A Noli si parla di “ripetitori” e la storia si ripete

Il “Post” riaccende vecchie polemiche e il confronto
tra Niccoli e Repetto

A Noli il piano dei ripetitori telefonici
diventa battaglia a “colpi di antenne”

Il “Post” riaccende vecchie polemiche e il confronto tra Niccoli e Repetto

A Noli il piano dei ripetitori telefonici
diventa battaglia a “colpi di antenne”

 A Noli si parla di “ripetitori” e la storia si ripete. In un consiglio comunale di fine dicembre, fra i punti dell’ordine del giorno c’era il “Post” acronimo di Piano di organizzazione del sistema delle teleradiocomunicazioni. La discussione verteva sulla rivisitazione del Post adottato il 20 dicembre 2013, all’epoca della Giunta di Ambrogio Repetto, contenente le zone dove poter posizionare i dispositivi per la telefonia mobile nel territorio dell’ex repubblica marinara. Dopo un mese o poco più, le polemiche sul tema sono ancora molto calde e l’interminabile battaglia fra maggioranza e opposizione si combatte anche a colpi di antenne. “Rispetto alla proposta del piano precedente sono stati mantenuti cinque siti – spiega Gianni Peluffo, appartenente al gruppo di minoranza Semplicemente Noli che sosteneva la candidatura di Repetto – l’hotel Capo Noli, dove sono già esistenti antenne Tim e Vodafone, il cimitero, Sevixi- Buongiardino, Prà Antonio sui Monti di Voze e Tosse, presso la galleria dell’autostrada con la possibilità di posizionare le antenne ai due estremi del tunnel”.


Il piano prevede altre quattro nuove postazioni: regione Groppino dove sono già installati ripetitori televisivi, zona Cave, sopra il campo di calcio di Voze, dove si trovano antenne tv e, da tempi più recenti, anche una telefonica della compagnia Wind, località Piano, presso il vascone dell’acquedotto, e Acquaviva su un terreno acquisito alcuni anni fa dal Comune di Noli, denominato la casa dell’Americana, posizionata poco sopra la strada dei Mulini.

“Durante la discussione di questa assemblea abbiamo fatto notare le nostre perplessità riguardo questi siti, in particolare quello della località Piano, già precedentemente bocciato dal Comitato cittadino che si occupa da anni di queste problematiche e quindi non inserito nel Post dalla precedente amministrazione – riprende Peluffo – inoltre il sito dei Mulini non è affatto più distante dalle scuole medie Anton da Noli di quanto la collina di san Michele sia distante dal complesso della scuola materna e nido Luigi Defferrari e delle elementari Bernardo Gandoglia, zona già contestata per possibili e potenziali effetti sulla salute dei giovani nolesi”. Sì perché all’epoca l’ipotesi di installazione nell’area di san Michele, individuato proprio dalla Giunta Repetto, era stata oggetto di aspre critiche. “Per questo motivo noi riteniamo che quest’ultimo sito dei Mulini debba essere valutato non idoneo”, conclude Peluffo.

 
Niccoli e Repetto

Non si fa attendere la risposta del sindaco Giuseppe Niccoli: “La scelta della zona Mulini è stata concordata mediante una riunione congiunta del comitato e dei tecnici – spiega – ritengo che l’area di Noli abbia una conformazione tale che in qualsiasi punto si metta un’antenna ha comunque un impatto poiché il paese è concentrato fra il golfo e tra le alture circostanti”.

Insomma l’ipotesi migliore sarebbe non avere alcun ripetitore sul territorio, ma ormai, per legge, è necessario garantire questo servizio. “Quindi noi abbiamo presentato un piano per regolamentare le aree di collocazione delle antenne e sottostare così alla potenza indicata dalla legge e tra l’altro la precedente amministrazione non l’aveva presentato – rimarca il sindaco con un pizzico di polemica – inoltre il punto da noi indicato non si trova su una zona vincolata”. Infìne Niccoli conclude con una considerazione molto pragmatica, come a dire “scegliamo il ma1e minore”. “Se le antenne fossero posizionate sul sito della zona da noi scelta le onde potrebbero eventualmente raggiungere la scuola media dove i ragazzi però studiano solo tre anni – afferma – mentre se fossero collocate in cima alla collina di san Michele gli eventuali effetti colpirebbero gli edifici che ospitano i bambini dal nido alle elementari, quindi i giovani cittadini sarebbero esposti per otto anni”. 

  Francesco Canuti  da IL LETIMBRO

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