Noli

Frana di Noli, i consulenti della Procura della Repubblica:
“Incomprensibile la sottovalutazione degli scavi,
ignorata anche la relazione del geologo Garbarino del 1998”

Frana di Noli, i consulenti della Procura della Repubblica:
“Incomprensibile la sottovalutazione degli scavi,
ignorata anche la relazione del geologo Garbarino del 1998”

Noli- Dopo la pubblicazione di Trucioli Savonesi dei ricorsi presentati al Presidente della Repubblica contro il permesso a costruire di 174 box sulle aree dell’ex ferrovia e la successiva ordinanza sindacale a causa del movimento franoso e degli ordini di sgombero di immobili per l’incolumità pubblica, ecco un altro documento-testimonianza.

Si tratta della consulenza tecnica e relativa risposta dei quesiti posti dalla Procura della Repubblica di Savona in merito alla delicatissima questione del movimento franoso. La risposta di Andrea Del Grosso e Roberto Passalacqua, ingegneri e professori di Genova, illustra tutta la gravità di un quadro sconcertante. Zeppo di interrogativi.

Ci potranno essere repliche e controdeduzioni alle tesi (vedi le 8 pagine in fondo…) dei consulenti dell’ufficio del pubblico ministero, restano i dati di fatto elencati e descritti. Danni ingenti e spese legali.

Il responso dei periti del Pm conferma che di fronte ad un’opera di grandi dimensioni, si sarebbe in presenza di gravi errori ed omissioni, superficialità diffusa.

Ci limitiamo ad indicare alcuni punti maggiormente sorprendenti, inquietanti ripresi dalle pagine messe a disposizione di tutte le parti in causa.

Scrivono i consulenti, tra le altre cose.

  1. “Nel presente caso è fuori dubbio che l’indagine geologica esperita (ovvero al momento della concessione edilizia ndr) ha mancato di mettere in luce le caratteristiche reali del sito interessato dagli scavi, che avrebbero consigliato almeno l’adozione di tiranti di maggiore lunghezza. L’indagine è stata svolta senza considerare i rischi di instabilità del versante a monte e, inoltre, le proprietà litologiche nell’area di scavo sono state investigate sino a profondità assolutamente insufficienti. Nessuna indagine è stata svolta per accertare la presenza di circolazioni idriche sotterranee.”
  2. Non si è tenuto conto in presenza di una geomorfologia complessa dell’area in questione di indicazioni storiche, vincoli, normativa urbanistica. Come risulta dal documento redatto il 19 giugno 1998 dal geologo dott. Roberto Garbarino che ha collaborato allo Strumento urbanistico Attuativo dell’area dell’ex ferrovie. Tali note “imponevano o quantomeno consigliavano un maggiore livello di attenzione”.
  3. “Il progetto box interrati è stato sviluppato sulla base di informazioni incomplete, imprecise, circa la geologia e le caratteristiche litotecniche” (struttura rocciosa ndr).
  4. “E’ indubbio che le verifiche svolte nel progetto di costruzione dei boxes circa la stabilità del versante monte, non appaiono avere colto la complessità della situazione, altrimenti l’incompletezza delle informazioni di natura geologica-tecnica sarebbe risultata evidente”.
  5. “Durante lo svolgimento dei lavori sono state inoltre sottovalutate alcune evidenze, prima fra tutti la posizione di alcuni edifici rispetto agli scavi e la distribuzione dei primi danni ad essi prodotti avrebbero dovuto sollecitare una maggiore prudenza con la riconsiderazione delle originarie scelte progettuali”.
  6. “Risulta in particolare incomprensibile come sia stata trascurata l’eventualità che gli scavi avrebbero potuto causare movimenti, anche limitati, del muro di sostegno a monte di via Belvedere”.
  7. “La concomitanza degli scavi con un periodo di forti piogge, peraltro prevedibili nella stagione autunnale, ha messo in chiara evidenza limiti e difetti dell’intervento”.
  8. “Le valutazioni geologiche eseguite dal geologo dott. Giampietro Filippi risultano incomplete e quindi non corrette. Il progetto redatto dall’ingegner Giovanni Delfino ha tenuto conto soltanto di esse, senza riscontrare l’inadeguatezza delle indagini geognostiche e d’inquadramento sia rispetto al versante di scavo che dovevano essere raggiunte, sia rispetto al versante a monte. Durante l’esecuzione dei lavori non sono state adeguatamente valutate le condizioni dell’area e la posizione degli edifici soprastanti. Infine non sono stati correttamente interpretati dal direttore dei lavori alcuni fenomeni manifestatisi nelle fasi iniziali della costruzione del parcheggio interrato”.

R.T.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
             
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