Casello Albamare:
ostracismo trasversale ai precisi quesiti di “A Campanassa”
Savona, come trasformare
lo sviluppo in potenziale sciagura
Ingolfando con 18
mila auto al giorno piazza Leon Pancaldo. Ma l’orchestra del consenso fa il bis
delle operazioni edilizie nell’area portuale costiera e Crescent
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Un copione
già visto in occasione di una pubblica assemblea,
quando prese la parola l’avvocato, ex senatore,
Giovanni (Nanni) Russo, alla
presentazione del libro di Bruno Lugaro, “Il
fallimento perfetto” (aree ex
Italsider ed operazione
immobiliare Crescent). Un bis
esemplare, eloquente, che si ripete. Neppure a distanza di anni. Sostiene,
sempre in attesa di risposta,
Beniamino Rettura: <Abbiamo
visto come il nuovo casello abbia sin qui trovato un riscontro
eccezionale, continuo e tambureggiante negli organi di stampa e nei
media, anche televisivi, che testimoniano cosi della straordinaria
importanza della cosa, quale è rappresentata dagli ingentissimi costi
dell’opera…almeno 150 milioni di euro…e un piano del genere può aiutare
a comprendere come interessi economici…>.
Rettura si è messo d’accordo con Russo?
Ripete lo stesso
spartito del collega, ex rappresentante del popolo della sinistra e del
centro moderato savonese. Una famiglia di cristalline e decantate (alla
morte di Carlo Russo) origini
democristiane. E qual
sarebbe la vergogna se una squadra di valorosi cittadini ha deciso di “cambiare
il volto di Savona, dare quello sviluppo, ormai a senso unico, che vede
spesso uniti maggioranze di centro destra e di centro sinistra”? Perché
stupirsi se si mette finalmente a tacere chi avrebbe impedito negli anni
<uno sano sviluppo della città,
capace di creare un volano di posti di lavoro per i giovani, laureati e
diplomati soprattutto> ? Sono costoro
i veri colpevoli della decadenza di Savona! Non chi occupa posti di
potere dagli anni settanta, dagli anni ottanta. Nei partiti di governo,
nell’industria, nella finanza (banche e fondazioni), negli enti che
gestiscono soldi, affari e alleanze di ferro. La responsabilità dei
fallimenti, insomma, non sono dei capofamiglia, ma figli, nipoti e
nipotini. L’avvocato
Rettura rischia di infilarsi
in un tunnel senza uscita? Scrive
su “A Campanassa”: <Ora, parliamoci chiaro. Pensiamo davvero che, entro siffatti ordini
di grandezza (progetti, opere ndr),
vi sia spazio e tempo per la considerazione delle esigenze della difesa
del territorio da brutture, cementificazioni selvagge (lo taccerebbe
un “eco terrorista” il futuro presidente della Provincia,
Angelo Vaccarezza),
inquinamento acustico e dell’aria, pericolosità ed inadeguatezza di
progetti che, in altri paesi, nessuno si permetterebbe di sottoporre
all’approvazione di chicchessia; ecco allora che, in difesa
dell’incredibile progetto,
riaffiorano assiomi del tutto indimostrati ed indimostrabili in quanto,
tra l’altro, contrari al vero…>. |
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