24 Agosto: San Bartolomeo

24 Agosto: San Bartolomeo

24 Agosto: San Bartolomeo

“…Il suo supplizio (quello di Jean Calas) fu favorito dall’avvicinarsi di quella strana festa che i tolosani celebrano ogni anno in memoria del massacro di quattromila Ugonotti; il 1762 era l’anno secolare”.

Dunque apprendiamo che nella Tolosa della seconda metà del ‘700 “festeggiare un massacro” faceva parte di un costume comune e consolidato del popolo pio. Almeno così riporta la prima sezione di quel delizioso libriccino di Voltaire intitolato “Sulla Tolleranza”. Ovviamente che una espressione di cieco fanatismo possa essere un falso storico richiede indubbiamente una verifica. Accedendo ai documenti dell’epoca? Un tempo era così, per lo Storico, andare da una biblioteca all’altra. Leggere e annotare. Oggi uno Storico che voglia controllare “De Visu” qualunque “carta” manoscritta o a stampa ha a disposizione le biblioteche numeriche. E’ un raro caso in cui la rete e il fiume di denaro ad essa connesso diventa “cultura” cioè strumento del Bene e del Vero. Che il massacro ci fu, duecento anni prima, nel 1562, è un fatto abbastanza appurato su tutti i libri di Storia. Al massimo possiamo disquisire sulla attendibilità della stima (i cadaveri buttati nella Senna non sempre si ritrovano). Quattromila o di più? E poi il massacro, nelle altre città della Francia durò fino ad ottobre.

L’ordine di grandezza è stato stimato in circa 30000 vittime. Per la coscienza di un uomo che sia tale, anche un solo morto sull’altare del fanatismo è sufficiente a dire che “il fanatismo sta alla superstizione come il delirio sta alla febbre e il furore alla collera”. Ad esempio, il buon Gregorio XIII avrebbe sicuramente gradito un numero ben più alto ma dovette accontentarsi di quattromila a Parigi.

Ma come? Un Papa, vicario di Cristo in terra? Vicario o meno, dopo un “Te Deum” di ringraziamento  fece coniare una bella medaglia d’oro con la sua effigie a fronte e una scena del massacro a retro. Davvero una “prova” più eloquente di qualunque documentazione storica, perché questa medaglia si può vedere, toccare, misurare (diametro, peso, spessore). Il Vasari ebbe la commissione di rappresentare questo pio evento nella sala regia dei palazzi Vaticani e lì chiunque può ammirare, mutata in Arte, uno snapshot  della squallida realtà di quattromila sgozzati tra un Te Deum e l’altro.

Per chi non s’accontenta di questo breve “memorandum” raccomando una ricchissima e lunga bibliografia sia di Storici di estrazione laica che di estrazione cattolica. La medaglia di Gregorio XIII quella sì, si vede si tocca e si misura … con la sua “fisicità” toglie qualunque dubbio …

Buona festa di “fine estate” ai pazienti Lettori delle mie cattiverie.

 

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