Alcune note su “So l’ora in cui la faccia più impassibile” di Eugenio Montale
So l’ora in cui la faccia più impassibile è traversata da una cruda smorfia: s’è svelata per poco una pena invisibile. Ciò non vede la gente nell’affollato corso. Voi, mie parole, tradite invano il morso secreto, il vento che nel cuore soffia. La più vera