Ad Albenga un incontro sull’apertura di un CIE

 Ad Albenga un incontro per discutere sull’apertura di un CIE in città

Ad Albenga un incontro per discutere

sull’apertura di un CIE in città

 Si è tenuto ad Albenga, presso l’auditorium San Carlo, un incontro avente come tema l’apertura in città di un CIE (Centro d’Identificazione ed Espulsione) nella città delle Torri nel quale erano presenti i sindaci del comprensorio e i rappresentanti delle associazioni cittadine.

 


 

“Negli anni i CIE hanno cambiato diversi nomi e dopo diverse aperture e chiusure per problemi ora ve ne sono quattro in tutta Italia : Caltanissetta, Torino, Brindisi e Roma”, ha dichiarato il sindaco di Albenga Giorgio Cangiano, “e qualche tempo fa si è parlato dell’apertura di un CIE ad Albenga che ci ha visti contrari. Un servizio giornalistico di Rai Tre ha indicato che Albenga potrebbe essere adatta per ospitare uno di questi centri visto che la normativa ne avrebbe previsto uno per regione, di dimensioni ridotte e nelle aree fuori dai centri urbani. Il capogruppo della Lega in regione Liguria, Franco Senarega, ha detto che potrebbe esserci un CIE ad Albenga ma noi siamo contrari perchè la nostra città presenta una situazione difficile e spero che la Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della Caserma Piave, luogo dove si andrebbe a realizzare quest’opera, che fino ad ora non ha ricevuto comunicazioni in tal senso, possa investire in quest’opera. L’area della Caserma Piave è un’area particolare perchè dopo l’alluvione del 2014 è stata dichiarata esondabile con il divieto di edificare e fa parte della zona A* nella quale sono presenti criticità così come nell’ex polveriera, altra zona indicata per la realizzazione del CIE. Chiedo aiuto alla regione per lo sviluppo di questa zona e spero che l’area della Piave possa diventare una zone ricettiva”.

 


 

Parole simili da parte del consigliere di minoranza di Forza Italia Eraldo Ciangherotti :”Sono d’accordo con il sindaco e voglio dire che un CIE ad Albenga sarebbe un  problema per il controllo della sicurezza. La provincia, di cui io faccio parte, è pronta ad una modifica del piano di bacino e voglio ricordare come durante l’amministrazione precedente si era parlato di collocare i profughi nell’ex ospedale e l’allora sindaco Rosy Guarnieri ha evitato ciò negando l’agibilità dello stabile. La zona rossa dell’ex caserma Piave dà al sindaco il potere di negare l’agibilità e Forza Italia appoggia l’amministrazione comunale di Albenga se sarà necessario e spero nelle valutazioni di questo Governo”.

“Su certi argomenti occorre l’appoggio di tutti e questo è un problema importante”, sottolinea il consigliere comunale di minoranza del Movimento Cinque Stelle Francesco Di Lieto, “e noi non siamo d’accordo all’apertura di un CIE qui sia per la sicurezza che per il grande impatto urbanistico. Non bisogna fare una scelta senza l’appoggio della cittadinanza ma non so quanto un sindaco possa opporsi alle scelte del Ministero e del Prefetto e quindi chiedo a tal senso un incontro con il Prefetto e con il Ministro dell’Interno Salvini e anche rassicurazioni dagli enti preposti”.

 


 

“L’area rossa non permette la permanenza delle persone”, evidenzia il consigliere comunale di minoranza del gruppo misto Massimiliano Nucera, “e sono convinto che occorra dare a Toti e alla regione un messaggio chiaro dicendo loro che questo comprensorio è turistico e la presenza di un CIE danneggia il turismo. L’area dell’ex polveriera e della Piave sono vicine al centro abitato ed occorre spiegare le ricadute negative per l’economia e sono convinto che le aree depresse siamo adatte a questo scopo portando così al recupero di volumi persi”.

“Noi siamo sempre in disaccordo riguardo ad un CIE ad Albenga”, afferma Emanuela Guerra, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale di Albenga, “e la politica deve trovare le soluzioni migliori anche se l’ultima parola spetta al Ministero. Occorre un confronto con Toti e non voglio che Albenga venga scelta per esclusione”.

 


 

“Mi meraviglio a sentire Toti che afferma che Albenga ospiterà uno di questi centri”, sottolinea il sindaco di Alassio Marco Melgrati, “e le persone presenti poi scapperanno e andranno sul territorio. Da primo cittadino di Alassio sono preoccupato e invito il sindaco Cangiano a fare un ordine del giorno ed un tavolo per i sindaci del comprensorio per dire no al CIE”.

“Esprimo la mia solidarietò al sindaco di Albenga e sono d’accordo con le parole di Melgrati”, evidenzia il vicesindaco di Ceriale Luigi Giordano, “perchè tutti i sindaci della provincia devono dichiararsi d’accordo con il sindaco Cangiano perchè i CIE sono una fonte pericolosa di persone. La nostra economia si basa sul turismo e questi centri ledono l’economia”.

 


 

“Occorre parlare come comprensorio”, afferma il consigliere provinciale e sindaco di Cisano Sul Neva Massimo Niero, “ed un CIE qui non ci piace. Dobbiamo essere tutti uniti e il presidente Toti deve ascoltare l’amministrazione di Albenga”.

“Chi rappresenta la provincia deve dare un segnale al consiglio regionale”, dichiara il consigliere regionale di minoranza Luigi De Vincenzi, “e la zona rossa può essere facilmente superata quindi m’impegno a portare in consiglio regionale l’istanza del territorio”.

“Il pericolo esiste e il problema della zona rossa sarà risolto”, espone l’Onorevole Franco Vazio del Partito Democratico, “e il vertice europeo ha stabilito che il trattato di Dublino non si cambia e l’Italia ha l’obbligo di identificare le persone. La Germania, la Francia, la Spagna e l’Ungheria non vogliono i ricollocamenti e l’ex presidente della regione Liguria Claudio Burlando fece una legge per escludere i centri d’accoglienza in Liguria e questa legge fu bocciata da Forza Italia e dalla Lega. Ora la coesione sociale rischia di rompersi e il presidente Toti ed il consigliere regionale Senarega devono affermare che qui non ci sarà un CIE ed occorre anche un’unità d’intenti politici”.

 


 

“Sono contraria al CIE perchè pericolosi per il turismo”, afferma Alessandra Segre, presidente dell’associazione albergatori della provincia di Savona, “e la città di Albenga con i suoi 24000 abitanti circa è troppo grande per ospitare uno di questi centri”.

“Si è espressa una contrarietà assoluta al CIE ad Albenga e vi è preoccupazione per tutta la provincia e voglio condividere un ordine del giorno di consiglio comunale con la speranza che sia portato in altri consigli comunali fino ad arrivare alla provincia e alla regione. Occorre una posizione chiara e dobbiamo manifestare il nostro dissenso prima che sia ufficiale anche perchè tutto il comprensorio si è dichiarato contrario”, conclude il sindaco Cangiano.

 

SELENA BORGNA  


 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.