Aeroporto di Albenga

Nonostante centinaia di articoli “marchettari” ad uso e consumo
Tredici aeroporti a confronto, al “Panero” pregano
Ricerca disperata di un “salvatore” da ultima spiaggia
L’orchestra del consenso ha suonato ed è stata alla fine“suonata”dalla storia

Nonostante centinaia di articoli “marchettari” ad uso e consumo
Tredici aeroporti a confronto, al “Panero” pregano
Ricerca disperata di un “salvatore” da ultima spiaggia
L’orchestra del consenso ha suonato ed è stata alla fine“suonata”dalla storia

Villanova d’Albenga –  Lo scorso 8 maggio Il Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, ha pubblicato una tabella sui flussi aeroportuali e le compagnie (traffico passeggeri e merci) dei 13 aeroporti dell’euroregione Alpi-Mediterraneo.

Dati peraltro relativi, dal 2007 al 2009. Poiché Trucioli Savonesi ha descritto, seppure in modo sintetico, (vedi numeri d’archivio 234-230-192-169 …), varrebbe la  pena lanciare una nuova proposta “miracolosa”.

C’è bisogno di affidare ad un giornalista esperto di marketing (o se volete uno dei “marchettari” che si sono distinti in tanti anni, ma è necessario pur sempre fare una classifica degli articoli migliori pubblicati al servizio dei lettori, della corretta e completa informazione, secondo il severo codice deontologico)  un’opera di rilancio di immagine internazionale.

Abbinata, se proprio è necessario, all’esaltazione di un paio di personaggi di spicco.

E si perché i dati documentano ancora una volta che le disgrazie di questo scalo – nonostante i sempiterni –  sono soprattutto dovute alla carenza di un’informazione capace di incrementare i traffici di passeggeri e merci. Ora italiani, ora stranieri.

I soldi stanziati a favore di questo o quel promoter (chiamatelo pure giornalista) si sono rivelati assolutamente inadeguati ed insufficienti.

Hanno raccontato mille e una volta che la madre di tutte le soluzioni era ormai a portata di mano. Hanno descritto con incredibile sfacciataggine menzogne di ogni tipo, eppure non si sono dimostrati capaci, come altri loro colleghi in servizio permanente negli altri scali? Siamo sempre in attesa dei russi, dei polacchi, degli ungheresi, dei romeni, dei tedeschi, degli svizzeri.

Questi giornalisti – faccia di tolla ? – hanno continuato a descrivere o rilanciare i proclami della “cricca” (non quella romana). Speriamo che tra i firmatari ci sia qualcuno che si senta diffamato e si rivolga ad un giudice per chiedere che “sull’aeroporto di Villonova” venga dato merito ai propalatori di balle, panzane, bugie, buffonate. E siano perseguiti quanti si permettono di mettere in dubbio  onorabilità, serietà, veridicità degli spot.

Mettendo a disposizione l’intera rassegna stampa pubblicata in 45 anni.

L’auspicio, al di là delle amare constatazioni di chi le tasse deve pagare anche agli enti che poi divorano e sperperano, è la soluzione “cosiddetta Orsero”. Senza indugi e rinvii inutili.

Certo,  sono nuove pugnalate leggere l’andamento di altri scali, già da Trucioli segnalati – vedi Levaldigi -.  Certo fa male leggere che contrariamente a quanto i nostri benefattori ci hanno raccontato per anni “l’aeroporto di Albenga non ha quasi senso, se non fosse per la Piaggio. Quando quest’ultima avrà completato il trasferimento l’aeroporto potrà avere una valenza industriale o, al massimo, anche nel campo dei voli privati”.

Scusate ed i voli di linea, propalati all’opinione pubblica con centinaia di martellanti annunci, da avanti ed indietro? Era uno scherzo? Una burla giornalistica del buontempone pagato a notizia? Dell’addetto alla “stampa” di turno?

Come la mettiamo con il giornale della Confindustria?  Ricorda ancora che “le ultime speranze di rilancio sono riposte nella proposta di acquisto del  Gf Group che fa capo ai fratelli Antonio e Raffaella Orsero, ma l’assemblea dei soci Ava, la Spa a prevalente capitale pubblico che gestisce l’aeroporto, ha rinviato la decisione sull’offerta”.

Il nuovo esperto di marketing diffonda con urgenza almeno l’ultima notizia: dopo che per decenni lo scalo è stato pagato soprattutto dai contribuenti impossibilitati di evadere il fisco, si spalanchino le porte in tutta fretta all’acquirente privato Orsero.

I posti di lavoro da salvaguardare? L’indotto? Ma il “pozzo senza fondo”, come lo definiva Angioletto Viveri, ha  campato e sopravvissuto davvero a lungo.

Beneficiari  e burattinai infaticabili sono tutti invecchiati. Forse “trombati” una volta per tutte. Licenziati senza pietà anche i “marchettari” del marketing.

R.T.      

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