A Silvia
A SILVIA
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A SILVIA
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Cara Silvia, prima di tutto grazie, grazie per la gioia che brillava nei tuoi occhi e che hai dato a tutte le persone, – e sono tante, credimi – che ti vogliono bene. Per sapere che cosa pensano, che cosa scrivono su di te, invece, quelli che ti odiano non ho bisogno di leggere i loro miserabili articoli, so che l’odio non conosce limiti come le oscenità che sono capaci di scrivere sui loro giornali e sui social network. Non ho bisogno di leggere quello che scrivono i tuoi odiatori sovranisti e “patrioti” perché mi posso immaginare le loro volgari illazioni, le loro vili accuse di apostasia e di egoismo incosciente da anima bella che gioca alla missionaria laica senza curarsi dei pericoli a cui sarebbe andata incontro irresponsabilmente e ai quali ha esposto anche chi, dopo, si è prodigato in tutti i modi per tirarla fuori dai guai che si è andata a cercare. E poi, insomma, non si è mai chiesta, questa Florence Nightingale de noantri, chi avrebbe pagato un eventuale riscatto in caso di un possibilissimo, in quei territori perennemente in guerra, sequestro di persona da parte di bande criminali di terroristi credenti in un dio crudele, assassino, misogino e anticristiano? Per di più, invece di affidarsi totalmente, di pregare, di votarsi come la sua conterranea Lucia Mondella alla Santissima Vergine Maria, che cosa fa? Si converte all’islam, cioè alla religione dei suoi carcerieri oltre che dei nemici dell’Occidente! Infine, il vestito: la neoconvertita deve per forza sapere che per gli islamici l’abito è come una divisa e che per loro l’abito fa il monaco, in questo caso la monaca, e questa sciocchina ingrata (non vogliamo infierire) al primo suo rimettere piede sul sacro suolo della Patria si presenta giuliva e festante di verde vestita con tanto di velo islamico! E allora, se tiene così tanto alla sua nuova identità spirituale, culturale e sociale, che se ne torni in Africa tra i suoi amici musulmani, qui, da noi, per lei e per quelle come lei, non c’è posto. O meglio, uno ce ne sarebbe, – come ha ben detto un italiani tra i più intelligenti, oggi, in circolazione: – Il grande Vittorio Sgarbi – cioè il carcere in quanto collusa con i terroristi suoi sequestratori, facendola quindi passare da una prigionia in terra straniera a un’altra in terra italiana. Ma i nostri pavidi concittadini non sono degni di un genio come Sgarbi (per non dire di quello di Vittorio Feltri, di Filippo Facci, di Mario Giordano, di Francesco Borgonovo e di Nicola Porro, tanto per citare i migliori). Questo hanno scritto e questo pensano son pronto a scommettere, chi ti ritiene ormai una nemica del tuo Paese e (come è stato detto, ahimè, in Parlamento da un deputato leghista) una neoterrorista. Cara Silvia, altro dirti non voglio: non ti curar di lor ma guarda e passa.
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