini trincerandosi dietro l’insindacabilità parlamentare, mentre trascinano in tribunale il cittadino che osa criticarli. Ne sa qualcosa Beppe Brillo, recordman di querele.

Monica Zioni non è parlamentare, lei si dichiara di “professione assessore”. La Corte pare non abbia mai fatto incette di querele, di “professione pensionato”, dopo una vita nelle redazioni. Ha scelto di stimolare la sua città con iniziative di libera informazione per scuotere (in senso costruttivo, a suo modo di vedere) le coscienze dei concittadini.

Chi poteva immaginare che si sarebbe trasformato nel giornalista potente e temuto, capace di turbare persino la salute di un pubblico amministratore, dedito al bene comune?

Se le parole volano, possono sforare la moderazione, gli scritti lasciano inesorabilmente il segno. Non ci cancellano facilmente. Solo il tempo se li porta via. E in questa storia, a leggere bene, c’è poco da disquisire sulla onorabilità. Le accuse dell’assessore Zioni o sono vere e dimostrabili, oppure ad indossare i panni di “diffamato” si ritroverebbe il “big” del giornalismo alassino.

Monica Zioni

Colpevole, tra i tanti si dice, di avere dalla sua parte alcuni settori della società civile, che di fronte al “decadimento politico-amministrativo-turistico-commerciale” lo vorrebbero persino impegnato al timone del Comune. Un “fatevi da parte, largo a forze nuove, meglio se giovani, non compromessi”. Senza mani in pasta nel mondo degli affari e delle redditizie trasversalità immobiliari.

Con interessi più o meno occulti. Con appartenenze ad apparati solitamente riservati e sodali. E soprattutto senza un medagliere di processi o inchieste pendenti su vicende di pubblico interesse.

Eppure seguendo gli atti sottoscritti nella caserma dei carabinieri di Alassio (vedi…primo documento), il giornalista dopo che gli è stata negata l’adesione del Comune al “memorial Tempo” e dopo essersi rivolto al sindaco Giovanni Aicardi, si è scatenato mettendo in azione i suoi cannoni (blog, periodico Rivisto e …).

La dottoressa Zioni riferisce testualmente ai carabinieri “…da maggio ad oggi vengono diffusi articoli tesi a denigrare il mio lavoro, la mia immagine e soprattutto menzionando cose false e tendenziose, anche verbalmente tramite battute che La Corte rilascia spesso e volentieri a miei colleghi e a cittadini del Comune di Alassio…”.

Poi la curiosa vicenda, raccontata sul neonato blog “Anche noi per Alassio” . La Corte ha scritto e firmato di aver sorpreso l’assessore viaggiare contromano nel centralissimo Corso Dante. In assenza di un vigile urbano. 

La Zioni sottoscrive, invece, questa versione: “Ero seduta sul mio scooter in attesa che arrivasse il sindaco e dei fotografi in occasione di un servizio fotografico per il settimanale “Gente”, notavo a distanza in moto il La Corte che, vedendomi a lato strada, mi puntava, accelerava verso di me sino a giungere quasi al punto di urtarmi senza farlo, per poi sterzare violentemente nel tentativo di evitarmi e dileguarsi….Mi urlava contro delle frasi sicuramente ingiuriose però lo spavento impediva di capire cosa dicesse…altresì il suo viso pieno di rabbia nei miei confronti. Lo spavento mi provocava tachicardia, broncospasmo ed attacchi di ansia acuti al punto che sono dovuta ricorrere alle cure del medico….”.

A questo punto la situazione si fa ancora più seria e “drammatica”(?). Scripta manent. “Sono preoccupata…. La Corte dimostra un atteggiamento anomalo ed esageratamente ossessivo nei miei confronti, temo per la mia incolumità…Cito come testimoni dei numerosi episodi che si sono susseguiti il sindaco Giovanni Aicardi, Roberto Socco, Corrado Barbero, Giuseppe Maiellano…chiedo che si proceda all’ammonimento verso La Corte e mi riservo la facoltà di sporgere querela”.

La questura di Savona (vedi…) alla quale è stato trasmesso il “fascicolo”, attraverso la terza sezione anticrimine-nucleo di polizia giudiziaria, invia al commissariato di Alassio gli atti per la convocazione urgente e l’ammonimento ufficiale, previsto dalla legge.

Il giornalista La Corte, davanti alla scrivania del commissario e del suo vice, fa mettere a verbale, vedi….)” Escludo di aver provocato alcuna molestia…mi sono limitato come giornalista a pubblicare articoli critici nei suoi confronti…Non ho problemi personali con la Zioni…ho esercitato il mio diritto di critica ….riguardo all’episodio del 24 giugno ho incrociato un motociclo in via Dante che circolava contromano, il veicolo era condotto da una persona che portava il casco nero e che in un primo tempo non riconoscevo. Solo in seguito mi rendevo conto che la conducente era l’assessore Zioni ed in seguito pubblicavo un blog critico nei suoi confronti…Contrariamente a quanto affermato dalla Zioni lei non era ferma, in sosta, ma stava procedendo contromano rischiando di provocare un incidente…”.

Della vicenda ha scritto, oltre a Uomini Liberi, il blog “Alassio Futura” e Il Secolo XIX dell’8 luglio. Più che “clima bollente”, sono anni di cronaca da “clima desolatamente allarmante”.

Mentre la città offre perenni cantieri immobiliari, mentre l’ex sindaco ed ex senatore leghista Roberto Avogadro punta l’indice contro un certo malcostume da illegalità diffusa.

Scrive Avogadro: “Fino ad una decina di anni fa, Alassio era il paese in cui esistevano delle regole. Oggi questo paese non esiste più, vigono solo le deroghe. Ad esempio si vietava la realizzazione di cantieri e ponteggi da giugno a settembre per rendere la città più vivibile ed accogliente al turista…. Oggi fioriscono ponteggi e cantieri…con disagi diffusi, polvere, rumori, ingombri, pericoli…Esisteva una regola che impediva agli automezzi superiori ad un certo peso di transitare sulle strade collinari, oggi le deroghe hanno trasformato tutto in ‘strade cantiere’, asfaltatura rovinata, sottoservizi danneggiati, rumore continuo ed inquinamento…”. Avogadro parla di moltissimi altri casi di regole inosservate o raggirate, basta fare un giro per Alassio per rendersi conto che la deroga è la regola”.

Si sarà mica messo d’accordo con Daniele La Corte per rincarare la dose antigiunta e visto che è il tema del giorno, anche “anti Zioni”? Per la serie, “meniamo”!

Si saranno pure messi d’accordo con Guido Tabellini che attraverso Il Sole 24 Ore (quotidiano della Confindustria) ha sostenuto “Emergenza illegalità. L’informazione vera medicina anti-corruzione”. Poche righe, istruttive: “Accanto all’emergenza economica e all’urgenza di risanare la finanza pubblica, vi è oggi in Italia una terza gravissima emergenza. La diffusione capillare di illegalità, corruzione, spregio per le leggi e le istituzioni pubbliche. Le tre emergenze sono collegate tra loro e si autoalimentano. La corruzione si accompagna a sperperi del denaro pubblico…”.

Il “boss” La Corte può essere un pericolo per “l’informazione anti-corruzione”. Quando lavorava alla redazione de Il Secolo XIX di Imperia, con alcuni colleghi (Marcello Gattai, Loredana Grita e Giorgio Bracco) fece esplodere il mini scandalo della “piscina comunale”, allora era sindaco Claudio Scajola. La vicenda finì pure su Il Foglio e l’Unità dedicò un’intera pagina. I giornalisti vennero accusati di fare una campagna stampa ai danni di un “berlusca”, ma piccolo-piccolo.

R.T.

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.