Cinema: Black Book

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Black Book

 

 RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Black Book

Titolo Originale: ZWARTBOEK

Regia: Paul Verhoeven

Interpreti: Carice van Houten, Sebastian Koch, Thom Hoffman, Halina Reijn, Derek de Lint

Durata: h 2.15

Nazionalità: Olanda, Germania, Gran Bretagna 2006

Genere: thriller

Al cinema nel Febbraio 2007

Recensione di Biagio Giordano

 Black Book (Zwartboek – letteralmente, Libro nero) è un film del 2006  diretto da Paul Verhoeven, ambientato nei tempi finali  della seconda guerra mondiale.

Settembre 1944, la persecuzione degli ebrei in Germania non conosce soste. La bella cantante di origini ebraiche Rachel Stein riesce a scappare da Berlino e a rifugiarsi in Olanda.


 La donna per un po’ di tempo gusta l’ebbrezza della sicurezza raggiunta, appare serena tra le belle campagne che attorniano la casetta in cui ha trovato rifugio, inoltre grazie alla sua bellezza trova spesso modo di dialogare piacevolmente con uomini che la ammirano.

 Un giorno, all’improvviso, accade un fatto spaventoso, un aereo da guerra tedesco dalle intenzioni ambigue, vola a bassissima quota sopra di lei e si dirige sulla abitazione in cui la donna alloggia, il pilota sgancia delle bombe che incendiano e distruggono il caseggiato.

Grazie all’aiuto degli uomini della resistenza Raquel tenta allora di raggiungere la parte più a sud dei Paesi Bassi, quella ritenuta più sicura che già era stata, in parte, liberata dagli Alleati,

Il battello dei profughi, erranti verso sud, comprendente anche i familiari di Rachel, parte per la nuova destinazione, ma viene attaccato in una zona di abbondante e alta vegetazione acquifera, spietatamente e di notte, da una pattuglia tedesca. Probabilmente i nazisti sono stati avvisati del passaggio in quel luogo dei fuggitivi. Tutti gli occupanti il battello vengono uccisi e derubati, meno Raquel che riesce a sfuggire all’agguato immergendosi nell’acqua e spostandosi a fiato sospeso per un lungo tratto sottomarino, e  rimanendo poi nascosta tra la vegetazione.


 Scampata fortunosamente all’ennesimo pericolo di morte Raquel appare distrutta per la strage cui ha assistito di familiari, ma sa che deve subito scuotersi, riprendere la condizione migliore per capire cosa fare, la donna non può permettersi di rimanere per troppo tempo annichilita dal dolore, la sua reazione attiva al fianco dei compagni resistenti contro il nazismo sarà pertanto in poco tempo lucida e potente come non mai. 

 Giunta a l’Aia la donna assume l’identità di Ellis de Vries.

Gli alleati sono alle porte, gli ufficiali nazisti, a dodici anni circa dall’ottenimento del potere assoluto di Hitler percepiscono che per la Germania è ormai prossima una irrimediabile disfatta.

 L’atmosfera psicologica, negli ambienti nazisti, appare sempre più preoccupante e misteriosamente minacciosa, e ciò fa si che si moltiplichino i tradimenti degli ufficiali. I graduati più fedeli al regime sono terrorizzati dall’idea di poter essere giustiziati dal corpo della sicurezza di Hitler senza prove valide, ossia da innocenti, semplicemente sulla base di soffiate, quest’ultime anche ben costruite da sembrare vere. Soffiate provenienti da colleghi di reparto ritenuti ancora amici.


 Le diffidenze tra gli ufficiali quindi dilagano, e si temono anche complotti terroristici contro le stesse istituzioni naziste per mano dei soldati tedeschi, quest’ultimi infatti intuiscono il possibile insorgere a fine di guerra di forme giustizialiste per i misfatti compiuti dal regime: con relative messe a morte anche dei militanti armati nazisti.  Essi pertanto cercano di uscire da questa spirale opprimente e ossessiva, che ormai li avvolge irrimediabilmente, compiendo azioni estremamente trasgressive.

In questo contesto l’odio di numerosi ufficiali  tedeschi verso gli ebrei rimasti ancora in vita e liberi diventa sempre più perverso, irrazionale, a volte porta ad  uccisioni a freddo di civili ebrei prive di ogni pietà, a volte l’odio diventa uno stupro raffinato, simbolico, facendo assumere a certe relazioni tra ufficiali tedeschi e belle donne ebree, forme passionali ambigue,  quest’ultime portano gli ufficiali a situazioni di estrema debolezza, perché essi sono ricattabili, possono  rischiare la perdita dei gradi, inoltre se scoperti nei loro intrecci, per mano degli organi istituzionali nazisti interni di controllo, verrebbero fucilati.


 In questo contesto molto dinamico e un po’ caotico, alla bella ebrea Rachel  viene dato l’incarico da parte della resistenza di cercare di sedurre Ludwig Müntze, il capo dei servizi di sicurezza delle SS. Lo scopo da parte della resistenza è di riuscire a elaborare azioni antitedesche venendo a conoscenza tramite Rachel delle loro prossime mosse in città.


 Un film ben romanzato, che nonostante l’adesione ad alcune regole classiche della letteratura cinematografica, ossia ponendo al centro del melodramma la ricerca dell’effetto emotivo sugli spettatori della pietà e dell’orrore verso i protagonisti, riesce a dare un’immagine della guerra nazista di spaventoso verismo imponendo via via questo aspetto come centrale nella significazione etica d’insieme del film.

 Biagio Giordano

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