Una poesia di Fulvio Sguerso
Una poesia di Fulvio Sguerso
MORTE PER ACQUA
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Una poesia di Fulvio Sguerso
MORTE PER ACQUA
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Su quante povere anime il mare si è richiuso non sapremo mai, su quanti disperati speravano in una terra promessa, in una vita degna di chiamarsi umana, libera di fiorire in pace sotto il cielo non più come schiavi o merce da vendere o comprare, teneri corpi di creature da usare o abusare ad arbitrio dei signori della guerra e del terrore da noi armati, non più minacce al nostro sacrosanto benessere o ai nostri equilibri interni, non più scudi umani o vittime civili di bombe umanitarie, giovani madri e poveri padri in cerca di fortuna, in balia dei venti e delle onde del nuovo disordine mondiale. Non sapremo mai su quante anime disperate il mare si è richiuso, quel mare simbolo per loro di salvezza e libertà, via di fuga perigliosa e infida ma unica per loro alternativa a una vita invivibile. Su quante di queste anime il mare si è richiuso non sapremo mai, ma di certo prima o poi quel mare che le ha inghiottite a una a una, a una a una le restituirà. E allora non potremo più ignorare quanta disperazione ha portato quelle anime in fondo a quel mare, e dovremo domandarci perché, e se abbiamo fatto tutto il possibile per scongiurare l’enorme squilibrio tra il nostro benessere e la loro povertà, e per accogliere il forestiero, dare da bere a chi ha sete, da mangiare a chi è affamato, vestire chi è nudo, curare chi è malato, visitare chi è carcerato, altrimenti ci converrà pregare per le anime nostre.
Fulvio Sguerso
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