CINEMA: La parte degli angeli

RUBRICA SETTIMANALE DI BIAGIO GIORDANO

In sala nella Provincia di Savona

La parte degli angeli

RUBRICA SETTIMANALE DI BIAGIO GIORDANO
In sala nella Provincia di Savona
La parte degli angeli

La parte degli angeli

Regia: Ken Loach

Data di Uscita Italia: Giovedì 13 Dicembre 2012

Genere: Commedia, Drammatico

Anno: 2012

Nazione: Uk, Francia, Belgio, Italia

Durata: 100 Min

Formato: Colore

Produzione: Wild Bunch, Urania Pictures S.R.L., Why Not Productions, British Film Institute (Bfi), Les Films Du Fleuve, Sixteen Films, Entertainment One

Distribuzione: Bim Distribuzione

Note: In Concorso Al Festival Di Cannes 2012

Sceneggiatura: Paul Laverty

Musiche Film: Robbie Ryan

Montaggio: Jonathan Morris

Cast: Paul Brannigan, John Henshaw, William Ruane, Roger Allam

Recensione di Biagio Giordano

In sala nella provincia di Savona

In un giorno qualsiasi,  a Glasgow, il giovane Robbie, alla guida di un’auto con al fianco la  sua ragazza, nel tentativo di accostarsi velocemente ad un marciapiede compie  una improvvisa e rumorosa sterzata che  spaventa  un gruppo di ragazzi violenti vociferanti ai bordi della strada. La sua auto viene danneggiata a calci e pugni, e sia lui che la donna  vengono inondati da un mare di insulti.

Robbie, responsabile di diversi reati, non è certo uno che si lascia intimidire   facilmente, abituato com’è  a  situazioni del genere, esce quindi subito dall’auto e affronta a viso aperto i teppisti,   nello scontro si accanisce  in particolare contro chi  ha dato inizio alle ostilità. Nella lotta corpo a corpo Robbie, che è più scaltro, sconfina dalla legittima difesa e passa all’offensiva, prendendo il totale sopravvento sull’avversario che  alla fine rimarrà  a terra ferito seriamente. Robbie,  la cui compagna sta per avere un figlio,  a causa di quello scontro sanguinoso  avrà dei guai con la giustizia.

Il ragazzo però evita il carcere perché  nella sentenza si tiene conto della nuova situazione familiare che  sta vivendo. Il giudice ha pensato che Robbie, rallegrato  dall’evento della nascita del figlio, potrebbe essere d’ora in poi  stimolato  ad assumersi  maggiori responsabilità, sia in famiglia che nel sociale, migliorando  conseguentemente il suo stile di vita.

A Robbie  viene inflitta la pena dei lavori socialmente utili, con l’obbligo di sottostare all’anziano e  buon Rhino che è il responsabile del gruppo di persone condannate a quel tipo di pena.

Rhino decide di aiutare Robbie in modo particolare, quasi personale, una scelta che compie dopo aver assistito a un ennesimo pestaggio di Robbie da parte del gruppo  di giovani che lo avevano in precedenza aggredito in automobile. Quei giovani avevano assistito al processo di Robbie, e amareggiati per la lieve pena che ne era scaturita, avevano optato per il pestaggio del ragazzo.

Robbie un giorno, invitato attraverso Rhino a delle giornate de gustative su vari tipi di  Whisky commerciati in Scozia, approfitta della partecipazione di noti esperti in materia, per  mettere in luce  le sue naturali doti  de gustative, lasciando tutti stupiti.

 Il ragazzo poi, venendo, grazie a Rhino, sempre più a conoscenza dell’ambiente de gustativo scozzese, acquisisce vere e proprie competenze del settore, cosa che lo porta a pensare a come utilizzare al meglio quelle conoscenze traendo congrui vantaggi  economici per sé e per i suoi amici.

Robbie immagina di compiere un furto clamoroso,  intervenendo sul prezioso contenuto di Whisky di una botte, considerata tra le più care al mondo, situata in un austero Castello di Scozia; un’idea che verrà a lungo coltivata, articolata nei minimi dettagli, e a un certo punto messa in pratica.

Riusciranno Robbie e i suoi amici a portare a termine l’impresa senza essere poi scoperti? Diventeranno delle persone agiate? 

 Ken Loach si ripresenta al cinema con il suo soggetto preferito, le frange deboli e discriminate del sociale britannico, quelle che più facilmente hanno problemi anche con la giustizia proprio perché la debolezza del loro stato sociale li spinge verso l’emarginazione facendo a un certo punto  mancare loro diritti e principi etici importanti, basilari per il vivere civile, come il rispetto e la dignità per ogni cittadino.

Il giovane emarginato e indigente finisce a un certo punto, lungo una ferrea logica di sopravvivenza quale è quella che scaturisce dal non aver nulla da perdere se non una libertà affamante, per trasgredire le norme che regolano il sociale scegliendo la via più vantaggiosa della delinquenza, pur sapendo di dover rinunciare per sempre a un futuro sereno.

Ken Loach si avvale in questo film di un suo  stile tipico, inconfondibile quello iper realistico che ingrandisce nella fotografia i dettagli del reale per dare una sensazione di stranianza che porta a vedere le cose da una prospettiva più distaccata da come normalmente si vedono fuori dal cinema o in numerosi altri  film o fotografie, creando contrasti esteticamente nuovi, coinvolgenti capaci di far precipitare di più  la mente degli spettatori dentro la storia: favorendone  una percezione sensoriale più estesa.

Uno stile intramezzato in questo caso da qualche forma di ironia, umorismo, e qua e là da scene stranamente intrise di una tonalità divertente per essere un film di Loach, composte da  paradossi  insoliti, ben sviluppati che risultano del tutto inaspettati e proprio per questo capaci di dare alla narrazione un ritmo diverso che si allontana in un certo senso dal filo tragico della narrazione ripiegando sulla commedia sociale, riempiendo inoltre le pause inevitabili  delle aspettative più immediate con il caldo colore dell’umano più diretto e semplice.
In questo film di Loach sono presenti quindi per la prima volta forme di intrattenimento  chiare o più o meno velate dall’ombra dei problemi sociali, che tutto sommato risultano sempre ben intonate, coerenti con il contesto  culturale moderno che le racchiude, perché rispecchiano effettivamente la realtà  di cui Ken Loach in una intervista dice di essere stato testimone:  precisamente quando ha frequentato recentemente per un certo tempo  ragazzi scozzesi simili.

Il regista allora aveva  annotato aspetti psicologici e caratteristiche sociali del loro comportamento  tali da rimanerne  fortemente impressionato, così da indurlo, come è nelle sue abitudini di cineasta, a riprodurli nel cinema.

Per quanto riguarda il titolo fantasioso del film, La parte degli angeli, essa è quella porzione di distillato di Whisky che evapora dalle botti durante la sedimentazione e l’invecchiamento (circa il 2% annuo) definita poeticamente (the angel’s share) essa secondo alcune leggende e tradizioni scozzesi  raggiunge gli abitanti del cielo: le più varie creature celesti tra cui gli angeli. In questo caso, nel film, gli angeli sono ragazzi con problemi di riformatorio e carcere, che cercano di appropriarsi con 4 bottiglie del Whisky contenuto in una botte preziosa, proprio un 2% circa.

BIAGIO GIORDANO
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