10 domande all’amico Pellifroni

DIECI DOMANDE ALL’AMICO
MARCO GIACINTO PELLIFRONI

DIECI DOMANDE ALL’AMICO
MARCO GIACINTO PELLIFRONI

Caro Marco, due domeniche fa tu  scrivevi, a proposito dell’articolo di Alberto Micalizzi intitolato “La matrice che ci imprigiona” da te proposto: “Qualcuno, basandosi su notizie di stampa riportate su Internet, ha criticato questa pubblicazione, in quanto opera di persona con un passato nel mondo finanziario tutt’altro che commendevole. Preciso che io sono solito giudicare chi scrive per quello che scrive, non in base ad una dietrologia personale”. Ebbene, devo confessarti che anch’io, come altri lettori di  “Trucioli savonesi”, sono rimasto molto perplesso di fronte alle vicende giudiziarie dell’ex bocconiano tuo amico. Questo sia detto per essere chiari. Ed è proprio in nome della chiarezza che vorrei porgerti le seguenti domande:


1)   Tu scrivi: “In tanti invece si beano ad ascoltare le belle parole di politici ed economisti, magari blasonati dalla Bocconi, che hanno sulla coscienza la deriva dell’Italia sin dalla morte di Aldo Moro e tuttavia trovano spazio e incenso sulle maggiori testate”. L’accusa che muovi a costoro è grave. Ti dispiacerebbe fare qualche nome?

2)   Tu scrivi: “D’altronde, sappiamo ormai bene che, per chi pesta i piedi ai parassiti abituali del mondo produttivo, si mette subito in moto la macchina del fango…”. Chi sono questi “parassiti abituali” a cui Micalizzi avrebbe pestato i piedi?

3)   Nell’articolo da te proposto la scorsa settimana ci viene spiegato che tutto il sistema creditizio mondiale  dipende in ultima analisi da “147 super-entità gestite da un migliaio di top-manager che ne determinano le scelte, le alleanze, la filosofia di gestione. Questi individui escono dalle principali università e businness schools del mondo, parlano la medesima lingua, sono infarciti della medesima cultura gestionale, caratterizzata da un laicismo apolide in grado di adattarsi a qualsiasi identità locale, ed il cui obiettivo di fondo è la massimizzazione del profitto e l’appropriazione di risorse dell’economia reale”. Quindi, se ho ben compreso, questo “sistema” descritto da Micalizzi, è una specie di piovra finanziaria globale che estende i suoi tentacoli non solo sulle banche centrali e commerciali ma anche sui redditi dell’economia reale, cioè produttiva. Insomma un grosso animale voracissimo che succhia il sangue di chi si guadagna onestamente il pane con il sudore della fronte. Ho capito bene?

4)   “Non ci sono visioni politiche, scienze sociali, credi religiosi o sistemi economici che essi preferiscono rispetto ad altri. Dunque, quando due Stati entrano in guerra, o vi è una elezione presidenziale,  o una banca rischia di fallire, o uno tsunami si abbatte su una costa popolosa, queste super-entità hanno sempre e comunque la possibilità di guadagnare”. Potresti specificare in che modo?

5)   “Di fatto, le super-entità sono assimilabili a moderni imperi dove l’occupazione militare è stata sostituita dall’occupazione finanziaria e perpetrata attraverso lo strumento fondamentale del debito”. Se questo è vero ci troviamo di fronte a una sorta di neocolonialismo. Immagino che tu sia d’accordo con questa analisi. Ma dal tuo punto di vista, chi sono i nuovi colonizzatori e i nuovi colonizzati?

6)    Queste super-entità “Tramite le agenzie di rating  dettano agende di governo per imporre l’austerità e creare lavoro precario attraverso riforme tipo Job Act; tramite i media sollecitano e gestiscono la deportazione in massa di clandestini per contribuire alle pressioni deflattive sui salari; tramite lobby parlamentari inducono riforme fiscali che consentono a un’azienda che produce e vende automobili in Italia di avere la sede fiscale in Olanda”. Se tutto questo è vero, le 147 super-entità governano, tramite il capitale finanziario, il mondo intero. Tuttavia mi rimane oscuro il modo con cui, tramite i media, riescano a sollecitare e a gestire la deportazione in massa di clandestini. Me lo potresti chiarire?

7)   In un tuo precedente articolo (Fake News) hai scritto: “Italiani, quando aprirete gli occhi per capire che tutto il denaro in circolo è a debito verso i parassiti banchieri, mentre gli organi di vigilanza vigilano con sommo zelo, sì, ma su di noi, mentre non osano indagare nei santuari della finanza, lasciati liberi di rubarci tutto esentasse?” Già, e quando  finalmente avremo aperto gli occhi che cosa potremo fare?

8)   “I banchieri agiscono indisturbati perché lo Stato è diventato loro lacchè e si scaglia su di noi per proteggere lorsignori; e, beffa delle beffe, fa entrare in Italia sciami di africani islamici, concedendo loro i privilegi che nega agli italiani, al fine di rubarci, oltre ai soldi, anche l’identità etnica e culturale…”. Anche queste sono parole tue. Ora io ti chiedo: ammettiamo pure che lo Stato, tramite le imposte, ci rubi i nostri soldi; ma come fa a rubarci anche la nostra identità e la nostra cultura? Può forse obbligarci a sostituire la nostra lingua con l’arabo o con lo swahili? Può imporci di convertirci all’islam e di trasformare le nostre chiese in altrettante moschee? Suvvia, Marco, abbi più fede in te stesso!

9)   Hai scritto anche:“Questo Stato, così comportandosi con i suoi cittadini che dovrebbe invece tutelare, non è legittimato a governarci, perché privilegia immigrati clandestini a scapito degli italiani, e perché ha ceduto sovranità economica, legislativa, fiscale e monetaria a organismi stranieri privati, opachi e autoreferenziali. Cos’altro di peggio resta ancora da fare, dopo simili atti proditori, per essere buttato in mare a calci?”. Evidentemente tu, come gli altri sovranisti, ti senti italiano e non europeo, e auspichi un ritorno agli Stati nazionali otto e novecenteschi. Purtroppo la storia è andata in un’altra direzione. Credi realizzabile, anche alla luce della vittoria dell’europeista Macron in Francia e della prossima probabile vittoria della Merkel in Germania,  un ritorno alla lira?

10)   Torniamo a Micalizzi e alla sua denuncia della “matrice che ci imprigiona”: “Questo sistema non può essere combattuto frontalmente, non bastano coalizioni politiche né esistono soluzioni tecniche attuabili a breve. Il proprio potere passa attraverso i nostri corpi, è entrato nelle nostre tasche, agisce tramite le nostre mani e ha plasmato le nostre menti. Non è qualcosa di esogeno rispetto alla sfera sociale e politica tanto da poter essere sovvertito; è piuttosto endogeno ad essa, e quindi lo si può combattere unicamente modificando la struttura e il funzionamento dei rapporti sociali ed economici tra famiglie, imprese e pubblica amministrazione”. Insomma, conclude Micalizzi: “Occorre spiazzarlo”. Si fa presto a dirlo, ma come si fa a modificare la struttura e il funzionamento  dei rapporti socioeconomici vigenti?

Attendo fiducioso le tue risposte.

Con amicizia,

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