L’Europa tra cinque anni, nel 2030 – Analisi politico-economica e geopolitica di cosa potrebbe accadere?

Qualche settimana fa ho scritto un articolo su come potrei essere o come mi vedrei tra cinque anni, oggi legandomi all’articolo dei Dazi Trumpiani della settimana scorsa, ho voluto immaginare come potrebbe essere la vita nella nostra cara Europa, proprio in vista degli ultimi sviluppi della politica ed economia in questa settimana, nonostante il teorico o forse no, passo indietro di Trump sui Dazi.

Sommario:
Un’analisi delle prospettive europee nei prossimi cinque anni, tra la ritirata tattica degli Stati Uniti sui dazi, la sfida dell’autonomia energetica, l’equilibrismo tra Cina e USA e le faglie interne dell’Unione. L’articolo include fonti, grafici sul commercio UE-USA, mappe geopolitiche e uno scenario energetico aggiornato al 2030.
1. Introduzione:

Un crocevia per l’Europa Il mondo si riorganizza secondo logiche multipolari e l’Europa si trova a scegliere: rafforzarsi o frammentarsi. Il presunto passo indietro degli Stati Uniti sui dazi (secondo il Financial Times, aprile 2025) potrebbe sembrare un segnale di tregua, ma nasconde l’incertezza strategica americana.

L’Europa ha una finestra di cinque anni per decidere il proprio destino.
Politica:
Frammentazione interna e crisi dell’universalismo europeo
Tendenza:
L’Unione Europea evolve verso un sistema a due (o più) velocità, con un nucleo duro integrato (Francia, Germania, Benelux) e una periferia più sovranista e conservatrice (Polonia, Ungheria, Slovacchia).
Fonti e riferimenti:
Ivan Krastev (politologo): “L’Europa centrale non ha mai creduto veramente nell’Europa cosmopolita postmoderna. Voleva i benefici economici, non il modello culturale.”
Fonte: Krastev, I., “After Europe”, UPenn Press, 2017.
Catherine Fieschi su The Guardian (2023):
“Il populismo europeo non è solo reazione, ma costruzione alternativa di ordine sociale basato su identità etniche e religiose.”
Prospettiva:
Le elezioni del 2029 potrebbero sancire la presenza stabile di forze euroscettiche in almeno un terzo del Parlamento UE. Il conflitto tra Bruxelles e i singoli Stati aumenterà su temi come immigrazione, diritti civili, transizione ecologica.
2. Il commercio UE-USA:

tregua o illusione?

Nel 2023, gli scambi UE-USA hanno raggiunto 1.2 trilioni di euro (Eurostat, 2024), ma sono stati minacciati da politiche protezioniste. L’Inflation Reduction Act (IRA) ha attirato investimenti green sottraendoli all’UE. Se Trump o un suo erede cambierà di nuovo rotta, l’Europa rischia di trovarsi disarmata.
Economia interna:
decarbonizzazione e diseguaglianze crescenti
Tendenza:
Il Green Deal avanza, ma aggrava la spaccatura tra Nord e Sud, centri e periferie. Le proteste agricole e industriali (come quelle francesi e tedesche del 2024) sono solo l’inizio.
Fonti e riferimenti:
Wolfgang Münchau:
“La transizione verde è un’idea delle élite urbane che pesa soprattutto sulle periferie rurali e industriali.”
(Eurointelligence, 2023)
Rapporto Bruegel 2024:
“La frammentazione socio-economica aumenterà se i sussidi europei non saranno redistribuiti su base egualitaria.”
Prospettiva:
Possibile crisi fiscale in alcuni Stati membri. L’Italia, ad esempio, rischia di non poter finanziare la transizione senza aumentare il debito pubblico, a meno di una riforma fiscale radicale.
3. Due scenari possibili per il 2030
Scenario A – L’Europa autonoma:
Sviluppo di una politica industriale comune
Investimenti europei nel Green Deal
Accordi commerciali con Africa e Sudamerica (riattivazione Mercosur)
Scenario B – L’Europa vassalla:
Isolamento commerciale tra blocchi USA-Cina
Disintegrazione del mercato unico

Dipendenza energetica e tecnologica

Citazione:
“L’Europa è un gigante economico ma un nano geopolitico.” – Mark Leonard, ECFR
Difesa e geopolitica:
verso una NATO “a geometria variabile”

PUBBLICITA’

Tendenza:

L’Europa si riarmo industrialmente (sotto guida francese e tedesca), ma le divisioni strategiche persistono.
Fonti e riferimenti:
Ulrich Speck:
“L’Europa deve accettare di diventare una potenza strategica autonoma o essere marginalizzata nello scontro USA-Cina.” (Carnegie Europe, 2023)
Documento della Commissione UE 2024:
“Il Fondo Europeo per la Difesa deve diventare il pilastro di un’autonomia militare multilivello.”
Prospettiva:
Al 2030, si delinea un asse militare franco-polacco-baltico, con l’Italia che gioca un ruolo secondario nel Mediterraneo.
Il Regno Unito mantiene un ruolo ponte con gli USA.
4. La Germania come ago della bilancia
La strategia tedesca post-Merkel sarà decisiva. Berlino dovrà scegliere tra la continuità mercantilista o un ruolo federatore europeo.
Senza una Germania leader ma cooperante, la UE resterà paralizzata. (Der Spiegel, febbraio 2025)
5. Religione e società:
post-cristianesimo e nuovi fondamentalismi
Tendenza:
Erosione della religione tradizionale, ma ascesa di identità religiose “di resistenza” (neo-conservatori cristiani e islam politico). Il vuoto spirituale viene riempito da spiritualità “soft” o nichiliste.
Fonti e riferimenti:
Olivier Roy:
“Non è il ritorno della religione, è la religione che diventa identità. Sradicata dal trascendente.”
(La Sainte Ignorance, Seuil, 2008)
Pew Research 2023:
l’ateismo cresce nel Nord Europa, mentre l’Europa centrale e orientale registra un aumento di religiosità etnica/nazionale.
Prospettiva:
La società europea sarà sempre più culturalmente polarizzata, con città multiculturali e campagne mono-identitarie.

Le istituzioni faticheranno a trovare una narrazione comune.

6. Scenari energetici:
il punto sul 2030 secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), l’UE produrrà entro il 2030 il 45% dell’energia da fonti rinnovabili.
Tuttavia, la dipendenza da gas naturale liquefatto (LNG) americano e norvegese resta alta.
La sfida sarà creare un’infrastruttura energetica continentale, includendo l’idrogeno verde.
Citazione:
“Il Green Deal senza una rete comune è solo un manifesto.” – Fatih Birol, IEA
7. Commercio globale:
dopo i dazi, nuovi blocchi e mercati alternativi
Tendenza:
Il 2025-2028 sarà ricordato come il periodo del “Neo-Mercantilismo selettivo”: USA e UE impongono dazi “verdi” e strategici, mentre la Cina risponde con sanzioni tecnologiche.
Fonti e riferimenti:
Pascal Lamy:
“Il libero commercio è finito. Stiamo entrando in una nuova era di competizione controllata tra blocchi.” (Global Trade Review, 2024)
IMF Report 2024:
le guerre commerciali hanno ridotto gli scambi globali del 12% tra 2020 e 2024. L’Europa cerca alternative con India, ASEAN, America Latina.
Prospettiva:
Entro il 2030 l’UE rafforzerà i legami con Africa e Sud-Est asiatico, cercando di imporre standard ambientali e digitali nei nuovi trattati.
Tuttavia, l’assenza di potere militare concreto rende la sua influenza meno stabile.
Conclusione:
1. Politicamente fragile, con un’UE multipolare che tenta di sopravvivere alle sue contraddizioni interne.
2. Economicamente proiettata verso l’innovazione verde ma vulnerabile alle diseguaglianze sociali e alla dipendenza esterna.
3. Militarmente ancora in costruzione, in bilico tra NATO e difesa comune.
4. Culturalmente segnata da una crisi dell’identità, tra religione reinventata e vuoto simbolico.
5. Commercialmente costretta a ripensare il proprio ruolo nel mondo, in un contesto multipolare e conflittuale.
Autonomia o irrilevanza?
Il prossimo quinquennio sarà un punto di svolta.
L’Europa può diventare un polo autonomo, ma solo se rompe la logica del servilismo post-bellico.
La ritirata tattica americana è un’opportunità, non una salvezza.
O l’UE diventa protagonista, o resterà spettatrice di un mondo deciso altrove.
> L’Europa del 2030 sarà un ibrido:
tra impero mancato e comunità in crisi, tra cittadella tecnologica e museo della modernità.
Ma potrebbe anche reinventarsi, se saprà fare della sua debolezza una forza: la capacità di mediare, ascoltare, adattarsi.

Paolo Bongiovanni
Pagina Facebook

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.