Italia 2051: Le aziende tra badanti e cyborg, quando la pensione è un miraggio
Il futuro dei lavoratori costretti a restare in attività fino a quasi 70 anni tra robotizzazione e assistenza geriatrica sul posto di lavoro.
Con l’età pensionabile destinata a salire a 69 anni e 6 mesi, lo scenario del mercato del lavoro italiano potrebbe somigliare a un ospizio o a una fabbrica di uomini bionici. Vediamo come.
Cyborg o geriatria aziendale?
Nel 2051, l’età per andare in pensione sarà talmente alta che due scenari distopici potrebbero prendere forma. Da una parte, i lavoratori verranno potenziati con innesti tecnologici per rimanere produttivi, sostituendo cuori, polmoni e ginocchia. Dall’altra, le aziende si trasformeranno in ospizi, dove anziani collaboratori si trascineranno tra farmaci, girelli e letti ortopedici. Quale sarà la scelta del futuro? Un’economia basata sui “vecchi efficienti” o sui “pazienti a libro paga”?
Lavoratori high-tech: i nuovi “uomini macchina”
Se la tecnologia continuerà a progredire come previsto, i lavoratori del 2051 potrebbero dover diventare esseri umani potenziati. Cuori bionici, reni artificiali e esoscheletri leggeri: il catalogo dei dispositivi per i lavoratori senior potrebbe somigliare più a un listino di ricambi meccanici. Le pause caffè diventeranno soste in officina per una rapida manutenzione? E i benefit aziendali comprenderanno anche assicurazioni per l’upgrade tecnologico?
La fabbrica diventa ospizio
Per chi non potrà permettersi la robotizzazione, la realtà sarà molto più cruda. Gli spazi di lavoro dovranno attrezzarsi come residenze sanitarie: infermerie aziendali, corrimano ovunque, e sale riunioni attrezzate con sedie a rotelle. Non mancheranno infermieri e badanti più giovani, magari figli degli stessi lavoratori, chiamati a curare i colleghi tra una presentazione e un cambio di pannolone. Le mansioni saranno adattate agli acciacchi dell’età, con KPI che misurano non più solo la produttività, ma anche il tempo impiegato per alzarsi dalla sedia.

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I sindacati e la nuova lotta: diritto alla “cura sul lavoro”
I sindacati, una volta impegnati nella lotta per il salario e i diritti dei lavoratori, dovranno adattarsi. La nuova frontiera sarà la contrattazione di assistenti personali in azienda. Già si immagina un tavolo di trattative dove il tema centrale sarà il diritto a tre pause fisiologiche ogni ora e l’installazione di letti ortopedici accanto alle scrivanie. Le rivendicazioni salariali si fonderanno con quelle per le agevolazioni mediche, tra carrozzelle di servizio e trasporti aziendali attrezzati con sollevatori per disabili.
La performance al rallentatore: produzione a misura di vecchio
Le aziende dovranno affrontare un altro problema: l’invecchiamento porterà inevitabilmente a una riduzione della velocità e dell’efficienza. Ecco che nasceranno nuove tecniche di gestione della produttività a “passo anziano”, dove il rispetto dei tempi sarà relativizzato alla possibilità fisica del lavoratore di stare dietro alla catena di montaggio. I più abili potrebbero essere premiati con bonus in vitamine e integratori.
Il welfare aziendale del futuro: cliniche e posti letto
Se le aziende non riusciranno a trasformare i propri lavoratori in cyborg, saranno costrette a reinventarsi come istituti di cura. I benefit aziendali includeranno check-up medici settimanali, fisioterapia d’ufficio e visite geriatriche. Le mense aziendali offriranno menù a base di alimenti facilmente digeribili, con diete specifiche per i numerosi disturbi cronici che affliggeranno i dipendenti. E l’ufficio diventerà un luogo dove il lavoro e la cura della propria salute si confonderanno in una routine lenta e scandita dalle medicine.
L’età pensionabile: un sogno irraggiungibile?
Forse, tra 27 anni, nessuno parlerà più di pensione. I lavoratori potranno essere chiamati a dare l’ultimo contributo lavorativo direttamente dall’ospizio aziendale, o forse non ci sarà più bisogno di pensare a un futuro senza lavoro: perché il futuro sarà una lunga giornata lavorativa, che terminerà solo con il suono definitivo di un monitor cardiaco che smette di segnare il battito.