Addio a Plinio Mesciulam

ADDIO A PLINIO MESCIULAM

ADDIO A PLINIO MESCIULAM

Giovedì 20 maggio è mancato nella sua Genova – dove era nato novantaquattro anni fa – causa complicazioni da covit-19,  l’artista Plinio Mesciulam. Caratteristica del suo modo di dipingere, scolpire, scrivere e prodursi anche in memorabili performance di questo geniale artista genovese e al tempo stesso di fama internazionale è sempre stata l’estrema libertà stilistica nell’ambito dell’arte astratta, materica  e “medialista”, cioè operante sul materiale prodotto dal mercato mediatico-pubblicitario e dall’industria culturale.


Plinio Mesciulam

Esordisce alla V Quadriennale romana, esponendo sue opere nella sala degli astrattisti, insieme ad artisti come Piero Dorazio, Emilio Vedova, Bruno Munari, Atanasio Soldati, Pietro Consagra. Nel marzo del 1950 espone suoi disegni astratto-informale nello spazio espositivo dell’antico Caffè Venchi a Genova, frequentato da artisti locali come Giannetto Fieschi, Emilio Scannavino, Aurelio Caminati, Maria Antonietta Gambaro e altri. Dal 1952 al 1954 fa parte del comitato promotore del MAC, il Movimento per l’Arte Concreta, fondato a Milano da Soldati, Munari, dall’architetto, designer e fotografo Ettore Sottsas e dai critici Gillo Dorfles e Albino Galvano. In quei primi anni Cinquanta fondò il gruppo genovese del movimento. Nel 1955 non crede più nell’arte d’avanguardia. In seguito le sue tele si incupiscono, legge il Nuovo Testamento, , studia la pittura religiosa  barocca e si interessa all’Art Brut superando definitivamente l’alternativa secca astrazione / figurazione usando un impasto di Vinavil e segatura. Questa fase “materica” dura fino al 1962, ma anche nelle fasi successive mantiene il simbolo della goccia, forse allusione al celebre preludio di Chopin, certamente non come semplice colatura (dripping) di colore ma come lacrima rei. A partire dal 1963, Mesciulam, sull’onda della Pop Art, elabora una sua originale lettura critica dei dilaganti e invasivi messaggi pubblicitari funzionali alla nascente industria dei consumi per lo più superflui, quando non dannosi oltre che per il risparmio anche per la salute. Nel 1973 pubblica Macroscopia del segno precario , Rinaldo Rotta Editore, in collaborazione con il fotografo genovese Mauro Buffoni, una rassegna di immagini fotografiche ingrandite di tracce quotidiane di scrittura buttate giù in fretta. Nell’Epifania del 1976 realizza la sua idea di “arte ostensoria” tramite le Epifanie ostensubili portate in processione a Boccadasse da giovani allievi dell’Acccademia Ligustica di Belle Arti. Nel 1977 partecipa alla Settimana Internazionale della Performance a Bologna. Alla metà degli anni Settanta lancia il progetto “Centro di Comunicazione Ristretta Mohammed”, consistente in un circuito comunicativo mondiale, una specie di incunabolo di Internet.


Alcune opere dell’artista

Nasce così la Net Art, costruzione di una rete con tanti nodi a riproduzione indefinita basata sul numero fisso di dodici destinatari per ogni messaggio. Nel 1978 presenta a Genova e a Bologna una diversa tipologia di arte ostensoria, i Trionfi e riprende a dipingere con un deflagrare di monadi coloratissime da lui chiamate “microcosmi di luce”. Del 1982 è Lebensraum 82 , un torrione tutto rientranze e sporgenze istoriato senza soluaione di continuità e basato sulla propria ombra resa corposa da uno spessore irrealistico (Museo Civico Ricchieri, Pordenone). Si intensifica negli anni Ottanta il rapporto tra pittura e architettura che produrrà, all’inizio degli anni  Novanta la serie degli Horrores, cioè fotomontaggi di decorazioni architettoniche e di interni con prospettive speculari e fantastiche che ricordano le architetture impossibili di Escher. Del 1998 è il ciclo delle Ombre attraversate al quale appartiene l’Album di famiglia, immagini fantasmatiche di familiari proiettate si strutture architettoniche in rilievo. Del 2006 è la rivisitazione dei Segni precari e delle Tavole ostensive. Le opere pittoriche, i libri artistici e le incisioni di Plinio Mesciulam si trovano in gallerie d’arte contemporanea come il Getty Museum di Los Angeles, in archivi e in collezioni private in Italia e all’estero a testimoniare  il suo talento e la sua instancabile volontà di comunicare le sue idee artistiche  in modi diversi e sempre originali.

   FULVIO SGUERSO

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