Alassio – La festa nazionale delle forze armate

Alassio. 

La festa nazionale delle forze armate

Alassio ha celebrato
la festa nazionale delle forze armate

 Saluto tutti i presenti e ricordo sempre con orgoglio chi ha difeso i nostri confini ed è morto per la nostra libertà”, ha dichiarato il sindaco di Alassio Enzo Canepa durante la celebrazione della giornata delle forze armate e dell’unità nazionale, “e ringrazio le forze dell’ordine per essere intervenute a questa festa che è la più antica d’Italia dato che si celebra dal lontano 1919. Ringrazio anche il professor Quaglieni e devo dire che questa è per me una cerimonia importante perché la guerra è un ricordo terribile nella memoria dei nostri avi e mio nonno mi raccontava sempre del freddo e della fame patiti in trincea. La memoria è importante perché rinnova il ricordo e la riconoscenza verso i caduti e sono convinto che dobbiamo sempre tutelare il prossimo”.

“Il 4 novembre ricorre la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e con quella guerra che ha stravolto il mondo è iniziato il 900”, ha ricordato il professor Quaglieni, “e le guerre devono essere sempre condannate perché cessa la ragione ed il diritto internazionale in questi casi fallisce. La Prima Guerra Mondiale è iniziata con l’attentato a Sarajevo nel 1914 con una tensione internazionale già nell’aria e l’Europa venne travolta.


Qui oggi rendiamo omaggio ai caduti e ai combattenti e spero che il prossimo anno vi sia un omaggio particolare ai caduti alassini e devo dire che i caduti non hanno colpe perché le guerre sono decise da altri. Quest’anno ricorrono i 100 anni della Rivoluzione Russa e la sconfitta delle truppe dello zar da parte dei soldati tedeschi accelera la Rivoluzione e fa cambiare il mondo. La sconfitta italiana a Caporetto nel 1917 è strettamente legata alla Rivoluzione Russa perché sul fronte occidentale (per noi orientale) sono state schierate le migliori truppe tedesche.


Luigi Cadorna si è dimostrato inadeguato perché abituato alla guerra tradizionale ed ha anche dimostrato un enorme durezza umana non rispettando la dignità dei soldati e gli stessi sono mandati all’attacco indiscriminatamente. Caporetto è stata una pagina triste per l’Italia ed il suo esercito e nel novembre 1917 il re Vittorio Emanuele III ha convinto gli alleati sulla resistenza delle nostre truppe sul Piave, che è stato un vero orgoglio per l’Italia anche perché, in quest’occasione vennero superate le polemiche che divisero gli interventisti ed i non-interventisti. Le polemiche hanno toccato soprattutto i socialisti ed i cattolici e tutti gli italiani sono d’accordo per la difesa sul Piave ed il Vaticano cerca la diplomazia dopo il giudizio severo del Papa riguardo al conflitto. Dopo Caporetto vi è stata una concordia nazionale senza limiti che si è ulteriormente rafforzata con il passaggio del Milite Ignoto lungo tutta la nostra penisola. Mi fa molto dispiacere non vedere qui le scuole e voglio ricordare il contributo degli alpini e della marina durante la Grande Guerra”.

     SELENA BORGNA 

 

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