Acquedotto di loano

Il Comune non ha mai esercitato controlli sull’operato della società privata?
Una “sporca” storia che umilia Loano
Mangiola risponde su “telenovela S. Lazzaro
Da S.r.l a Spa che gestisce 6 acquedotti. Quando Rembado e Pesce decisero…

Il Comune non ha mai esercitato controlli sull’operato della società privata?
Una “sporca” storia che umilia Loano
Mangiola risponde su “telenovela S. Lazzaro
Da S.r.l a Spa che gestisce 6 acquedotti. Quando Rembado e Pesce decisero…

Saverio Mangiola

RISPOSTA A “BELLAMIGO” (vedi articolo…) SUL TEMA “IL SILENZIO E’ D’ACQUA”.
SONO SAVERIO MANGIOLA, EX RESPONSABILE ASSOUTENTI, ATTUALE CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA CON DELEGA AI RAPPORTI CON I CITTADINI E, COME DA  IMPEGNO ELETTORALE, RICEVO A PALAZZO DORIA (UFFICIO DIFENSORE CIVICO) IL LUNEDI’ DALLE ORE 10,30 ALLE ORE 12,00.

Nel ringraziare “Bellamigo”, per la sollecitazione comincio, col chiarire che malgrado il mio conclamato attivismo a difesa degli utenti in genere ed in particolare quelli dell’acquedotto loanese, ho dovuto aimè constatare che a fronte dei circa 4.500 interventi (quasi tutti risolutivi) a favore degli stessi dal 1992 al 2005, in occasione delle elezioni del 2006, come candidato delle lista “Vince Loano” sono riuscito a contare solo 115 voti, bastati, a malapena, a entrare in Consiglio Comunale come ultimo degli eletti.

Meno male che hanno votato per me i parenti e una stretta cerchia di amici.

E’ doveroso rimarcare tutto questo perché per una logica di democrazia chi prende più voti acquisisce il diritto di entrare come Assessore nella stanza dei bottoni; non essendo io fra questi il mio ruolo è di subalternità, dovendo dipendere per le mie iniziative, (risparmio energetico-impianti fotovoltaici e panneli solari, un mondo di luce a costo zero”Beghelli”) dagli Assessori di competenza, vanificando il mio impegno per scarso interesse su questi argomenti.

Ma veniamo al problema acquedotto e, qui, non si può prescindere da una puntuale disamina degli atti che si sono susseguiti dal 1992 ad oggi.

Negli anni  dal 1988 al 1991 la situazione dell’acquedotto loanese aveva raggiunto una tale criticità per scarsità di risorsa, specialmente in estate, tanto da rischiare la sommossa popolare.

LOANO RICCA D’ACQUA, MA MALAMENTE GESTITA

In questa situazione l’Amministrazione guidata dall’avv. Mario REMBADO con vicesindaco Pierluigi PESCE, non disponendo di adeguate risorse economiche e scarsità di personale per intervenire strutturalmente sul servizio, decisero di esternalizzare la gestione (OGGI SAPPIAMO CHE DI ACQUA NE AVEVAMO DA VENDERE, ERA SOLO MAL GESTITA).

Vengono fatti i bandi e nel maggio 1992 il servizio viene affidato alla Società S. Lazzaro S.r.l. con sede in Loano, la quale si impegnava a integrare l’acqua disponibile sul territorio con circa 800 mila mc. provenienti presumibilmente da Albenga, a dire della Società, da pozzi di sua proprietà in località “NEGIAIRE”, il Comune  da parte sua si impegna a mettere a disposizione i suoi buoni auspici presso i Comuni attraversati dalla condotta. Il tutto doveva avvenire entro 360 giorni, pena l’applicazione di forti penali progressive con giudizio espresso da apposito lodo arbitrale.

Il Comune di Loano si riservava la possibilità di controllo, sia della gestione che della amministrazione del servizio,  come recitato dall’art. 13 della convenzione.

Purtroppo già dalla prima bollettazione dei consumi da parte della Società S. Lazzaro, gli utenti si sono visti recapitare bollette esorbitanti  e quindi inevitabili reclami, con interminabili file davanti agli uffici dell’acquedotto. Il tutto perché, per un errore di valutazione, il Comune ha consegnato al gestore il tabulato delle letture molto datato e quindi gli utenti si sono visti fatturare quantitativi di acqua già pagati, in precedenza, a titolo di fisso al Comune, tanto più che il regolamento di bollettazione allegato alla convenzione prevedeva una assurda norma  per cui IN ASSENZA DI LETTURA SI SAREBBE PAGATO IL FISSO E NON PIU’ RECUPERATO, e nella prima lettura utile si sarebbe partiti dalla lettura precedente, facendo pagare, di fatto, acqua già pagata con l’aggravante di impegnare tutte le fasce  di supero.

Il quantitativo di letture mancate è molto alto a causa dei contatori posti all’interno degli appartamenti e, se l’utente non era presente al momento, la lettura non veniva fatta (vedi anche le 7.000 seconde case, chiuse per lunghi periodi dell’anno).

Per cercare di correre ai ripari alla fine del 1992 entro in azione in difesa degli utenti, quale responsabile locale dell’Assoutenti e dopo ripetute uscite sui quotidiani locali e richieste di intervento sia al Comune di Loano che al difensore civico, avvocato CARRARA SOTOUR , nel 1994 riusciamo a far cambiare il regolamento, togliendo quella assurda regola e introducendo quella che, l’acqua fornita ai residenti a prezzo agevolato ( 50% della tariffa base) tenesse conto dei componenti familiari.

IL COMUNE NON HA MAI ESERCITATO CONTROLLO

Nel 1996 siamo intervenuti nuovamente  per una seconda modifica, per estendere i vantaggi anche alle seconde case e alle attività commerciali.

Naturalmente dal 1994 ci siamo fatti garanti, come Assoutenti, della puntuale applicazione delle nuove regole assistendo, gratuitamente, gli utenti che avevano dei problemi, visto che il Comune non ha mai esercitato alcun controllo sull’operato della Società  S. Lazzaro nei confronti dei suoi utenti.

Ma veniamo alla convenzione.

Trascorsi 180 giorni dall’affidamento la Società S. Lazzaro,  che nel frattempo si era trasformata il S.p.A , accorpando in un’unica Società la gestione dei 6 acquedotti in concessione, attribuendo a quella di Loano ben l’ 84% dei costi: presenta richiesta al C.P.P. di Savona di un aumento di tariffe, senza nessun bilancio consolidato e senza aver realizzato l’acquedotto di collegamento, come previsto in convenzione, a fronte di questa richiesta viene concessa una tariffa doppia di quella applicata dal Comune in precedenza.

LA LETTERA “MIRACOLATA” DEL VICE SINDACO PESCE

Trascorsi 355 giorni dall’affidamento, la Società S. Lazzaro si rivolge al Comune di Loano per ottenere una proroga per la realizzazione delle opere previste in convenzione, paventando una difficoltà ad ottenere le autorizzazioni all’attraversamento nei vari Comuni; la proroga viene accordata fino a fine dicembre 1993, ma qui avviene una cosa incomprensibile. Con la stessa data, con lettera  a firma del vicesindaco Pierluigi PESCE viene richiesto alla Società S. Lazzaro di consegnare al Comune tutta la documentazione relativa alle richieste di attraversamento, annullando di fatto (con questa lettera) la messa in mora per non aver realizzato le condotte nei 360 giorni già trascorsi. Viene fatto anche di più perché. A firma del Sindaco, Avv. REMBADO, viene inviata alla Regione Liguria una richiesta di emungimento in zona “NEGIAIRE”, senza mai ottenerla.

A fronte degli atti suddetti, in occasione del lodo arbitrale, il Comune è stato dichiarato perdente alla richiesta di mora nei confronti della Società S. Lazzaro, con un misero risarcimento accordato per scarso impegno della società suddetta.

Alla luce di quanto fin qui esposto, ci sono da fare alcune considerazioni:

– se dopo 18 mesi dall’affidamento dell’acquedotto, a Loano non è più mancata l’acqua pur non avendola portata da altro Comune, evidentemente nei nostri pozzi, adeguatamente drenati dall’insabbiamento, vi era disponibilità di risorsa più che sufficiente, tanto è vero che oggi la S. Lazzaro ne fornisce circa 700 mila mc. a Ceriale.

Altra considerazione alla quale bisognerebbe dare spiegazione e, che non trova giustificazione, l’aumento del doppio della tariffa e, non solo. Dove trovano giustificazione i 9,5 milioni di euro portati a bilancio dalla Società S. Lazzaro, quale investimento strutturale, quando a fronte   dei 1.550 milioni di mc. erogati dai rubinetti, ne perdiamo per strada 1.340 milioni di mc. pari all’ 82% delle risorse idriche?

Dove sta il risparmio della risorsa idrica che è nelle intenzioni della legge 36 del 1994 (legge GALLI) ?

Dagli stessi pozzi il Comune di Loano emungeva 2.250 milioni di mc. di acqua; oggi ne vengono emunti 3.550 milioni di mc. a fronte di appena il 10% di aumento dei consumi.

Nel 2005 con l’intervento dell’Assoutenti vengono recepite le direttive delle circolari del 2000 – 2001 e 2002 e viene redatto un nuovo regolamento che recepisce le direttive della C.E. per l’eliminazione dei fissi in acqua, sostituendoli con quote contatori per garantire al gestore l’isoricavo.

NESSUNO E’ IN GRADO DI CONTROLLARE I BILANCI S. LAZZARO

Oggi ci troviamo di fronte ad aumenti che fanno riferimento a bilanci con investimenti dichiarati sotto la propria responsabilità  che nessuno è in grado di controllare.(Vedi aumento del 17% dal 1° luglio 2009)

In relazione all’articolo apparso sulla “STAMPA” il 4/4/2010, ribadisco che lo stesso percorso si è concluso nel 2005 applicando la delibera CIPE n.52 del 2001 con delibera di Consiglio Comunale n.64 del 17/10/2005, nella quale era presente-votante l’Assessore in oggetto.

 Nella stessa delibera, a Consiglio Comunale interrotto, su invito del Sindaco Angelo VACCAREZZA, il sottoscritto unitamente al difensore civico, illustravamo che dopo una lunga trattativa durata 8 mesi, si era concluso il discorso dell’abbattimento dei fissi, così come previsto dalla delibera CIPE suddetta, garantendo al gestore l’ISORICAVO dell’anno precedente, il tutto riportato sul regolamento di bollettazione, all’art.18 e allegato alla delibera di Consiglio Comunale n.64 del 17/10/2005.

L’A.T.O. che dovrebbe controllare i piani di investimento, è solo sulla carta; la Camera di Commercio deputata al controllo delle tariffe si limita a verificare se siano applicate correttamente le “ formulette “, il Comune che ne avrebbe la facoltà prevista in convenzione non sa o non vuole sapere come organizzare i suddetti controlli.

COSA ACCADRA’ NEL 2022? IO DON CHISCIOTTE E CASSANDRA?

Malgrado la mia continua sensibilizzazione di tutti i soggetti sul problema, non avendo autonomia decisionale devo continuare a fare il “Don Chisciotte”, ma oggi mi sento di fare anche la “Cassandra” e, se continua così, nel 2022 alla fine della concessione ci verrà presentata una cifra per investimenti talmente alta e difficilmente controllabile che ci impedirà di fatto la possibilità di riprenderci l’acquedotto.

 Peggio ancora, se a fronte di questa impossibilità, permettiamo alla S. Lazzaro di cedere la Società a qualche multinazionale, perché in quel caso non saremmo più in grado di intervenire per tutelare i nostri utenti.

Come si evince l’argomento è molto complesso e se avessi voluto entrare nei particolari non sarebbero bastati il doppio dei fogli.

Tutto quanto dichiarato su questo scritto è supportato da atti approvati in Consiglio Comunale o in Giunta, della varie Amministrazioni che si sono succedute dal 1992 ad oggi.

                                                                                   Rag. Saverio Mangiola

 

Nota di Trucioli Savonesi: da questa settimana pubblicheremo a puntate un “documentario” e rassegna stampa,  di cui siamo in possesso, sui rapporti tra San Lazzaro Comune di Loano. Sono 18 anni che la città porta avanti il fardello. Tanti aspetti oscuri, mai chiariti. Rafforzati, se ce n’era bisogno, dalla lettera-testimonianza del consigliere comunale Saverio Mangiola, che ringraziamo per questa preziosa ed utile collaborazione, anche come contributo alla verità storica. Per non dimenticare. Ognuno si assuma le sue responsabilità.

Non è nostro compito andare alla ricerca di colpe da codice penale e corresponsabilità, danni arrecati alla comunità, agli utenti.

Peraltro lo stesso Mangiola, come Assoutenti, aveva presentato negli anni ‘90 alla Procura della Repubblica un dettagliato esposto-denuncia. Nessuno l’ha mai cercato o interrogato, quantomeno a chiarimenti.  Altri esposti risultano inviati nel corso degli anni. Con analoga sorte.

Le persone che da questo articolo sono chiamate in causa possono rispondere e replicare. Seguendo l’esempio di Mangiola. Oppure rivolgersi, a loro volta, all’autorità giudiziaria, alla giustizia.

Noi continueremo ad esercitare, con rigore e senza riverenze, il  diritto-dovere di cronaca. Raccontando fatti e circostanze. La lettera-documento di  Saverio Mangiola è un piccolo sasso nello stagno.

E’ vero che con l’arrivo della San Lazzaro l’acqua non è più mancata dai rubinetti, aspetto assai positivo, ma qualcuno, anche a  Palazzo Doria, aveva fatto credere che esisteva una carenza di approvvigionamento. La necessità di rifornirsi ad Albenga. Invece Loano vende persino acqua a Ceriale.  

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